L’inchiesta sulla discarica abusiva di Pieve: PERQUISITA l’Anas di Genova, sequestrati 50 faldoni

1 dicembre 2010 | 16:52
Share0
L’inchiesta sulla discarica abusiva di Pieve: PERQUISITA l’Anas di Genova, sequestrati 50 faldoni
L’inchiesta sulla discarica abusiva di Pieve: PERQUISITA l’Anas di Genova, sequestrati 50 faldoni
L’inchiesta sulla discarica abusiva di Pieve: PERQUISITA l’Anas di Genova, sequestrati 50 faldoni
L’inchiesta sulla discarica abusiva di Pieve: PERQUISITA l’Anas di Genova, sequestrati 50 faldoni
L’inchiesta sulla discarica abusiva di Pieve: PERQUISITA l’Anas di Genova, sequestrati 50 faldoni
L’inchiesta sulla discarica abusiva di Pieve: PERQUISITA l’Anas di Genova, sequestrati 50 faldoni

Dopo oltre otto ore di perquisizione, dalle 9 alle 17.30 circa, i militari della Guardia di Finanza di Imperia sono usciti dagli uffici Anas, di via Savona, con centinaia di pratiche dagli appalti, ai subappalti, ai giornali di cantiere e altro ancora.

E’ approdata, oggi, anche all’Anas di Genova con il sequestro di tutta la documentazione relativa alla variante della statale 28 di Pieve di Teco (Imperia), si parla di una cinquantina di faldoni, l’inchiesta della procura di Imperia sulla maxi discarica abusiva, considerata tra le piu’ grandi in Italia come rifiuti non pericolosi, costituita dagli scarti del materiale di scavo proveniente in larga parte dei lavori effettuati sull’importante arteria di comunicazione tra la costa ligure di Ponente e il basso Piemonte, sequestrata la scorsa settimana, a ridosso dei pilastri che sostengono il viadotto Uveghi, quello che precede l’ultima galleria prima di arrivare a Pieve di Teco, nell’immediato entroterra di Imperia.

Dopo oltre otto ore di perquisizione, dalle 9 alle 17.30 circa, i militari della Guardia di Finanza di Imperia sono usciti dagli uffici Anas, di via Savona, con centinaia di pratiche dagli appalti, ai subappalti, ai giornali di cantiere, passando per la corrispondenza, con particolare attenzione a quella intrattenuta con Luigi Gandolfo, l’ex sindaco di Chiusavecchia, titolare della ‘Galileo, la onlus che sotto mentite spoglie gestiva, a scopo di lucro, la discarica di Pieve di Teco che sorgeva su un terreno che la ditta aveva pagato 100mila euro pur non avendo liquidita’.

Lo stesso Gandolfo – indagato per truffa aggravata e una sfilza di reati ambientali – che risulta essere rappresentante legale di un’altra societa’, la ‘Ecoterra’, proprietaria di un altro sito utilizzato come discarica, in regione Santa Lucia, a Pontedassio. Oltre a Gandolfo sono formalmente indagati anche: il segretario comunale di Pieve di Teco, Alberto Marino, che deve rispondere di omissione di atti d’ufficio e abuso di ufficio, in concorso con l’architetto Alessandra Damonte, funzionario dell’Ufficio Tecnico dello stesso Comune.

Nei giorni scorsi, i militari della Finanza hanno perquisito anche l’ufficio del sindaco di Pieve di Teco, Alessandro Alessandri e quello suo di geometra; l’Ufficio Tecnico e quello della Segreteria generale dello stesso Comune e ancora tre studi professionali di Diano Marina: due di architetti e uno di geometra.