Il Comitato Difesa ospedale St.Charles illustra la grave situazione in un incontro con l’ASL
I tagli sull’Ospedale di Bordighera invece sono continui e tutto questo comporta anche meno fondi all’assistenza ospedaliera, e corrispondono a meno assistenza sul territorio
Erano presenti il sindaco Giovanni Bosio, il consigliere comunale Ugo Ingenito ed il segretario comunale Carmelo Cantaro per il Comune di Bordighera, il Presidente Donato Basilii ed i componenti del direttivo del Comitato, Claudio Gagliolo e Pasquale Mileto, oltre a rappresentanti dell’Ospedale Saint Charles.
L’argomento all’ordine del giorno riguardava la situazione attuale dell’Ospedale con le iniziative che il Comitato vorrà proporre per scongiurare ulteriori tagli.
Unanimità di intenti, con il primo intervento del sindaco Giovanni Bosio, che ha posto come essenziale la salvaguardia dell’Ospedale Saint Charles e di tutti i servizi principali, chiarendo che la convenzione trentennale, gratuita, con l’ASL riguarda servizi minimi di base come struttura ospedaliera, che dovrebbero essere efficaci al 100%, e c’è molta preoccupazione per il depotenziamento di alcuni reparti ma in generale per tutto l’Ospedale. Informa inoltre che in data 8 novembre 2010 era stata fatta richiesta di incontro urgente con il Direttore Generale dell’ASL e che questo incontro è stato fissato, solo da poco tempo, per il prossimo venerdì 21 gennaio.
Questo incontro con l’ASL, oltre che per cercare di risolvere gli impegni della convenzione, anche per evitare conseguenze negative derivanti da manifestazioni di cittadini.
La preoccupazione si estende sulla quota paritaria che non viene rispettata da anni, come da convenzione, rispetto alle realtà ospedaliere di altre province. per questo motivo la preoccupazione non è solo dell’Amministrazione bordigotta proprietaria dell’edificio ospedaliero, ma si estende anche agli sindaci dell’intera Provincia di Imperia. E non solo. Infatti, la vicenda, Bosio la sta combattendo assieme al sindaco di Ventimiglia Scullino, al sindaco di Sanremo Zoccarato, al sindaco di Imperia Strescino, al Presidente della provincia Sappa ed ai consiglieri regionali Scajola e Saso.
Ha ricordato, infine, che nelle delibere della Conferenza dei Sindaci, per le questioni ospedaliere, non ha diritto di voto essendo, il Comune di Bordighera, proprietario dell’immobile dove opera l’Ospedale Saint Charles. L’intervento del consigliere comunale Ugo Ingenito è stata una panoramica sulla situazione ospedaliera dei vari reparti, ribadendo la preoccupazione generalizzata per Bordighera e Ventimiglia per il nostro Ospedale, ma anche per Sanremo, per quello che sembrano gli intenti della ASL.
Ingenito ha rimarcato inoltre che, oltre ai servizi essenziali ospedalieri, con il rispetto della convenzione, servirebbero altri importanti servizi come quelli dell’assistenza ai disabili, le assistenze a domicilio ed altri importanti servizi sui quali non si ha la possibilità di intervenire.
Il Presidente del Comitato della Difesa dell’Ospedale Saint Charles, Donato Basilii, si è mostrato d’accordo con gli interventi di Bosio e di ingenito, dichiarando che comunque ognuno dovrà assumersi le proprie responsabilità.
Battagliero Basilii che ha messo in evidenza la gravità della situazione e che, comunque, la popolazione dovrà essere messa al corrente di quello che sta accadendo e che, con i continui tagli, e quindi per gradi, si rischia la chiusura, con il tempo, del nostro Ospedale.
Polemico Basilli sul raffronto con altre realtà ospedaliere, soprattutto di Genova, dove non solo non vengono fatti tagli ma investimenti su nuovi reparti e nuovi padiglioni.
I tagli sull’Ospedale di Bordighera invece sono continui e tutto questo comporta anche meno fondi all’assistenza ospedaliera, e corrispondono a meno assistenza sul territorio.
Questioni che danneggiano il nostro Ospedale da anni, per convenzioni non mantenute, nonostante sia presente al Saint Charles una classe di operatori sanitari, sia medici che infermieristici, molto efficiente.
