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/La CISL FP di Imperia fa suo l’allarme lanciato dall’associazione Nazionale Magistrati
5 gennaio 2011 | 14:33
“I principali sconfitti sarebbero i cittadini e quei lavoratori che ogni giorno, a fronte delle pesanti carenze di organico, spendono le proprie energie per far funzionare meglio la giustizia del nostro Paese”
Su proposta del Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta, il 22 dicembre il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva il nuovo Codice dell’Amministrazione Digitale.
Spiega una nota del dicastero del ministro Brunetta, «nasce dalla convinzione che la digitalizzazione dell’azione amministrativa sia una vera e propria funzione di governo, imperniata sui principi di effettività e risparmio. I maggiori benefici si realizzano nei settori sanità e giustizia…”
Un pilastro su cui poggia il disegno di modernizzazione e digitalizzazione della PA…affermano… definito nel Piano industriale presentato dallo stesso Ministro Brunetta nel maggio 2008……
Ecco immediatamente la contraddizione: La sospensione dei servizi di manutenzione e assistenza ai sistemi informatici, in atto formalmente dal 1 gennaio del 2011, che è arrivata come una doccia fredda con specifica circolare del Ministero della Giustizia giunta negli uffici periferici della Giustizia il giorno 31 dicembre 2010( pensiamo ad es. al Tribunale di Milano, ove è stato sperimentato il processo civile telematico, già messo in discussione negli ultimi mesi a causa di un contratto di assistenza inadeguato).
Il perché? Scarsità di fondi da investire nei servizi di manutenzione e assistenza ai servizi informatici: il risultato? Problemi operativi per il personale delle cancellerie che non avrà piu’ l’assistenza necessaria (ad es. per problemi tecnici andava contattato un call center), problemi per i cittadini per i conseguenti disservizi.
Ancora una volta prendiamo atto della scarsa importanza che viene attribuita al settore giudiziario che continua a non essere considerato “un settore strategico per il paese”. Ci sono voluti anni per riconoscere il diritto alla carriera dei lavoratori della Giustizia, ora assistiamo all’ennesima contraddizione politica che da una parte lancia proclami di grandi riforme e dall’altra taglia le risorse necessarie per realizzarLe.
Con provvedimenti iniqui e se l’informatizzazione dovesse venire meno, i principali sconfitti sarebbero i cittadini e quei lavoratori che ogni giorno, a fronte delle pesanti carenze di organico, spendono le proprie energie per far funzionare meglio la giustizia nel nostro Paese. E sono tanti.
Spiega una nota del dicastero del ministro Brunetta, «nasce dalla convinzione che la digitalizzazione dell’azione amministrativa sia una vera e propria funzione di governo, imperniata sui principi di effettività e risparmio. I maggiori benefici si realizzano nei settori sanità e giustizia…”
Un pilastro su cui poggia il disegno di modernizzazione e digitalizzazione della PA…affermano… definito nel Piano industriale presentato dallo stesso Ministro Brunetta nel maggio 2008……
Ecco immediatamente la contraddizione: La sospensione dei servizi di manutenzione e assistenza ai sistemi informatici, in atto formalmente dal 1 gennaio del 2011, che è arrivata come una doccia fredda con specifica circolare del Ministero della Giustizia giunta negli uffici periferici della Giustizia il giorno 31 dicembre 2010( pensiamo ad es. al Tribunale di Milano, ove è stato sperimentato il processo civile telematico, già messo in discussione negli ultimi mesi a causa di un contratto di assistenza inadeguato).
Il perché? Scarsità di fondi da investire nei servizi di manutenzione e assistenza ai servizi informatici: il risultato? Problemi operativi per il personale delle cancellerie che non avrà piu’ l’assistenza necessaria (ad es. per problemi tecnici andava contattato un call center), problemi per i cittadini per i conseguenti disservizi.
Ancora una volta prendiamo atto della scarsa importanza che viene attribuita al settore giudiziario che continua a non essere considerato “un settore strategico per il paese”. Ci sono voluti anni per riconoscere il diritto alla carriera dei lavoratori della Giustizia, ora assistiamo all’ennesima contraddizione politica che da una parte lancia proclami di grandi riforme e dall’altra taglia le risorse necessarie per realizzarLe.
Con provvedimenti iniqui e se l’informatizzazione dovesse venire meno, i principali sconfitti sarebbero i cittadini e quei lavoratori che ogni giorno, a fronte delle pesanti carenze di organico, spendono le proprie energie per far funzionare meglio la giustizia nel nostro Paese. E sono tanti.
Il Segretario Generale
Vittorio Maccario