CGIL S.L.C. Casinò interviene sulla difficile situazione del casa da gioco matuziana

8 febbraio 2011 | 12:13
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CGIL S.L.C. Casinò interviene sulla difficile situazione del casa da gioco matuziana

“Manca nuovamente la figura stabile di un “Direttore dei Giochi” oggi supplita solo in parte dallo sforzo di uno staff di “Quadri” che troppo spesso non opera di concerto”

Il Direttivo CGIL S.L.C. Casinò intende esprimere alcune valutazioni sulla difficile situazione in cui versa la Casa da Gioco:

Ci pare opportuno far emergere, con serenità e chiarezza, una situazione basata sui dati reali di quello che oramai a tutti appare come una caduta libera in termini economici. Ci preme quindi ricordare che negli ultimi dieci anni sono venute meno le ragioni economiche per le quali questo Casinò era stato aperto nell’intento di offrire e garantire benessere ed impiego agli abitanti della città che lo ospita.
È un dato che in questo periodo il Casinò abbia ridotto del 50% il suo organico diretto, che quasi tutti i servizi offerti, molti dei quali rivolti ad una adeguata accoglienza della clientela, siano stati terziarizzati o appaltati. Il ricorso al lavoro interinale, che doveva essere l’eccezione, oggi è diventato regola. Di contro, in questi ultimi anni si è fatto un ricorso massiccio ad una costosa incentivazione all’esodo, che ricordiamo in buona parte proveniente dal fondo di crisi dei lavoratori, perdendo capacità operative e professionalità. L’incentivazione era stata presentata come unica salvaguardia rispetto la crisi economica in atto, non valutando che si stava trasformando l’organico aziendale in un esercito dove gli ufficiali sono più dei soldati creando un effetto domino così come si evince dagli ultimi accordi (che solo questa Organizzazione non ha firmato) che modificano sistematicamente assetti organizzativi e che sicuramente influiranno sui futuri rinnovi contrattuali.
Si è puntato il dito esclusivamente sulla pericolosità delle videolottery (non ancora attive) e ancora prima sulle newslot dei bar cittadini quali unici pericoli all’integrità economica futura dell’azienda. Desideriamo ricordare che il reparto slot Casinò Sanremo era stato aperto ai cittadini sanremesi non pensando che quell’incremento di incassi avrebbe rappresentato un pericolo per l’economia cittadina, pur essendo, a nostro avviso, questo gioco assai più tutelante operato all’interno di una struttura che garantisce percentuali di vincita assai maggiori del gioco giocato presso bar o salette.
Riteniamo comunque che essere “Casinò” non significhi esclusivamente gioco d’azzardo, ma anche offerta in termini di eventi collaterali di grande prestigio al fine di dare migliore accoglienza e soddisfazione alla clientela, oramai sempre più esigente, puntando su diversificazione e qualità. E’ dimostrato, anche da noi, che eventi mondani, quando ben organizzati, offrono soddisfacenti risultati in termini economici.
Riteniamo indispensabili investimenti mirati al rilancio ed al sostegno di quei comparti di gioco che prevedono ancora la figura dell’uomo nello svolgimento della propria mansione; concetto ben diverso dal faraonico “Piano degli Investimenti” che ci è stato presentato ultimamente.
La vera difesa dei Casinò nei confronti di V.L.T. e newslot si deve concentrare in una giusta richiesta di normative certe ed eguali, in termini di trasparenza, di trattamenti fiscali, in accurati controlli in termini di sicurezza sociale, in eguale tutela in materia contrattuale di lavoro. Non ci potrà essere futuro in un continuo e totale divario di regole e condizioni tra nuovi giochi e casinò, ma questi ultimi, sicuramente, non troveranno riparo in costose e pericolosi cointeressamenti nelle V.L.T. o addirittura vederci protagonisti in spregiudicate avventure espansionistiche verso sale gioco di prossima apertura.
Ribadiamo come già in passato una grave carenza: manca nuovamente la figura stabile di un “Direttore dei Giochi” oggi supplita solo in parte dallo sforzo di uno staff di “Quadri” che troppo spesso non opera di concerto. A tal fine si rendono oltremodo necessarie figure organizzative con regole di ingaggio non certo fondate su potenti simpatie ma su curriculum credibili e reali e con contratti condizionati agli obiettivi raggiunti e sicuramente non a tempo indeterminato.
Quello che si dovrebbe fare nell’immediato, oltre ad un vero e credibile “Piano d’Impresa” è mettere in campo proposte che vadano ben al di là di una superficiale navigazione a vista ma che sappiano tutelare gli interessi anche delle future generazioni alle giuste possibilità che questa azienda dovrà fornire in termini di posti di lavoro e di solidità economica con la consapevolezza che le ricadute dovranno avvenire anche su quello che in questa città significherà benessere cultura sicurezza e tutela delle categorie più disagiate. Piano d’Impresa che dovrà farsi carico anche delle incertezze occupazionali dei comparti terziarizzati quali Bar e Ristorante prossimi alla scadenza d’appalto.
Bisogna insomma fare un grande salto culturale perché Casinò significa una grande realtà economica della città, un bene imprescindibile e “società partecipata” un termine un po’ asettico, oggi troppo usato, ma offre un significato che è patrimonio di una comunità e non solo di “alcuni” , alla quale tutti dobbiamo rendere debito conto con consapevolezza e trasparenza.
E come ha scritto Claudio Magris, germanista insigne: “Cultura significa sempre pensare e sentire in grande, avere senso dell’unità al di sopra delle differenze, rendersi conto che l’amore per il paesaggio che si vede dalla propria finestra è vivo solo se si apre al confronto col mondo, se si inserisce spontaneamente in una realtà più grande, come l’onda nel mare e l’albero nel bosco”.