Coinvolgente Basilli che chiede la partecipazione di tutti, istituzioni, associazioni e cittadini, per cercare di ottenere il massimo risultato, comunicando inoltre che il Comitato non ha intenzione di attendere oltre ed è determinato ad una protesta pacifica, organizzata con i cittadini.
Ultima "chicca" per chi non lo sapesse ancora: il centralino dell’Ospedale Saint Charles è stato chiuso e le telefonate passano attraverso l’Ospedale di Sanremo.
Si attende l’incontro di venerdì 21 gennaio tra gli amministratori comunali e la direzione generale dell’ASL, sperando in notizie più positive.
I punti fondamentali della situazione della sanità nel Ponente
Per fare una valutazione della sanità nell’estremo ponente ligure, e precisamente nel comprensorio intemelio, si devono evidenziare due cose:
1 – grave disagio riguardo alla quota capitaria mai equiparata in più di vent’anni, penalizzazione riconosciuta dallo stesso Consiglio regionale;
2 – chiara volontà della Regione di risparmiare sulla provincia di Imperia ed a sua volta dell’ASL, di risparmiare e quindi tagliare su Bordighera.
In seguito agli ultimi indirizzi presi dal Direttore Generale appare evidente l’intenzione non dichiarata, ma in corso di realizzazione, di trasformare l’Ospedale Saint Charles in un centro di riabilitazione più un centro lungo-degenti.
Tutto questo viene naturalmente giustificato con il fatto che un domani verrà costruito un ospedale unico ad Arma di Taggia (quale domani non si sa) perché non esistono i fondi e neppure la certezza del luogo.
Ma nel frattempo a subire tutti i disagi e le limitazioni al diritto alla salute saranno i cittadini del comprensorio intemelio.
Ora vi spieghiamo attraverso quali passaggi si arriverà per gradi a questa situazione.
A) Per ordine della direzione ASL tutte le urgenze chirurgiche, mediche – ortopediche, bypassano il pronto soccorso di
Bordighera;
B) La traumatologia è stata trasferita a Sanremo;
C) Si vuole trasformare la chirurgia in week surgery aperta da lunedì a venerdì (teniamo presente che la chirurgia non è
improduttiva ed i dati lo confermano sia come qualità che quantità);
D) Il cardiologo è presente a Bordighera solo due volte alla settimana, malgrado da oltre dieci anni sia richiesta una
presenza giornaliera;
E) In radiologia sono in servizio solo tre radiologi che devono svolgere tutto il lavoro sia interno che ambulatoriale
esterno con gravi disagi e lunghe liste d’attesa;
F) Si comincia a mettere in discussione il polo di eccellenza perché gli operatori altamente specializzati sono stati invitati
a trasferirsi ad Albenga dove è stato aperto un nuovo ospedale (poi parliamo di risparmio e accorpamenti) e vi sono
spazi da riempire.
Teniamo presente che la chirurgia protesica era stata presentata dalla direzione ASL come il fiore all’occhiello dell’Ospedale di Bordighera.
Da quanto sopra esposto ne deriva che se non si fanno più urgenze, il pronto soccorso viene automaticamente ridimensionato.
La terapia sub intensiva non ha più motivo di funzionare, si inizia infatti a discutere sulla possibilità di togliere la presenza notturna dell’anestesista.
I cittadini del comprensorio intemelio, diciassette comuni con un totale di 58.000 abitanti, hanno già sperimentato questo procedimento di chiusura con il reparto di ostetricia e ginecologia.
Ora, sarebbe opportuno che si mobilitassero al di sopra di ogni colore politico per difendere il loro diritto alla salute in quanto una volta che un servizio ospedaliero è perso, lo è per sempre.
L’intervento di Donato Basilii
Questo il commento di Donato Basilii, Presidente del Comitato della Difesa dell’Ospedale Saint Charles:
Concordiamo con tutto ciò che ha detto il Dr. Ingenito. Inoltre:
Proponiamo al Presidente della Conferenza di Zona Scullino Sindaco di ventimiglia e al Sindaco Bosio di convocare una riunione della conferenza , aperta al pubblico, per illustrare la situazione attuale.
Dopo le ultime notizie sui tagli chiediamo ai nostri rappresentanti politici della regione di non fare a scarica barile sulle responsabilità dei tagli, ognuno si prenda le proprie responsabilità delle scelte fatte.
La Regione ha l’autonomia gestionale sui fondi che trasferisce lo Stato, nessuno li obbliga a tagliare sulla Sanità, sui servizi.
