Terzorio, il Sindaco Ferrari interviene sul documentario “Come un uomo sulla Terra”

14 gennaio 2011 | 15:06
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Terzorio, il Sindaco Ferrari interviene sul documentario “Come un uomo sulla Terra”

“E’ indispensabile che i pubblici amministratori distolgano lo sguardo dal loro ombelico, in questo modo i problemi del pianeta non si risolvono!” dice Ferrari

Giovedì 13 gennaio al centro polivalente di Imperia Porto Maurizio, è stato proiettato il documentario “Come un uomo sulla Terra”
di Andrea Segre, Dagmawi Yimer e Riccardo Biadene.
L’evento è stato organizzato da varie associazioni operanti in provincia, che si occupano di cooperazione con paesi in via di sviluppo.
Era presente ed è intervenuto all’incontro l’avvocato etiope Dagmawi Yiemer, protagonista e autore del documentario, nonché profugo egli stesso.
Si tratta di una testimonianza toccante sulla sorte di migliaia di migranti che scappano delle loro terre per i più disparati motivi.
Denominatore comune è la mancanza di libertà e futuro, visti nei diversi aspetti, che obbligano queste donne e uomini a fuggire dalla loro amata patria.
La prospettiva è quella di trovare migliori opportunità di vita, ma sempre più spesso sono vittime della tratta di esseri umani, venduti picchiati, torturati e stuprati e lasciati morire o uccisi.

Il Sindaco di Terzorio, Giacomo Ferrari, commenta così questa tragica situazione: "Occorre che l’occidente ricco ritrovi la ragione, e si faccia carico dei destini di queste persone che vivono la disperazione della mancanza di prospettive, noi dobbiamo capire che la prosperità passa attraverso il riscatto morale ed economico dei paesi in via di sviluppo.
Perchè noi da soli, non ci possiamo salvare, non possiamo continuare a produrre beni che non riusciamo a consumare; mentre i tre quarti del mondo non ha neanche l’acqua potabile.
E’ indispensabile che i pubblici amministratori distolgano lo sguardo dal loro ombelico, in questo modo i problemi del pianeta non si risolvono!
Il Governo Italiano è responsabile di un accordo sciagurato con la Libia, che ha l’obiettivo di fermare i migranti sul suolo di quel Paese, negando la possibilità di riconoscimento degli aventi diritto di asilo o protezione umanitaria; infatti in Libia non c’è nessuna struttura in grado di valutare tali requisiti.
Le vicende note non sono che la punta dell’iceberg della sciagura che questi uomini stanno patendo; i mezzi di informazione più popolari difficilmente dedicano spazi a questi drammi, solo alcuni media specializzati trattano stabilmente queste vicende, ma non basta, il mondo deve sapere, è per ciò che Dagmawi Yiemer sta girando l’Italia per far conoscere attraverso il suo documentario questa immane tragedia".