Porto di Diano, replica del PD: “Il PdL si appiglia al luogo comune ‘è tutta colpa dei comunisti’ “

12 gennaio 2011 | 19:15
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Porto di Diano, replica del PD: “Il PdL si appiglia al luogo comune ‘è tutta colpa dei comunisti’ “

“E’ probabile che la irresponsabilità della bocciatura sia di chi il progetto lo ha redatto e non di chi lo ha bocciato trovandosi a dover valutare opere non conformi con le norme vigenti” dicono dal PD

La Segreteria del Partito Democratico di Diano Marina risponde alle dichiarazioni di alcuni esponendi del Popolo della Libertà inerenti la bocciatura del progetto di ampliamento del porto turistico della città di Diano Marina, tra i quali Marco Scajola ed il sindaco di Diano Marina Angelo Basso, che hanno fatto riferimento a quella che definiscono una “contrarietà demagogica di stampo comunista della sinistra”.

"Nel tentativo di fare un po’ di chiarezza, ci permettiamo di riportare alcuni stralci di quanto affermato nel documento di delibera della giunta regionale che ha portato a tale bocciatura.
L’ufficio V.I.A.(valutazione di impatto ambientale) regionale ha ravvisato in particolare che:

1) “L’ampliamento in progetto, attestato a profondità -5 m, limite esterno della fascia litoranea interessata dal trasporto, determina, pertanto, l’intercettazione completa del trasporto litoraneo, con effetti erosivi a carico della spiaggia compresa tra il torrente Varcavello e il torrente S. Pietro.”
In parole povere il progetto stesso, così come e’ configurato, impedirebbe il naturale ripascimento delle spiagge ad opera dei sedimenti trasportati dal torrente S.Pietro; questi ultimi sarebbero infatti dispersi lontano dalla costa, rendendosi così indisponibili nel processo di alimentazione degli arenili.
Continua: “Il progetto potrebbe, quindi, determinare un assetto costiero non auto sostenibile, ma dipendente da sistematici e onerosi interventi di ripascimento del litorale”.
2) “La previsione progettuale di realizzare un posteggio interrato di piazza J. Virgilio interferisce con la fascia di inedificabilità assoluta di cui all’art.14 della norma di Piano di bacino”
3) “Il progetto prevede la realizzazione di due autorimesse interrate e un manufatto a uso dell’Autorità portuale in area inondabile del torrente S. Pietro e si fa carico dell’allargamento della sezione idraulica del torrente stesso tra il ponte di via Roma e la foce, ma demanda l’adeguamento dei ponti di corso Roma e di via del Purgatorio e l’adeguamento delle sezioni idrauliche comprese tra il ponte RFI e il ponte di via Roma a progetti di sistemazione idraulica a tutt’oggi non approvati”
Il lettore a questo punto crederà, avendo letto le dichiarazioni targate PDL, che la perimetrazione delle aree di Inedificabilità assoluta e delle fasce di inondabilità del torrente S.Pietro siano state opera di pericolosi demagoghi bolscevichi.
Vediamo se ci viene in aiuto il documento sopracitato:
Leggiamo che il Piano di bacino per la difesa idraulica ed idrogeologica dell’Ambito di Bacino n. 7 Dianese e’ stato approvato con deliberazione 30 gennaio 2003, n.6 del Consiglio provinciale di Imperia. Inoltre, sono stati definiti gli Ambiti normativi relativi delle fasce di inondabilità e la relativa norma con deliberazione 30 settembre 2008, n. 81 del Consiglio provinciale di Imperia.
Ora i casi sono due: o il Consiglio provinciale di Imperia nell’ultimo decennio e’ stato costituito unicamente da residuati del partito comunista e non ce ne siamo accorti oppure le dichiarazioni degli esponenti del PDL sono forse da rivedere. E’ probabile che la irresponsabilità della bocciatura sia di chi il progetto lo ha redatto e non di chi lo ha bocciato trovandosi a dover valutare opere non conformi con le norme vigenti.
Ci sembra di poter concludere dunque che la demagogia appartenga non tanto a chi recepisce semplicemente i pareri degli uffici regionali ma a chi, non sapendo come contestarli, si appiglia al solito (ormai abusato) “è tutta colpa dei comunisti”.

Marco Ghirelli e Davide Damonte