Domani (sabato 5): la celebrazione del 196° Anniversario della nascita dell’Arma dei Carabinieri
I festeggiamenti si terranno in piazza della Vittoria. Per l’occasione, il colonnello Franco Cancelli, comandante provinciale, comunichera’ i dati dell’attivita’ nell’ultimo anno.
E’ attesa per domattina (sabato 5), alle 10, in piazza della Vittoria, a Imperia Porto Maurizio, la Festa dell’Arma dei Carabinieri, che celebra il 196° anniversario dalla fondazione. Per l’occasione, il colonnello Franco Cancelli, comandante provinciale, comunichera’ i dati dell’attivita’ nell’ultimo anno.
ALCUNI CENNI STORICI DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Il corpo fu creato da Vittorio Emanuele I di Savoia, re di Sardegna, con lo scopo di fornire al Piemonte un corpo di polizia simile a quello francese della Gendarmerie. I compiti di polizia in quel periodo erano svolti dai Dragoni di Sardegna, corpo creato nel 1726 e composto da volontari, mentre parallelamente andava sviluppandosi il progetto di un apposito Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza.
Dopo l’occupazione di Torino da parte dei soldati francesi, alla fine del XVIII secolo, quando questi lasciarono il campo alla famiglia Savoia, con la legge reale del 13 luglio 1814 ("Regie Patenti"), fu istituito il Corpo dei Reali Carabinieri, al quale vennero via via assegnate crescenti funzioni di polizia. Essi raccoglievano l’eredità dei Reali Cavalleggeri che, a loro volta discendendo dal corpo dei Cacciatori Reali (poi riuniti nel Corpo dei Moschettieri di Sardegna), avevano maturato ragioni d’onore nella lotta al brigantaggio in Sardegna; dai Cacciatori derivano anche i Granatieri (appunto detti "di Sardegna"), la cui storia divide non pochi elementi con quella dei Carabinieri.
Da un punto di vista militare, si trattava di un corpo di fanteria leggera, e dunque più elitario rispetto ad un corpo di fanteria di linea; il primo personale arruolato fu infatti selezionato nell’eccellenza dei reparti piemontesi e per molto tempo restò un corpo d’élite (si pensi, ad esempio, che tutti i Carabinieri dovevano saper leggere e scrivere, capacità al tempo davvero minoritarie). L’arma tipica era ovviamente la carabina, non ancora del tutto rimossa dalle ordinanze per ovvi motivi di tradizione. Quest’ultima è stata recentemente del tutto sostituita con il fucile d’assalto Beretta AR 70/90. I Carabinieri vennero costituiti in " Arma " (così si chiama ciascuna delle componenti dell’Esercito) il 30 settembre 1873 diventando così la prima Arma dell’Esercito, o "l’Arma" per antonomasia.
1924, Venezia, carabinieri in Piazza San Marco
Come Arma i Carabinieri hanno combattuto in ogni conflitto nel quale l’Italia sia stata coinvolta, riportando molte perdite in termini di vite umane e componendo un imponente medagliere per atti eroici compiuti in ogni parte del mondo. I Carabinieri sono particolarmente orgogliosi della memoria del vice brigadiere Salvo D’Acquisto, che morì a Palidoro, vicino a Roma, durante la seconda guerra mondiale, ucciso dai tedeschi per rappresaglia dopo essersi autoaccusato, benché innocente, per salvare 22 condannati a morte per un presunto attentato nel quale erano morti due militari germanici. La storia dei Carabinieri è coronata di molti altri simili comportamenti altruistici, circostanza che ha garantito da sempre una grande popolarità all’Arma da parte della popolazione. Il contraltare della storia, però, porta ad annotare come l’Arma, e ciò è visibile anche nei vari documentari LUCE, abbia anch’essa marciato con il passo dell’oca pur nella sua intrinseca e capibile qualità di prima Arma del Regio Esercito. C’è da dire anche che all’Arma, in esecuzione delle proprie speciali prerogative sulle altre Forze armate , durante la Prima Guerra Mondiale fu richiesta la rigida applicazione delle norme del Codice Penale militare, allora in vigore, sui combattenti che si rendevano responsabili dei reati consumati "in zona di guerra e di fronte al nemico" (ad es. codardia, diserzione) e durante il periodo della dittatura fascista si ritrovarono a dover applicare le rigide leggi razziali. Va pur tuttavia ricordato che circa 2.700 carabinieri subirono la deportazione per essersi rifiutati di applicarle.
Elevamento a forza armata autonoma
I Carabinieri fino all’anno 2000 erano parte integrante dell’Esercito Italiano con il rango di arma (definita «prima arma dell’Esercito»), attraverso l’art. 1 della legge delega 31 marzo 2000, n. 78[3] i Carabinieri vengono elevati a Forza Armata autonoma con rango di Forza Armata , nell’ambito del Ministero della difesa.
