Riprende la stagione teatrale di Bordighera con “Casa di Bambola” in scena il 9 gennaio

7 gennaio 2011 | 13:47
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Riprende la stagione teatrale di Bordighera con “Casa di Bambola” in scena il 9 gennaio

Con questo allestimento la Compagnia Arcobaleno Teatro vuole ricordare la figura di Eleonora Duse, la prima interprete italiana dei testi di Ibsen, nel 150° anniversario della nascita

Riprende domenica 9 gennaio, alle ore 16,45, alla Chiesa Anglicana, con "Casa di Bambola" di Henrik Ibsen, la stagione teatrale di Bordighera, organizzata dal Comune e da Europa Spettacoli di Franco di Cagno. Il lavoro teatrale sarà portato in scena dalla Compagnia Arcobaleno Teatro di Varese che, con questo allestimento, vuole ricordare la figura di Eleonora Duse, nel 150° anniversario della nascita. La grande attrice è stata la prima interprete italiana dei testi di Ibsen.
Sul palco Silvia Donadoni, Sergio Stefini, Roberto Aielli e Alessandro Dinuzzi. La regia è di Sergio Stefini.
Costo del biglietto 15 euro.

La vicenda si svolge nella casa di Nora e Torvald Helmer, coppia borghese con tre figli: nel salotto “una stanza raccolta, arredata con
gusto e senza lusso” , così la descrive l’autore, Henrik Ibsen, nell’introduzione al dramma.
Di questo accogliente salotto, vero esempio di realismo teatrale, il pubblico non vedrà che un angolo spoglio con pochissimi elementi di arredo: alla vostra immaginazione di spettatori il compito di ricreare ciò che manca, alla nostra perizia di teatranti quello di non farvelo rimpiangere. Intorno a Nora e Torvald, quest’ultimo appena nominato direttore di banca, ruotano altri personaggi e vicende minori; anche qui abbiamo operato dei tagli, evidenziando solo le due figure che completano l’universo maschile con il quale Nora si rapporta: il dottor Rank, caro amico di famiglia e il procuratore nonché usuraio, Nils Krogstad, con il quale Nora ha contratto, all’insaputa del marito, un grosso debito che fatica a onorare ormai da otto anni.
Quando il marito scoprirà il “segreto” di Nora, il loro matrimonio mostrerà il lato più debole e provvisorio e crollerà fino alla rottura. Questa l’ossatura della ben congegnata vicenda che svela la fragilità della condizione umana quando è messa alla prova da eventi anche non eccezionali. Ritornare a distanza di anni, ancora una volta su questo testo dopo due precedenti allestimenti, ci ha permesso di cogliere, forse, dopo averlo implacabilmente sfrondato, la sua più vera e intima essenza teatrale.