Daniele Martinelli: il blogger venuto da Milano che “sputa” sentenze contro il Pdl/AUDIO

Un blogger di Milano che ieri sera, dopo i primi fischi al sindaco di Sanremo Maurizio Zoccarato, nel corso del suo intervento in piazza Cassini, ha cominciato a “sputare” sentenze e veleni contro tutto l’establishment del partito.
Ma chi è questo Daniele Martinelli? Un blogger di Milano che ieri sera, dopo i primi fischi al sindaco di Sanremo Maurizio Zoccarato, nel corso del suo intervento in piazza Cassini, ha cominciato a "sputare" sentenze e veleni contro tutto l’establishment del Pdl. A quel punto il sindaco, dopo la pressione del pubblico e la sua, ha abbandonato la fiaccolata, scortato dalle forse dell’ordine e dai suoi amici di partito.
UNA SUA BIOGRAFIA, TRATTA DAL SUO BLOG
Sono nato nel luglio del ‘69 a Romano di Lombardia (BG).
Diplomato in ragioneria, ho interrotto il corso di laurea in geografia all’università di Genova. Vivendo in Lombardia non riuscivo più a conciliare gli studi col lavoro.
Leggo libri, giornali e colleziono carte geografiche.
Suono la batteria fin da bambino, quando le costruivo da solo con i fustini del Dash e Dixan. Negli anni ‘80 sono stato uno dei primi e più assidui allievi di Alfredo Golino al Centro professione musica di Milano. Ho esercitato la professione di musicista fino a metà degli anni ‘90 suonando in centinaia di occasioni aggregato a gruppi funky e rock in piazze e locali. Ad un tratto la condizione di “operaio della musica” spinta dalla crescente crisi del settore mi ha scoraggiato. Oggi mi diverto a suonare senza l’assillo del guadagno, esibendomi da aggregato in jam-session in vari locali di Milano, dove ho avuto modo di riallacciare rapporti con diversi musicisti.
Ho amato il giornalismo fin da bambino senza rendermene conto. Mi precipitavo armato di carta e penna a chiedere informazioni ai malcapitati che facevano incidenti all’incrocio davanti casa. Ho cominciato a dedicarmi al giornalismo con cognizione di causa nei primi anni ‘90.
Nel ‘91 ho esordito in veste di dj in una piccola radio privata (2 ore di programma pomeridiano il sabato gratis).
Al ‘96 risale la pubblicazione del mio primo articolo di una corsa podistica su una rivista specializzata.
Al ‘97 il primo articolo di cronaca sull’Eco di Bergamo.
L’atletica è l’unico sport al quale ho prestato la mia attività giornalistica. In una decina d’anni ho commentato un migliaio di gare in “Tutto running”, spazio settimanale televisivo dedicato all’atletica trasmesso fino al 2008 sul network “Supersix” e sono stato il primo videomaker indipendente a fornire l’atletica autoprodotta trasmessa sui canali Rai, per i quali ho commentato gratis da aggregato diverse gare su richiesta dei giornalisti interni che mi chiedevano il favore.
La corsa la pratico io stesso da quand’ero ragazzino. Da modesto amatore ho agguantato qualche primato personale in varie distanze: 800 metri in 2′10″, 18′20″ nei 5.000 e 3h07′58″ in maratona, tempo ottenuto a Milano nel 2001 (ne ho corse 5 nell’arco di 7 anni).
Nel ‘97 ho cominciato a navigare in Internet e sempre in quell’anno ho esordito da giornalista nella redazione del telegiornale di Studio tv1.
Al ‘98 risale la prima produzione di Tutto running, anno dal quale con coraggio e un pizzico di spregiudicatezza mi dedico full time al mondo dell’informazione.
Ho realizzato decine di inchieste sul territorio senza mai mettere le radici nello stesso posto, anche se a fasi alterne sono rimasto legato a Studio tv1 per ben 11 anni. Emittente sulla quale dal 2005 al 2008 ho organizzato e condotto “L’Espresso”, trasmissione di dibattiti di attualità e politica che mi ha dato notorietà in Internet. Mi sono dimesso nel luglio del 2008, quando ho iniziato a collaborare da inviato ufficiale per il blog di Beppe Grillo dopo che mi ha invitato a parlare sul palco del V2-Day a Torino. Fino al 2009 ho collaborato da cronista giudiziario anche per il blog di Antonio Di Pietro nei tribunali di tutta Italia.
Attualmente collaboro col canale web di Radio Radicale per la quale realizzo servizi e inchieste di cronaca.
