“Il battito nelle corde”: il Tennis Club Sanremo 1897 in un libro di Alessandro Mischi
E’ stato presentato, presso il tennis club matuziano, il nuovo romanzo del giornalista Alessandro Mischi.
Il libro è stato presentato il mese scorso a Roma, e non poteva mancare la tappa a Sanremo, proprio perchè la storia che viene narrata si svolge, almeno in parte, nello storico circolo matuziano.
L’introduzione porta la firma di Arrigo Sacchi, e questo è fonte di grande emozione e rispetto per l’autore stesso. "E’ la seconda prefazione che scrive in tutta la sua vita, e non ha voluto nessun compenso" spiega Mischi. "Questo mi dà la misura della stima che Sacchi ha per me, e ne sono onorato".
Il neo-presidente Riccardo Civarolo ha organizzato con entusiamo l’incontro di questa sera. "Da bambino frequentavo anch’io questo circolo" ha ricordato Civarolo, "e leggendo il romanzo di Alessandro Mischi ho rivissuto le stesse emozioni che provavo allora: un paese incantato, il paese delle meraviglie. Non si tratta di un circolo cosidetto esclusivo, ma di un luogo privilegiato dove sport e ambiente si sposano e vanno a braccetto insieme".
Il presidente, insediatosi con il cambio di gestione avvenuto lo scorso agosto, ha sottolineato come l’incontro con l’autore e giornalista Mischi sia anche un’occasione per avvicinarsi ai soci del circolo, per conoscerli meglio e far crescere, con loro, il club Sanremo 1897.
Alla presentazione ha partecipato anche l’assessore Gianni Berrino, che ha sottolineato quanto l’Amministrazione di Sanremo tenga al circolo tennis situato in zona Foce: "Si tratta di un circolo storico, un tempo non era solo un posto dove praticare sport, ma un luogo dove si riuniva il jet-set di Sanremo. L’evento culturale di questa sera è una novità, e denota in modo chiaro l’impronta che la nuova gestione vuole dare. Spero sia il primo di una lunga serie".
"Il battito nelle corde" è un romanzo di formazione, dove il protagonista, Patrizio, è un vero amante del tennis. Fin da bambino, egli adora lo "stock" che la pallina fa quando colpisce le corde della racchetta. Quel suono suscita in lui immensi sogni di gloria, destinati, purtroppo, a infrangersi di fronte alla dura realtà e all’imminente seconda guerra mondiale.
I racconti del campo di concentramento sono veri, poichè il padre dello stesso autore era stato prigioniero di questi campi, e il parallelo, portato all’estremo, tra la regola dell’eliminazione diretta, tipica del tennis, e l’eliminazione vera e propria dei detenuti è uno degli aspetti più disarmanti del libro: su 400 detenuti, ne torneranno a casa soltanto 4.
Dietro a Patrizio non possiamo che riconoscere Alessandro Mischi stesso, come lui ricorda: "Il tennis è sempre stato il mio grande amore. Da piccolo passavo le estati qui a Sanremo, venivo a trovare i miei zii, e per me questo circolo è il più bello del mondo, proprio perchè qui ho vissuto le sensazioni di armonia, di amore per il tennis, di giocare e di vedere giocare".
Con questo nuovo romanzo, Mischi ha voluto dare il suo tributo al tennis, in primis, e al circolo Sanremo 1897, che gli è entrato nel cuore, e dove, quando riesce, torna sempre con grande piacere.
"Non è la piscina, o la palestra, che rendono speciale un circolo, ma la passione che vi regna" sottolinea l’autore.
In questo romanzo troviamo personaggi che appartengono a epoce storiche diverse, campioni di questo sport più o meno noti, che, grazie alla magia della narrazione, convivono e si affrontano sui campi da tennis.
Vi è, inoltre, un personaggio reale, appartenente ai nostri giorni, al quale Mischi ha voluto dedicare un cameo. Si tratta del Maestro Fabio Orengo, che ha affascinato l’autore per il suo "perfetto rovescio tagliato".
"Vorrei ringraziare pubblicamente Alessandro Mischi" ha dichiarato con emozione Fabio Orengo, "sono rimansto positivamente colpito da questo tributo".
Ringraziamenti anche da parte del presidente Civarolo, che sottolinea come la struttura di Sanremo sia pensata per i ragazzi volenterosi che desiderino intrapprendere la strada del professionismo. In sala, tra gli altri, era presente anche Fulvio Fognini, padre dell’armese campione Fabio Fognini, che ha confermato quanta volontà e quanto impegno ci vogliano.