A nostro parere tutti, a partire dal governo centrale, potrebbero cominciare a tagliare sui costi della politica, non capisco cosa ne facciamo di mille parlamentari, i più pagati al mondo, come non capiamo cosa ne facciamo di quaranta consiglieri regionali, anch’essi i più pagati al mondo. Di tutte le Amministrazioni Provinciali, di tutti le Amm. Comunali esistenti. Non capiamo perche ai Direttori Generali, e a Dirigenti vengono dati quei lauti stipendi, più gli incentivi, le stock option, e quelle liquidazioni incomprensibili. “Dopo aver fatto quelle razionalizzazioni si potrebbe cominciare a parlare come e dove razionalizzare sui sevizi o altro”. Sono loro con che, con tutte quelle spese esagerate, hanno aumentato la spesa pubblica, e non i dipendenti che guadagnano circa mille euro al mese.
Proponiamo di dimezzarli ed a coloro che rimangono, dimezzargli lo stipendio, togliergli i premi che hanno sui risparmi faziosi e discriminatori per chi li subisce, togliere inoltre le liquidazioni milionarie.
Mentre sappiamo che, con quei fondi potremmo avere il nostro Ospedale, completamente funzionante ed all’avanguardia, che potrebbe far concorrenza alla Francia ed a Monaco, ed u n servizio sanitario provinciale adeguato alla bisogna.
Dopo aver letto l’articolo della settimana scorsa, vorremmo dire a Montaldo di non trovare scuse e giocare ancora a scaricabarile, perché mentre dice che non ha i soldi per la costruzione del nuovo Ospedale ad Imperia (Arma di Taggia), pare li abbia per finanziare la costruzione di nuovi padiglioni al Galiera, per finanziare il Gaslini e l’Evangelico a cui regalano anche l’Ospedale di Voltri, (strutture private di un certo tipo, convenzionate), li ha pure per il San Martino, e per costruire il nuovo Ospedale a ponente di Genova. La quota capitaria dei Genovesi ammonta a circa 2.900 euro procapite, anziché 2.050.
L’ospedale nuovo perché non lo fanno con i soldi dei privati ??? c’era una proposta in tal senso e sono stati spesi degli euro per consulenze date ad amministratori di Mestre, dove i privati hanno anticipato i fondi per la costruzione del loro ospedale, per recuperarli gestiscono gli appalti per 25 anni, dei servizi, parcheggi, le mese, le pulizie, il calore, non gestiscono i reparti di base o specialistici. D’altronde già nella nostra ASL circa 50 milioni di euro annui sono gestiti dai privati con gli appalti (le pulizie, le cucine, le lavanderie, il calore, la manutenzione degli impianti elettrici, ed anche servizi amministrativi, infermieristici, e OSS tramite l’Adecco) pere cui se i privati li anticipano sanno come e dove recuperarli, per la Asl non cambierebbe nulla.
Per cui cari amministratori regionali quando fate delle scelte non dovete scaricare le responsabilità ad altri, per giustificare le discriminazioni nei nostri confronti. Ed a coloro che sono stati eletti nella zona ed alzano la manina al momento del voto per approvare i tagli, le razionalizzazioni dei fondi, le quote capitarie, chiediamo più coerenza, e di non prenderci più in giro, comunicandoci che fanno delle iniziative per equiparare le quote capitarie della Liguria, fanno le interpellanze, dopo che, qualche giorno prima hanno votato a favore, sui sei milioni di euro che la regione ha tolto ulteriormente ad Imperia proprio dalle quote capitarie, che aggiunti alle quote storiche concesse in meno da circa venti anni, tale discriminazione oramai ammontano a circa 100 milioni di euro in meno l’anno. Per maggior chiarezza La quota capitaria serve per garantire i LEA, (livelli essenziali per l’assistenza) nei territori, i posti letto ospedalieri, i posti letto convenzionati presso le RP, i posti letto delle RSA, i pazienti seguiti dell’ADI, gli ambulatori specialistici, tanti euro in meno corrispondono a meno servizi dati ai cittadini Imperiesi ed intemeli, a noi del comitato, spendendo circa 1.500 euro procapite anziché quanto concordato tra Stato e Regioni che per il 2010, che ammontava a 2.050 euro a testa. La nostra Provincia viene finanziata con circa 1.500 a testa.