Nel febbraio del 2010 ho accettato la candidatura alle elezioni regionali della Lombardia con l’Italia dei Valori.
QUALCOSA IN PIU’ SU DI LUI
Il contatto con le segreterie di partito e i loro militanti mi ha fatto constatare come sia diffusa l’abitudine di considerare la politica un vitalizio da difendere in nome di un colore sposato. Tra le pieghe delle frasi non è difficile distinguere un politico militante che crede in un ideale da un opportunista cortigiano.
Sono iscritto all’ordine dei giornalisti ma non so che utilità abbia, visto che per l’ignavia di qualcuno la categoria ha perso credibilità e dignità. Troppo spesso per diventare giornalisti non è necessario disporre di adeguata cultura e conoscere i fatti con un minimo di specializzazione in una branca dell’informazione. Basta essere figli, nipoti, cognati o scendiletto compiacenti di qualche politico o di qualche editore. E’ il modo più breve e conveniente per fare praticantato e sperare di presentarsi all’esame di stato con buone possibilità di successo.
Vivere con dignità la professione di giornalista significa documentarsi sempre e avere una solida cultura di base. Il giornalista ideale è un soggetto temibile, spesso antipatico e anche cinico, a patto che racconti i fatti.
Tutti sono legittimati ad esprimere opinioni, a patto si conoscano i fatti di ciò che si sta giudicando.
Disporre di spazi e di mezzi per diffondere notizie è un’arma a doppio taglio: si guadagna stima e considerazione se si è realisti e al di sopra delle parti, si suscita pietà e umiliazione se si è servili col padrone editore. Soprattutto se è contemporaneamente politico.
Sono favorevole alla cancellazione o alla riforma dell’ordine dei giornalisti, ma non a lasciare allo sbando la professione perché non è sempre facile e alla portata di tutti raccontare la verità.
Sono favorevole alla cancellazione di ogni tipo di finanziamento pubblico a giornali e televisioni e trovo dannoso che un giornalista abbia contratti a tempo indeterminato. La poltrona sicura spesso fa perdere il mordente necessario per la rispettabilità di questa professione. Che purtroppo i mezzi di diffusione hanno reso sterile veicolo di popolarità finalizzata al soddisfacimento della propria vanità.
I conflitti di interesse che caratterizzano gli editori in politica hanno gravemente deteriorato la qualità dei giornalisti, responsabili dello scadimento della qualità delle informazioni e dell’abbassamento generale dello standard di attendibilità. Le notizie – ammesso che non siano tali – vengono spesso viziate e distorte per pubblicizzare il padrone. In questo senso la censura della notizia scomoda è un attentato al diritto dei cittadini di essere informati, oltre che alla propria dignità di giornalisti.
La televisione è un mezzo di generale disinformazione. Il “panino” dell’eterna par condicio dei telegiornali intrisi di dichiarazioni senza critica ha mandato in pensione il mordente del giornalista, cui spetta il compito di spiegare la versione attendibile da quella viziata. Ebbene, la disinformazione ha ormai assuefatto gli italiani a forme di giornalismo pubblicitario, che ha portato a un generale abbassamento dello standard morale dell’intera società. Silvio Berlusconi e Bettino Craxi sono i maggiori responsabili di questo passaggio da una società consapevole a una società degenerata, insensibile e indifferente alla corruzione. Loro i pionieri televisivi di espressioni come “giustizia a orologeria” “persecuzione giudiziaria” “sentenza politica”.
La tivù ha trasformato anche i giornalisti vittime di un sistema editoriale elitario e non libero. I giornali liberi in un libero mercato sarebbero stati più credibili. Ebbene, grazie ad Internet tutto ciò oggi è possibile. Il Fatto quotidiano creato col passaparola in rete e giunto nelle edicole ne è un esempio.
Internet è un formidabile strumento alla portata di tutti per fornire buona informazione. Basta attenersi all’ essenzialità della notizia e proteggere i dati sensibili come i gusti sessuali, gli stati di salute, le preferenze religiose e le generalità dei minori.
Internet ha già rivoluzionato il sistema della trasmissione delle notizie. Ognuno di noi è testimone dei fatti che gli accadono attorno. Siamo tutti potenziali giornalisti in grado di usare la rete per conoscere ciò che cerchiamo e per accrescere la nostra coscienza critica. Nella vetrina di internet non si può barare. Non ci sono raccomandati sovraesposti. In Internet emergono soltanto i migliori, e talvota anche i peggiori.
Ebbene, questo blog, più che un’esposizione di pensieri, vuole essere una voce critica costruita soltanto sulla verità dei fatti.