Consiglio Regionale: salvaguardare le strutture alberghiere con incentivi e benefici fiscali

17 settembre 2010 | 11:57
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Consiglio Regionale: salvaguardare le strutture alberghiere con incentivi e benefici fiscali

“Valorizzare le realtà alberghiere attraverso una normativa che agevoli e favorisca la realizzazione di nuove strutture ed incentivi dal punto di vista qualitativo la ristrutturazione di quelle esistenti”

I consiglieri regionali Massimo Donzella e Armando Ezio Capurro hanno presentato oggi una interpellanza al presidente della Giunta Claudio Burlando al fine di salvaguardare le strutture alberghiere, da sempre volano trainante dell’economia della nostra Regione attraverso la predisposizione di appositi incentivi e previsioni di benefici anche di natura fiscale a favore del settore, come ad esempio lo sgravio dell’IRAP.

“La Liguria ha, per sua vocazione, una forte connotazione turistica, che la pone tra le mete preferite dei turisti stranieri e italiani; la capacità ricettiva della nostra regione è da sempre tra le caratteristiche di eccellenza del prodotto turistico ligure; non a caso la storia degli hotel ha spesso coinciso con la storia delle città, come dimostrano gli esempi di Rapallo, S. Margherita Ligure, Sanremo, Alassio, Finale, Loano, Varazze e altre località liguri”.

Donzella e Capurro forniscono una serie di interessanti dati che dimostrano come la consistenza ricettiva della Liguria è fortemente diminuita negli ultimi trent’anni, passando dai 2.472 alberghi del 1983 agli attuali 1.580 (- 36.08%);
conseguentemente anche il numero dei posti letti è diminuito passando dagli 88.076 del 1983 agli attuali 73.989 (-16,00 %);
nel dettaglio la Provincia di Genova dal 1983 ad oggi ha visto ridurre la consistenza degli esercizi alberghieri del 41.12 % (passando dai 676 alberghi del 1983 agli attuali 398) mentre i posti letto sono diminuiti del -13.64% (da 21.801 agli attuali 18.828);
il dato della Provincia di Genova risulterebbe maggiormente negativo se non ci fosse stato negli ultimi anni un forte incremento delle strutture alberghiere nel capoluogo dopo gli eventi delle Colombiadi, G8 e Genova Capitale Europea della Cultura;
la Provincia di Imperia dal 1983 ad oggi ha visto drasticamente ridurre il numero degli alberghi del 52.50% (passando dai 621 del 1983 agli attuali 295), mentre i posti letto sono diminuiti del 21.81% (da 19.104 agli attuali 14.937);
la Provincia di Savona dal 1983 ad oggi ha visto ridurre il numero degli alberghi del 29.16% (passando dai 950 del 1983 agli attuali 673), mentre i posti letto sono diminuiti del 19.15% (da 40.065 agli attuali 32.391);
la Provincia di La Spezia in virtù di una politica di marketing turistico, che sta premiando il territorio, dal 1983 ad oggi ha visto aumentare il numero dei posti letto dai 7.106 agli attuali 7.833 (+ 10.23%) riducendo, invece, il numero degli alberghi solo del 4.89% (da 225 nel 1983 agli attuali 214);
“La legge regionale n. 1 del 7 febbraio 2008 ad oggetto Misure per la salvaguardia e la valorizzazione degli alberghi e disposizioni relative alla disciplina e alla programmazione dell’offerta turistico-ricettiva negli strumenti urbanistici comunali, è stata promulgata – scrivono Donzella e Capurro – per evitare il fenomeno della dismissione degli alberghi, lasciando pur tuttavia degli spazi ai Comuni”.

L’articolo 2, comma 1, prevede l’assoggettamento a specifico vincolo urbanistico di destinazione d’uso ad “albergo” e sancisce l’obbligo di ogni Comune di effettuare un censimento delle sopramenzionate strutture sulle quali è scattato ope legis il ridetto vincolo e di adottare, conseguentemente, apposita deliberazione consiliare.
“Visto l’acceso dibattito in corso sul tema degli svincoli alberghieri – concludono Donzella e Capurro – e su quanto previsto dalla L.R. 1 del 7 febbraio 2008 diverse associazioni di categoria hanno espresso forti preoccupazioni”.
Tra questi, per esempio, l’associazione albergatori Rapallo – Zoagli, pronti ad affermare “…che un eventuale svincolo alberghiero e la trasformazione integrale in appartamenti residenziali sarebbe una mera speculazione edilizia a danno dell’intera comunità e risulterebbe stupefacente anche alla luce della legge regionale n.1/2008…”.