Riflessioni su alcuni aforismi di Ennio Flaiano, scrittore, giornalista e sceneggiatore

2 luglio 2010 | 08:53
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Riflessioni su alcuni aforismi di Ennio Flaiano, scrittore, giornalista e sceneggiatore

“Da quando l’uomo non crede più all’inferno, ha trasformato la sua vita in qualcosa che somiglia all’inferno”






In questi giorni mi è capitato di imbattermi in alcuni aforismi di Ennio Flaiano, scrittore, giornalista, sceneggiatore (sua la sceneggiatura di alcuni famosi film di Fellini: I vitelloni, La strada, La dolce vita…), che hanno catturato la mia attenzione per l’acume intellettuale e per la graffiante espressività. Sono guizzi di lampo che squarciano la diffusa oscurità dei nostri tempi e che costringono, almeno per un momento, a pensare. “Chi crede tanto in se stesso è uno con i piedi fortemente poggiati su una nuvola”: fotografa la realtà di un uomo talmente ripiegato su di sé ed aggrappato alle proprie forze da non accorgersi dell’inconsistenza di una scelta che non può offrire speranza e sicurezza alcuna. E’ una provocazione e un’implicita sollecitazione a correggere la miopia di uno sguardo costretto in un orizzonte assai limitato. E con quest’altra sentenza: “Da quando l’uomo non crede più all’inferno, ha trasformato la sua vita in qualcosa che somiglia all’inferno. Non può farne a meno”, Flaiano ci ricorda che l’eliminazione dalle coscienze dell’esistenza della sanzione ultraterrena per affrancare l’uomo da paure che ne condizionano la libertà, non solo non raggiunge il suo scopo, ma al contrario l’assenza di un qualsiasi riferimento trascendente fa precipitare la vita e la convivenza nel mondo a livello di una giungla selvaggia, un vero inferno, dove regnano violenza, prevaricazione, ingiustizia, sfruttamento da parte dei più forti sui deboli indifesi. Volendo rimuovere ogni ostacolo alla irrazionale smania di assoluta autonomia, l’uomo deve purtroppo subire pulsioni, reazioni, comportamenti tali che, come osserva acutamente Flaiano, anticipano in qualche modo l’inferno senza per altro offrire la garanzia di evitare quello che si tenta ostinatamente di cassare. Il primo antidoto per uscirne indenni è, dunque, una robusta iniezione di umiltà.

Don Giacomo Simonetti