Autunno nel segno della musica etnica alla Moscabianca di Ventimiglia

1 novembre 2010 | 10:33
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Autunno nel segno della musica etnica alla Moscabianca di Ventimiglia
Autunno nel segno della musica etnica alla Moscabianca di Ventimiglia
Autunno nel segno della musica etnica alla Moscabianca di Ventimiglia

Tre domeniche consecutive di novembre regalano “Tracce” nuova rassegna a cura di Alex Cosentino e Angelo Giacobbe dedicata alla musica folk d’autore ed alle sue contaminazioni con ll’universo jazz.

Autunno nel segno della musica etnica alla Moscabianca di Ventimiglia: tre domeniche consecutive di novembre regalano “Tracce” nuova rassegna a cura di Alex Cosentino e Angelo Giacobbe dedicata alla musica folk d’autore ed alle sue contaminazioni con ll’universo jazz.

Il debutto domenica 07 novembre con il concerto di Armando Corsi, chitarrista ligure molto apprezzato e di grande espressività il quale, nel corso della serata, presenterà la propria recente fatica discografica intitolata "Alma". La domenica successiva sarà poi la volta dell’esibizione live del Valbossa Trio, guidato dalla carismatica voce della cantante brasiliana Valbilene Coutinho. Chiude, domenica 21 Novembre, lo swing speziato da influenze etniche della cultura zingara manouche, del Gianguregna Duo, ovvero Marco Parodi e Christophe Kerleau.

Alle esibizioni musicali si uniscono degustazioni e ottimi vini e drink.

BIOGRAFIE

ARMANDO CORSI

Nel 1947 Nasce a Genova Armando Corsi, “la chitarra che sorride” come gli addetti ai lavori definiscono questo musicista riservato ed apparentemente introverso.

Quarant’anni anni di musica che iniziano nelle vecchie osterie di Genova dove gli anziani si radunavano la domenica tra ballate dialettali e brani classici; che passano attraverso l’America Latina con le grandi compagnie di crociera e tanta attenzione per musicisti come J. Gilberto, A.C. Jobim, A. Piazzolla e giunge a collaborazioni che, partendo da Paco De Lucia, Eric Marienthal Anna Oxa,ecc.. ed arriva fino ad Ivano Fossati con il quale divide quattro anni di tournèe.

Il 1995 è un anno molto importante per Armando Corsi perchè nasce il suo primo progetto da solista: "Itinerari" è un percorso musicale di ampio respiro fra i suoni e le culture del mondo dove Corsi si esprime come compositore, arrangiatore, produttore e naturalmente musicista.

Nel gennaio 2002 esce il compact disc "Duende" per l’etichetta "Officinae Artist" in collaborazione con Beppe Quirici ed Elio Rivagli.

Nel 2006 collabora con Samuele Bersani scrivendo a quattro mani il brano “Come due somari”, facente parte dell’album “L’aldiquà”-

Risale all’anno 2006 “Buena suerte” album che si avvale di ospiti quali Bruno Lauzi, (Autore insieme ad Armando del brano “ Sia benedetto il samba”) Mario Arcari, Fabio Vernizzi, Marco Fadda. In questo disco Armando si ispira alla musica latina.

Nel 2008 l’uscita dello splendido album live "La via dell’amore" al fianco del grande e indimenticabile musicista e compositore Beppe Quirici.

Nell’ Ottobre 2010 esce "Alma", per OrangeHomeRecords distribuzione Felmay.

Questo disco è una rivisitazione in chiave personale e originale del Fado, canto popolare portoghese. In veste qui decisamente inedita e straordinaria prevede l’apporto di armonie vocali e strumentali inconsuete e in particolare l’innesto di percussioni e fiati.

www.armandocorsi.net

VALBOSSA TRIO

Il Valbossa Trio deriva il proprio nome dalla figura carismatica della sua cantante-percussionista, la brasiliana Valbilene Coutinho Palmucci e da uno dei generi maggiormente suonati: la bossa nova. La formazione del ponente ligure propone dunque un repertorio raffinato composto dai grandi classici della musica brasiliana, passando dalla sopraccitata bossa nova alla samba, con canzoni di Antonio Carlos Jobim, come “La Ragazza di Ipanema” (composta con Vinicius de Moraes), di Toquinho, come “Aquarela do Brasil”, di Caetano Veloso, di Joao Gilberto.

GIAN GUREGNA DUO

Il jazz è americano, ma la musica non ha patria. E il jazz è musica. Noi suoniamo un tipo di jazz che è in stretti rapporti con la cultura europea, ma è sempre jazz. Perchè il jazz ha regole espressive da cui non si può derogare". (Django Reinhardt).

Lo spirito di Django Reinhardt è nella musica una presenza costante. Lo swing di impronta manouche è ormai un fenomeno che ha saputo valicare ogni confine, da anni anche quello nostrano. Perché le mitologie sanno viaggiare, valicare le montagne, conquistare i popoli. È così che lo spiritello geniale dello swing europeo ha saputo abitare le credenze (musicali) pedemontane. Lo ritroviamo identico, con frasi nette e melodiche, con il suo swing dritto, diretto, inarrestabile, immediato, con la sua musica muscolare, quasi un antico rito da "body-building" strumentale. Ma ogni popolo ci mette il suo, si appropria dei miti, ribattezza nella storpiatura vernacolare i nomi delle leggende. Così è nato Gian Guregna…

Le frasi di Marco Parodi, raffinato solista, sono sorrette dall’energica quanto leggera ritmica del chitarrista Christophe Romeo Berthomme Kerleau. Swing vitale, creatività vivace e funambolica tecnica si fondono nel segno del jazz e della tradizione zingara manouche.

Il genere proposto è uno swing dalle sonorità quasi "da camera", ricco d’influenze etniche della cultura zingara; il repertorio spazia dalle composizioni di Django Reinhardt a brani originali fino più noti standards del jazz, senza dimenticare le composizioni tradizionali gitane, il valse musette e rielaborazioni di canzoni italiane.

Il duo, nella sua forma più ampia del quartetto Les Swing Manouche, ha al suo attivo l’album “Reverie de Django”, edito nel 2004 per l’etichetta milanese Music Center.