Diano Marina, PdL: “La bocciatura del porto turistico segna l’inizio della guerra elettorale”
“Ne è una dimostrazione il comportamento dei membri del PD, che plaudono masochisticamente alla decisione di Burlando & Co. e non trovano di meglio da fare che sterili polemiche”
Il Popolo della Libertà di Diano Marina esprime il proprio sostegno all’Amministrazione Basso e al Porto Turistico:
"La bocciatura del progetto di ampliamento del porto turistico di Diano Marina segna l’inizio della guerra elettorale per il rinnovo dell’amministrazione comunale della cittadina degli aranci.
Infatti solo dando una lettura politica al provvedimento della Giunta regionale di ieri se ne possono comprendere le “lontane” motivazioni.
Il progetto respinto comportava, di fatto, null’altro che la razionalizzazione dell’esistente approdo ( con lo spostamento a levante dell’imboccatura, al pari dei porticcioli limitrofi ) e, essendo del tutto privo di opere a terra, sia di tipo commerciale che residenziale , non implicava alcuna ulteriore cementificazione, anzi, integrandosi perfettamente con i giardini ed il centro storico retrostanti ne sarebbe stato il naturale complemento.
Dal punto di vista squisitamente tecnico, gli studi sulle correnti e sui movimenti sabbiosi, commissionati dal Comune di Diano Marina ai massimi esperti del settore, ovvero Dott. Arch.Valter Cattaneo,Dott. Arch.Giuseppe Galasso,Dott. Ing. Gesualdo Di Rosa,Dott. Ing. Paolo Gaggero, Prof. Ing. Piero Raul, insieme a tutto il personale dell’Ufficio Tecnico diretti dall’ Dott. Ing.Riccardo Volpara, non hanno segnalato alcun tipo di problematica, evidenziando invece la possibilità di ottenere un importante ripascimento degli arenili a ponente dell’attuale molo prospiciente la chiesa parrocchiale e un’efficace protezione delle spiagge di Borgo Paradiso dall’azione delle mareggiate di libeccio e maestrale.
Non si capisce quindi da quali studi e, soprattutto fatti da chi possano giustificare l’assessore Renata Briano e il suo presidente Burlando a stoppare il porto danese, se non, invece, la volontà, in perfetto stile vetero comunista, di conservare, ad ogni costo, lo stato di fatto delle cose, insensibili alle ricadute, sia occupazionali che di creazione di reddito, che l’intervento sull’approdo della città degli aranci avrebbe senza dubbio comportato.
Per quanto concerne l’adeguamento del letto del torrente San Pietro e dei suoi ponti, nel tratto compreso tra la ferrovia e la sua foce, le oper , propedeutiche alla realizzazione del porto, rientravano, e rientreranno, negli obblighi di cui si dovrà far carico chi realizzerà l’opera in oggetto e le relative progettazioni sono in avanzato corso di realizzazione; pertanto sarebbe bastato inserirle come prescrizioni, anziché sfruttare quanto sopra come pretesto per respingere, tout court, un opera di siffatta importanza.
Stessa cosa dicasi per l’ipotetica violazione delle norme di piano di bacino, di cui, stranamente, non si era fatta menzione alcuna nelle varie riunioni e conferenze di servizi sino ad ora effettuate.
Quanto sopra esposto, rende evidente , anche al più superficiale dei cittadini, la pretestuosità delle argomentazioni utilizzate dalla giunta Burlando come estrema ratio per di impedire ad un’amministrazione di centro destra di conseguire un importante risultato a ridosso delle elezioni amministrative.
Si è argomentato anche che, visto la crisi del settore nautico, la domanda di nuove imbarcazioni ha subito una sensibile contrazione.
A prescindere dal fatto che questa crisi , per quanto grave possa essere o esser stata, è destinata, nel medio termine, a risolversi, con la conseguente ripresa della domanda di imbarcazioni e quindi di posti barca e che non mettere in cantiere la ristrutturazione del porto di Diano Marina ci farebbe trovare, al solito, impreparati al momento della ripresa; le numerosissime richieste presentate, ad oggi, da privati per avere un nuovo posto barca, fanno ritenere che la realizzazione dell’opera in oggetto sia , di per sé, in attivo.
Siamo però alle solite: la giunta Burlando è ostaggio della sua parte più oscurantistica e retrograda, appartenente all’estrema sinistra pseudo verde, che vede l’economia ligure come un qualcosa che debba sempre rimanere nell’assistenzialismo ( su cui chi, da Genova, dispensa aiuti ha buon gioco nel ricavare consensi ) e votata ad un mai ben definito mix di industrializzazione, e commercio; non certo al turismo , visto che si impedisce, regolarmente, di realizzarne le infrastrutture che lo potrebbero e dovrebbero promuovere.
Fa male vedere come, pur di non consentire all’amministrazione Basso di conseguire un successo, frutto di anni di duro impegno e di investimenti, si preferisca boicottare un’opera di tale importanza solo per biechi fini elettorali / propagandistici all’insegna del tanto peggio, tanto meglio .
A dimostrazione di quanto detto basti vedere il comportamento dei membri del PD locale che, invece di insorgere contro il provvedimento genovese, che priva la loro città di un’opera strategica per il suo sviluppo, come stanno facendo i loro “compagni” ingauni, plaudono masochisticamente alla decisione di Burlando & Co. e non trovano di meglio da fare che sterili polemiche".