Muore 27enne obeso, Sappe: “Circuiti penitenziari differenziati per detenuti con problemi sanitari”
“Una soluzione al sovraffollamento penitenziario può essere la definizione dei circuiti penitenziari differenziati e, in questo contesto, la costruzione di carceri ‘leggere’ per i detenuti in attesa di giudizio o con gravi disabilità” dice Martinelli
Una prima soluzione al pesante sovraffollamento penitenziario può essere la concreta definizione dei circuiti penitenziari differenziati e, in questo contesto, la costruzione di carceri per così dire ‘leggere’ per i detenuti in attesa di giudizio o con gravi disabilità destinando le carceri tradizionali a quelli con una sentenza definitiva da scontare. Secondo i dati recentemente diffusi, è infatti emerso che l’80% dei circa 70 mila detenuti oggi in carcere in Italia ha problemi di salute, più o meno gravi. Il 38% versa in condizioni mediocri, il 37% in condizioni scadenti, il 4% ha problemi di salute gravi e solo il 20% è sano. Un detenuto su tre è tossicodipendente. Del 30% dei detenuti che si è sottoposto al test Hiv, il 4% e’ risultato positivo.
E ancora, il 16% soffre di depressione o altri disturbi psichici, il 15% ha problemi di masticazione, il 13% soffre di malattie osteoarticolari, l’11% di malattie epatiche, il 9% di disturbi gastrointestinali. Circa il 7% è infine portatore di malattie infettive. Tutto questo va ad aggravare le già pesanti condizioni lavorative delle donne e gli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria, oggi sotto organico di ben 6mila unità. Il dato importante da considerare è che i detenuti affetti da tossicodipendenza o malattie mentali, come ogni altro malato limitato nella propria libertà, sconta una doppia pena: quella imposta dalle sbarre del carcere e quella di dover affrontare la dipendenza dalle droghe o il disagio psichico in una condizione di disagio, spesso senza cure adeguate e senza il sostegno della famiglia o di una persona amica. Forse è il caso di ripensare il carcere proprio prevedendo un circuito penitenziario differenziato per queste tipologie di detenuti.”
E’ quanto dichiara Roberto Martinelli, segretario generale aggiunto e commissario straordinario per la Liguria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, il più rappresentativo della Categoria, in relazione alla morte nel carcere di Sanremo Valle Armea di un detenuto affetto da gravi disabilità motorie.
Martinelli torna a denunziare per l’ennesima volta le criticità del penitenziario Sanremese di Valle Armea: “A Sanremo mancano ben 85 agenti di Polizia Penitenziaria mentre i detenuti sono costantemente oltre la capienza regolamentare: 370/380 i presenti (il 60% dei quali stranieri) a fronte di 209 posti letto. E’ dunque necessario intervenire anche incrementando concretamente gli organici dei Baschi Azzurri in servizio a Valle Armea”.