Chiese abbellite per le festività: attenzione a falsi restauratori e benefattori
All’interno delle chiese o cappelle si eviti, inoltre, di lasciare oggetti facilmente asportabili, come candelieri, tabernacoli mobili, croci, campanelle liturgiche, quadri, sculture o statue di valore storico-artistico
E’ il tempo in cui gli edifici sacri vengono abbelliti con arredi liturgici particolari, paramenti e presepi a vantaggio della comunità e dei turisti certo, ma, anche, dei troppi malintenzionati che sono attratti da tale bellezza, e approfittano delle aperture straordinarie della chiese e della frenetica attività dei parroci e dei loro collaboratori per delinquere.
I casi più frequenti finora segnalati in Diocesi riguardano sedicenti restauratori – ricordiamo che sono tali solo operatori qualificati da un lungo e preciso iter di studi e di lavoro, con certificazione da parte delle competenti Soprintendenze, in genere persone ben note agli uffici diocesani – persone che offrono la loro opera quale ex voto per la scomparsa di un congiunto o a titolo promozionale, prospettando interventi a poco prezzo su oggetti di piccole dimensioni quali telette del Rosario, o della Via Crucis, candelieri, vasi portapalma – ben piazzabili sul mercato antiquario – e argenterie.
Inutile dire che, spesso, oltre a danneggiare irreparabilmente gli oggetti loro consegnati, il più delle volte, questi finti restauratori non restituiscono più le suppellettili sottratte con l’inganno.
Oltre al danno, dunque, per la collettività ed al patrimonio comune, anche la beffa, perchè tali personaggi inducono a commettere reato i parroci, che in buona fede affidano loro la suppellettile. Infatti, non essendo restauratori, si guardano bene dal ricordare ai parroci la necessità di ottenere le opportune autorizzazioni dalla Diocesi e dalla Soprintendenza competente, previste dalla normativa canonica e civilistica, prima di procedere al restauro.
Invitiamo pertanto a diffidare di quanti si presentassero con tali pretese, segnalando subito alle forse dell’ordine e in Diocesi l’accaduto, a tutela propria e delle altre comunità parrocchiali.
Suggeriamo inoltre alcuni accorgimenti che è opportuno applicare per arginare tali episodi, anche se possono sembrare banali:
All’interno delle chiese o cappelle si eviti di lasciare oggetti facilmente asportabili (candelieri, tabernacoli mobili, carte gloria, croci, campanelle liturgiche, quadri, sculture o statue di valore storico-artistico, reliquiari, tovaglie ricamate a mano).
Gli altari laterali dovrebbero risultare spogli anche per un motivo liturgico-pastorale.
Gli oggetti siano scrupolosamente conservati in ambienti chiusi da serrature sicure, le cui chiavi siano in uso solo al parroco e a poche persone fidate e conosciute, meglio se fanno parte del consiglio parrocchiale per gli affari economici
Chi ha le chiavi delle chiese o delle sacrestie non è autorizzato ad aprire ad alcuno, se non con esplicita comunicazione del parroco.
Si eviti di lasciare aperte le chiese dalla mattina alla sera senza la custodia necessaria.
E’ opportuno che chi apre le chiese per una celebrazione saltuaria richiuda prontamente se non è assicurata la custodia.
Alcuni Parroci hanno ottenuto una convenzione con il Comune di appartenenza per impiegare pensionati per farli partecipare a risolvere un problema che tocca tutta la collettività.
Si provveda ad istallare in chiesa e nei locali adiacenti il sistema antifurto: quelli già presenti siano sempre in funzione e siano periodicamente controllati dai tecnici che curano la manutenzione. La Conferenza Episcopale Italiana eroga finanziamenti annuali per l’installazione. In alcuni casi è stato utile anticipare la somma, rimborsata con i fondi dell’8×1000: l’Ufficio per i Beni Culturali e l’Edilizia di Culto è a disposizione per consigli.
Sarebbe opportuno che alcuni beni (dipinti, sculture, suppellettili) siano depositati in luoghi sicuri, qualora non vi siano i requisiti per la conservazione e la sicurezza, restando ferma la proprietà del bene e la possibilità di prelevarlo quando è necessario.
I libri liturgici in disuso e il libri antichi potrebbero confluire nella Biblioteca del Seminario dove sono tutelati, conservati e valorizzati. Nelle schede dei libri depositati viene menzionata obbligatoriamente la provenienza.
Si presti attenzione a chi fotografa nelle chiese senza autorizzazione, potrebbe trattarsi del primo passo per furti su commissione. Tale autorizzazione viene rilasciata dall’Ufficio Beni Culturali di concerto con il parroco dopo attenta valutazione delle reali motivazioni della campagna fotografica espresse dal richiedente su apposito modulo.
Ogni volta che si presenta l’occasione di innalzare impalcature, interne ed esterne, per lavori di ristrutturazione (i furti a volte sono collegati a questo evento), chiedere alla ditta se ha l’assicurazione in caso di furti facilitati dal cantiere.
E’anche nostro compito fornire alle parrocchie suggerimenti, consulenze e sopralluoghi qualora richiesti, per tutelare il patrimonio. Solo tramite la valorizzazione, la conservazione, la conoscenza e la sicurezza si possono difendere i nostri beni, che sono una fondamentale testimonianza della storia, dell’arte e della fede di una comunità cristiana.
Il Vicario generale
Don Umberto Toffani