Saso E Scajola (PdL): “Eataly pratica ad personam dalla fretta ingiustificata”

4 novembre 2010 | 13:33
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Saso E Scajola (PdL): “Eataly pratica ad personam dalla fretta ingiustificata”

“C’è il fondato timore che la grande distribuzione possa soffocare i piccoli produttori con il rischio conseguente di un impoverimento delle produzioni tipiche locali” dicono i due esponenti del PdL

Alessio Saso e Marco Scajola, rispettivamente Consigliere Regionale e Vice Capogruppo PDL, intervenuti in merito alla discussa variante dei criteri di programmazione commerciale ed urbanistica, con la quale Burlando vuole consentire di collocare in centro di Genova, al Porto Antico, una struttura di grande distribuzione su richiesta specifica del Comune e della Soc. Eataly, hanno dichiarato:

“E’ una deroga dalla fretta del tutto ingiustificata fortemente voluta da Burlando, che arriva, peraltro, come annunciato dallo stesso Assessore Guccinelli, a soli 3 mesi dalla revisione totale della programmazione commerciale ed urbanistica, la pratica Eataly che nei prossimi giorni approderà in Consiglio Regionale.
E’ una deroga discutibile perché, oltre all’urgenza non necessaria, adotta un metodo, volto unicamente a consentire un insediamento commerciale ad uno specifico soggetto economico. Genova ha comunque le sue caratteristiche, economiche ed urbanistiche, che sono ben diverse da quelle delle altre cittadine liguri. Chiederemo, pertanto, che sia, perlomeno, circoscritta solo ed esclusivamente alla città di Genova, onde evitare l’arrivo improvviso di altre realtà simili ad Eataly, che determinerebbe forti ripercussioni sul tessuto economico già radicato sul territorio della provincia di Imperia. C’è il fondato timore, infatti, che la grande distribuzione possa soffocare i piccoli produttori con il rischio conseguente di un impoverimento delle produzioni tipiche locali, punto di forza dell’economia della nostra provincia, in quanto anche di richiamo turistico. Peraltro, l’arrivo di questi colossi, se nell’immediato può portare posti di lavoro e visitatori, molto spesso, nel lungo termine, finisce per tradursi anche in chiusura di esercizi e nuova disoccupazione.”