I Giovani Democratici di Imperia sulle dichiarazioni dei Giovani Padani

23 dicembre 2010 | 19:17
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I Giovani Democratici di Imperia sulle dichiarazioni dei Giovani Padani

“Non ci sono più spazi aperti in cui raccogliere cittadini intorno a valori come libertà, confronto e uguaglianza, sono stati quasi tutti spazzati via dalla cultura dell’incoltura, dalla bramosia dell’effimero, dal becero orgoglio dell’ignoranza”

L’attacco dei Giovani Padani (scritto con le maiuscole solo per distinguerli dai molti ragazzi che vivono nel nord Italia e che sono obbligati, loro malgrado, a vedersi associati a questa farsesca patria immaginaria), questo attacco al rifinanziamento dei centri sociali -che serve a coprire solo i costi d’affitto- è semplicemente stucchevole e crediamo che la risposta di Cutrera (CGIL) sia perfetta per chiarezza e sintesi.
Tuttavia, vorremmo porre l’accento su un paio di punti fondamentali, perché ne abbiamo piene le scatole di queste vergognose e ipocrite strumentalizzazioni.

1) I Giovani Padani si sono arrogati il diritto di parlare a nome dei "giovani per bene". E chi sarebbero questi "giovani per bene"? Forse la prole irregimentata e diligente della "gente per bene" con cui la propaganda berlusconiana e leghista si infarcisce la bocca? Solitamente chi è "per bene" lavora e studia, ma non è affatto detto che chiunque lavori e studi sia per bene, come dimostrano gli ultimi terrificanti dati sull’evasione fiscale in Italia (50,5% del reddito imponibile), di cui le padanissime e laboriosissime Lombardia e Veneto detengono il primato.
Questa è una nazione democratica, nell’ambito della quale può essere definito "per bene" chiunque viva secondo le proprie idee esercitando contemporaneamente le virtù sociali e obbedendo alle leggi, che garantiscono la convivenza civile. Le persone che corrispondono a questa descrizione sono milioni e milioni e possono riconoscersi in qualunque parte politica del paese. Non esiste il "partito della gente per bene". Esistono persone oneste e civili, a cui i partiti possono rivolgersi con i loro programmi, ma non arrogarsene il consenso.

2) I centri sociali "ammorbano"? Le parole sono importanti! Ammorbare significa rendere infetta l’aria, anche in senso figurato. Questa pratica non appartiene certo ai centri sociali, semmai è proprio la Lega che ne schiera i migliori campioni! La Lega che sfrutta ogni occasione per fomentare gli istinti più biechi dell’animo umano: violenza politica, isolamento egoistico, disprezzo del prossimo, razzismo, estremismo religioso… tutte forze disgregatrici delle società democratiche a cui i centri sociali giustamente si oppongono. Ci spiace che le dichiarazioni di alcuni singoli, scritte in un momento di furore, possano far temere il contrario; tuttavia, i centri sociali non sono fucine di nemici della società, né luoghi in cui si promuove l’isteria civica, insegnando a identificare superstiziosamente tutto ciò che è "altro da sé" come un potenziale pericolo.

Infine, andiamo oltre. La necessità di un centro sociale per promuovere un certo tipo di cultura, di musica, di idee, ha un risvolto amaro: non ci sono più spazi aperti in cui raccogliere cittadini intorno a valori come libertà, confronto e uguaglianza, in cui crediamo. Sono stati quasi tutti spazzati via dalla cultura dell’incoltura, dalla bramosia dell’effimero, dal becero orgoglio dell’ignoranza, dallo spregio verso qualunque attività umana che non porti immediato profitto, dallo schifo verso le mani tese al diverso. E, chissà come mai, questi sembrano proprio i frutti della migliore cultura berlusconiana e leghista.
Quindi non solo ribadiamo un fermo "giù le mani dalla Talpa e l’Orologio", ma ci auguriamo che quei valori di civiltà, umanità e solidarietà che spesso vi trovano asilo tornino al più presto a circolare con orgoglio tra maggioranza dei cittadini italiani.

Giovani Democratici di Imperia