Polemiche al Festival: censurato perché anti-leghista il testo di Tricarico? La Caselli smentisce

19 gennaio 2011 | 13:11
Share0
Polemiche al Festival: censurato perché anti-leghista il testo di Tricarico? La Caselli smentisce

Il testo originale del brano del cantautore milanese, che si intitolava “La Nebbia” recitava: “…quelli nella nebbia hanno la bandiera verde, la nostra tre colori ha”

A meno di un mese dall’apertura del magico sipario del Teatro Ariston sulla sessantunesima edizione del Festival della Canzone Italiana, ecco immancabile la prima polemica che parla di censura da parte della casa editrice Sugar, rappresentata dalla discografica modenese Caterina Caselli, nei confronti della canzone che verrà eseguita dal cantautore milanese Francesco Tricarico, in arte semplicemente Tricarico.
Il caso è stato sollevato dal presentatore Rai Massimo Giletti nel corso del suo settimanale programma L’Arena che va in onda durante il primo pomeriggio della Domenica su Raiuno. La canzone di Tricarico, scritta e musicata in collaborazione con il chitarrista degli Avion Travel Fausto Mesolella, in origine doveva intitolarsi “La Nebbia” ed una delle sue strofe testualmente recitava: “…quelli nella nebbia hanno la bandiera verde, la nostra tre colori ha”, una chiara contrapposizione tra lo stendardo verde dei supposti popoli padani, vessillo della Lega Nord, ed il Tricolore, simbolo dell’Italia unita, in cui dovrebbero riconoscersi tutte le genti italiche. Come momento per celebrare il centocinquantesimo anniversario dell’Unità nazionale in contrapposizione a certe tendenze centrifughe nulla di male.

Letto il testo primitivo però, si vocifera che la discografica Caterina Caselli, nota come “Casco d’oro” quando cantava ed era una delle urlatrici tanto in voga alla fine degli anni sessanta, abbia chiesto a Mesolella di modificare il testo onde non incorrere negli strali della critica che avrebbe avuto gioco facile nel bollarlo come testo politico in funzione antileghista.
D’altronde la politica a Sanremo ci sta un po’ come i cavoli a merenda e si sa che al suo grande pubblico nazional- popolare le canzoni sfacciatamente politiche non piacciono troppo. Si correva, dunque, il concreto pericolo che " La Nebbia" avrebbe avuto scarse probabilità di giungere sino in fondo alla Kermesse canora.Urgeva fare modifiche. Cambiata la strofa ,ora, nel punto contestato il testo recita così: "…quelli nei confini hanno la bandiera rossa, quelli sul monte hanno la bandiera bianca". Pure il titolo della canzonetta è stato mutato: ora non è più "La Nebbia", ma si chiama "Tre Colori".
In pratica la canzone ha recuperato il carattere di piacevole filastrocca che narra di un babbo che gioca ai soldatini di piombo con il proprio figliuolo dividendoli in tre eserciti, quello dalla bandiera verde, quello dalla bandiera rossa e quello dalla bandiera bianca. Colori che uniti producono, per l’appunto, il Tricolore cioè qul simbolo dell’Unità di patria per il quale un secolo e mezzo fa si immolò la miglior gioventù riformatrice e radicale italiana.
Anche nella versione riveduta, comunque, l’esercito dallo stendardo verde rimane confinato nelle nebbia: come non pensare alle nebbie padane. Caterina Caselli però è pronta a spergiurare che il cambiamento del testo è stato dovuto solamente a ragioni artistiche e di metrica, non certo a pressioni politiche.
Mesolella ha poi aggiunto di averlo concepito per accompagnare una melodia destinata ai più piccini, una filastrocca da presentare allo Zecchino d’Oro e che solo suiccessivamente la canzone è stata modificata per essere cantata da Tricarico a Sanremo. Il cantante milanese, però, presentando il proprio brano ha aggiunto che "…il verde è solamente uno dei colori del nostro Drappello nazionale, a cui abbiamo aggiunto il bianco ed il rosso: meglio tre che uno", quasi a voler sottolineare che sarebbe cosa buona per celebrare il tondo genetliaco della Patria, riscoprire le ragioni unitarie a scapito delle tendenze centrifughe rappresentate da un ben definito partito di governo: più politico di così.

Sergio Bagnoli