Bernardini (Radicali): due interrogazioni parlamentari su situazione carceri Imperia e Sanremo

19 febbraio 2011 | 12:23
Share0
Bernardini (Radicali): due interrogazioni parlamentari su situazione  carceri Imperia e Sanremo

Le interrogazioni sono indirizzate ai ministri della Giustizia e della Salute redatte a seguito delle visite alle strutture di Imperia e Sanremo avvenute nei giorni del 29 e 30 gennaio da parte di una delegazione radicale

Rita Bernardini, deputata radicale e membro della Commissione Giustizia della Camera ha depositato due interrogazioni parlamentari ai ministri della Giustizia e della Salute redatte a seguito delle visite alle strutture di Imperia e Sanremo avvenute nei giorni del 29 e 30 gennaio da parte di una delegazione radicale. Di seguito il testo integrale delle interrogazioni che sono consultabili anche sul sito della Camera dei deputati: Imperia e Sanremo.
Per informazioni:
Alessandro Rosasco, cell. 3479552709

Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute.
– Per sapere – premesso che:
il 29 gennaio 2011, l’interrogante ha visitato il carcere di Imperia assieme ad Irene Testa (segretaria dell’Associazione Il Detenuto Ignoto), Alessandro Rosasco e Gian Piero Buscaglia (membri del Comitato nazionale di Radicali Italiani), Susanna Mazzucchelli (segretaria dell’Associazione Radicali Genova); la delegazione è stata accompagnata dal direttore, Nicolò Mangraviti;

dalla visita ispettiva è emerso il seguente quadro:

nel carcere di Imperia sono presenti 99 detenuti rispetto ad una capienza regolamentare di 78 posti; 57 detenuti sono condannati in via definitiva, i rimanenti sono in attesa di giudizio e, fra questi, 18 sono imputati; gli stranieri sono il 60 per cento mentre i tossicodipendenti sono circa 40 di cui, seguiti dal Sert 27 e, in trattamento metadonico 4; 3 sono i reclusi affetti da HIV; i casi psichiatrici sono numerosi, circa 10, soprattutto fra gli extracomunitari; gli agenti di polizia penitenziaria in servizio sono 52 a fronte di una pianta organica che nel 2001 ne prevedeva 72, ma occorre tenere presente che 4 agenti sono al nucleo traduzioni, 8 si occupano dei colloqui, 10 sono distaccati in altre sedi; gli educatori sono due; un solo psicologo;

l’area sanitaria presenta gravi problematiche in primo luogo perché non è previsto un servizio sanitario h24; a ciò si aggiunge il fatto che il defibrillatore è semi-automatico e che nelle ore notturne scoperte dal presidio, quando non ci sono nemmeno gli infermieri, gli agenti di turno – non avendo fatto alcun corso – non sono in grado di usare il dispositivo nel caso di un arresto cardio-circolatorio; il Sert dovrebbe esser più presente, soprattutto la psichiatra, infatti, da più di un mese non mette piede nell’istituto;
i detenuti che lavorano non sono più di 15; lo fanno a rotazione e dopo un mese di prestazioni possono contare su un salario di 100 euro che viene decurtato di 50 euro per le spese di mantenimento in carcere; la scuola di alfabetizzazione è frequentata da 9 detenuti, la media da 5 il corso di francese da 8 e quello di inglese da 9; ciò che è chiaro è che chi non ha la fortuna di lavorare, passa 19 ore della giornata in cella;

positiva, invece, è la sperimentazione fatta dall’istituto nella sezione «dimittendi» che ospita 35 detenuti che hanno le celle aperte dalle 8.30 alle 15.30; questa «custodia attenuata»- a detta dei dirigenti del carcere – dà buoni risultati consentendo ai detenuti di fare alcune attività come il corso di teatro e di pittura, il gruppo di gestione dei conflitti alla presenza di una psicologa del Sert, o alcune attività sportive come la pallavolo;

quanto alla sanità, il passaggio di competenze alla ASL sembra non abbia comportato particolari traumi anche perché è stato assorbito tutto il personale della precedente gestione dell’amministrazione penitenziaria: solo il dirigente sanitario è cambiato;

con la legge n. 199 del 2010 sono usciti dal carcere di Imperia, per beneficiare della pena alternativa della detenzione domiciliare, 6 detenuti, mentre 2 sono in attesa di risposta da parte del magistrato di sorveglianza;

nella sala colloqui c’è ancora il vietatissimo muretto che divide i detenuti negli incontri con i loro familiari; non c’è l’area verde per le visite dei minori;

nell’Istituto penitenziario di Imperia non vige il regolamento interno previsto dal secondo comma dell’articolo 32 della legge n. 354 del 1975 -:

se sia a conoscenza di quanto scritto in premessa;

in che modo intenda attivarsi e in quali tempi per superare i problemi di sovraffollamento del carcere di Imperia;

in che modo intenda ripristinare il fondo per il lavoro in carcere dei detenuti, visto che nelle condizioni attuali, solo in pochi hanno la possibilità di svolgere un attività, peraltro poco qualificante, all’interno dell’istituto;

in che tempi verrà ripristinato l’organico degli agenti di polizia penitenziaria;

cosa si intenda fare per vigilare affinché venga garantito il diritto alla salute dei detenuti, considerata la presenza di 40 tossicodipendenti e di una decina di casi psichiatrici; quando verrà ripristinato il servizio sanitario h24 e in che modo si intenda urgentemente far fronte ad eventuali gravi emergenze notturne;

in che tempi verrà abbattuto il muretto nella sala colloqui e quando sarà consentito ai bambini di avere colloqui in un luogo meno deprimente; quando verrà istituita l’area verde; quando verranno ripristinati fondi adeguati per la manutenzione ordinaria e per i sussidi da destinare ai detenuti più indigenti;

in che tempi verrà sanata la violazione normativa riguardante l’inesistenza di un regolamento interno all’istituto.

Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute.
– Per sapere – premesso che:

domenica 30 gennaio 2011 la prima firmataria del presente atto ha visitato il carcere di Sanremo nuovo complesso (inaugurato nel 1996) assieme ad Irene Testa (segretaria dell’Associazione Il detenuto ignoto), Alessandro Rosasco e Gian Piero Buscaglia (membri (del comitato nazionale di Radicali italiani) e Susanna Mazzucchelli (segretaria dell’associazione Radicali Genova); la delegazione è stata accompagnata dal comandante, commissario Sergio Orlandi;

dalla visita ispettiva è emerso il seguente quadro:

nel carcere di Sanremo sono presenti 355 detenuti rispetto ad una capienza regolamentare di 209 posti; 218 detenuti sono condannati in via definitiva, i rimanenti sono in attesa di giudizio e, fra questi, 58 sono imputati; 187 sono i detenuti stranieri appartenenti a 34 nazionalità diverse; fra i condannati 22 sono i collaboratori di giustizia e 8 gli ergastolani;

i detenuti tossicodipendenti sono 70 di cui 8 in terapia metadonica; 6 sono i reclusi affetti da HIV;

gli agenti di polizia penitenziaria effettivamente in servizio sono 156 a fronte di una pianta organica che nel 2001 ne prevedeva 254; gli educatori previsti in organico sono 6 mentre quelli effettivamente in servizio sono 4; nell’istituto opera un solo psicologo del Sert mentre un altro è presente solo per poche ore al mese;

i detenuti che lavorano sono in tutto solo 40: 30 dipendenti dall’amministrazione che ruotano ogni 15 giorni, 5 addetti alle lavorazioni di serramenti pagati con fondi provinciali erogati alla cooperativa «Galeotta S.r.l.», e 5 detenuti semiliberi che lavorano in proprio; la quasi totalità dei detenuti passa in cella quasi 19 ore, tolte le 4 ore d’aria mattutine e pomeridiane e l’ora e un quarto della socializzazione che si svolge dalle 16.45 alle 18.00; i corsi di alfabetizzazione occupano 10 detenuti così come la scuola media; solo uno degli 8 ergastolani lavora;

nel 2010 nell’istituto sono morti due detenuti, uno dei quali si chiamava Fernando Paniccia invalido al 100 per cento affetto da ritardo mentale, epilettico e semiparalizzato; Paniccia, che pesava 186 chili, è morto nella cella, ucciso probabilmente da un arresto cardiaco; le sue condizioni di salute erano critiche da tempo e, secondo quanto riferito dal comandante, è stato lui a rifiutare il ricovero in ospedale quando, il giorno di Natale 2010, si è sentito male;

a proposito di eventi critici, da segnalare 12 casi di autolesionismo nel 2010 e 1 nel 2011 e due aggressioni contro dipendenti dell’amministrazione penitenziaria;

quanto alla sanità, il passaggio di competenze alla ASL sembra non abbia comportato particolari traumi anche perché è stato assorbito tutto il personale della precedente gestione dell’amministrazione penitenziaria: solo il dirigente sanitario è cambiato;

con la legge 199 del 2010, sono usciti dal carcere di Sanremo, per beneficiare della pena alternativa della detenzione domiciliare, 8 detenuti;

nonostante l’istituto sia di relativa recente costruzione, nella sala colloqui c’è ancora il vietatissimo muretto che divide i detenuti negli incontri con i loro familiari; l’area verde per le visite dei minori deve ancora essere messa a norma;

nell’istituto penitenziario di Sanremo Nuovo complesso non vige il regolamento interno previsto dal secondo comma dell’articolo 32 della legge n. 354 del 1975; il Comandante informa la delegazione che il testo redatto è al vaglio del magistrato di sorveglianza -:

se sia a conoscenza di quanto esposto in premessa;

in che modo intenda attivarsi e in quali tempi per superare i problemi di sovraffollamento del carcere di Sanremo nuovo complesso;

in che modo intenda ripristinare il fondo per il lavoro in carcere dei detenuti, visto che nelle condizioni attuali, solo un’estrema minoranza di loro ha la possibilità di svolgere un attività, peraltro poco qualificante, all’interno dell’istituto;

in che tempi verrà ripristinato l’organico degli agenti di polizia penitenziaria, degli educatori e degli psicologi;

cosa si intenda fare per vigilare affinché venga garantito il diritto alla salute dei detenuti considerata la presenza di 70 tossicodipendenti e di numerosi casi psichiatrici;

in particolare, quali notizie ulteriori dispongano i ministri interrogati sulla morte di Fernando Paniccia, se siano stati messi in atto tutti gli accorgimenti del caso vista la sua condizione di infermità mentale e se il Ministro della giustizia intenda avviare un’indagine amministrativa interna al carcere per individuare eventuali responsabilità in merito al suo malore, al mancato ricovero seguito e alla sua successiva morte;

in che tempi verrà abbattuto il muretto nella sala colloqui e quando sarà consentito ai bambini di avere colloqui in un luogo meno deprimente; quando verrà istituita l’area verde;

quando verranno ripristinati fondi adeguati per la manutenzione ordinaria, per l’acquisto di materiali per la pulizia delle celle e per i sussidi per i detenuti più indigenti;

in che tempi gli ergastolani del carcere di Sanremo potranno vivere una detenzione secondo quanto previsto dalla normativa vigente, cioè scontando la pena in istituti ad hoc, in isolamento notturno e con l’obbligo di lavorare;

in che tempi verrà sanata la violazione normativa riguardante l’inesistenza di un regolamento interno all’istituto.