Nonostante il nuovo rango di Forza Armata secondo i principi stabiliti dalla legge 18 febbraio 1997, n. 25 sui vertici militari, ancora in vigore, non è concesso a un ufficiale dei Carabinieri di ricoprire la carica di Capo di Stato Maggiore della Difesa che può essere assunta solo da un ufficiale (con determinato grado) dell’Esercito, della Marina o dell’Aeronautica.[4]
Dall’anno di elevamento al rango di Forza Armata al pari delle altre, anche l’Arma dei Carabinieri ha come Comandante Generale un Ufficiale Generale proveniente dai suoi ranghi. Il primo Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, proveniente dalle sue stesse fila, è stato il Generale di Corpo d’Armata Luciano Gottardo. In precedenza il Comandante Generale dell’Arma era tratto da Ufficiali Generali in possesso di peculiari caratteristiche provenienti dall’Esercito.
Battaglie
Le principali battaglie cui presero parte i Carabinieri, prima delle guerre mondiali, sono:
* Grenoble, 6 luglio 1815 (battesimo del fuoco)
* Pastrengo, 30 aprile 1848, bandiera dell’Arma insignita della prima medaglia d’argento al valor militare.
* Verona, 6 maggio 1848, bandiera dell’Arma insignita della prima medaglia di bronzo al valor militare.
* Custoza, Staffalo, Sommacampagna, Valeggio, Milano, Peschiera del Garda, 24 luglio – 4 agosto 1848.
* Perugia, Garigliano, Mola di Gaeta, 14 settembre – 4 novembre 1860.
* Monzambano, Villafranca, Custoza, 24 giugno 1866.
* Presa di Roma, 20 settembre 1870, insieme ai Bersaglieri.
* Sciara Sciat e Due Palme (guerra italo-turca, 1911-1912).
Nella prima guerra mondiale i Carabinieri si distinsero nelle seguenti battaglie:
* battaglia del Podgora, 19 luglio 1915.
Per il contributo nel primo conflitto mondiale la bandiera dell’Arma fu insignita della prima medaglia d’oro al valor militare.
Nella seconda guerra mondiale i Carabinieri si distinsero nelle seguenti battaglie:
* battaglia di Culqualber (Etiopia), 6 agosto – 21 novembre 1941, Bandiera dell’Arma insignita della seconda medaglia d’oro al valor militare.
* battaglia di Eluet El Asel (Libia), 19 dicembre 1941.
* battaglia di Klisura (fronte greco-albanese), 16-30 dicembre 1941, Bandiera dell’Arma insignita di medaglia di bronzo al valor militare
Nel 1962 il generale Giovanni De Lorenzo fu investito della carica di comandante generale dell’Arma, succedendo al generale De Francesco; il nuovo comandante sarebbe restato, nel bene o nel male, il più conosciuto fra tutti i responsabili di questa istituzione ed avrebbe contrassegnato con la sua impronta, o secondo alcuni con la sua ombra, un periodo che resta nella storia dell’Arma ed in quella italiana per il tentativo di golpe denomitato piano Solo, con cui – nelle intenzioni dei golpisti – l’Arma dei Carabinieri avrebbe dovuto instaurare un regime militare in Italia nel 1964.
Compiti istituzionali
L’Arma dei carabinieri, fino a quel momento la "prima Arma dell’Esercito", con il decreto legislativo 5 ottobre 2000, n. 297 è stata elevata a "rango di forza armata, nell’ambito del Ministero della Difesa, con dipendenza del comandante generale dal capo di Stato Maggiore della Difesa. In ragione della sua peculiare connotazione di forza di polizia ad ordinamento militare e competenza generale, le sono affidati i seguenti compiti:
* militari (art. 1, comma 2, legge 78/2000):
1. concorso alla difesa della Patria e alla salvaguardia delle libere istituzioni e del bene della collettività nazionale nei casi di pubblica calamità, in conformità con l’articolo 1 della legge 11 luglio 1978, n. 382;
2. partecipazione alle operazioni militari in Italia e all’estero sulla base della pianificazione d’impiego delle forze armate stabilita dal capo di Stato Maggiore della Difesa;
3. partecipazione ad operazioni di polizia militare all’estero e, sulla base di accordi e mandati internazionali, concorso alla ricostituzione dei corpi di polizia locali nelle aree di presenza delle Forze Armate in missioni di supporto alla pace;
4. esercizio esclusivo delle funzioni di polizia militare e sicurezza per l’Esercito, per la Marina Militare e per l’Aeronautica Militare, nonché, ai sensi del codice penale militare di guerra e di pace, esercizio delle funzioni di polizia giudiziaria militare alle dipendenze degli organi della giustizia militare;
5. sicurezza delle rappresentanze diplomatiche e consolari italiane ivi compresa quella degli uffici degli addetti militari all’estero;
6. assistenza ai comandi e alle unità militari impegnati in attività istituzionali nel territorio nazionale, concorso al servizio di mobilitazione.
1. esercizio delle funzioni di polizia giudiziaria e di sicurezza pubblica
2. quale struttura operativa nazionale di protezione civile, assicurazione della continuità del servizio di istituto nelle aree colpite dalle pubbliche calamità, concorrendo a prestare soccorso alle popolazioni interessate agli eventi calamitosi.
Lo stemma araldico attualmente in uso venne concesso, e in parte modificato, il 21 maggio 2002 con l’elevazione dei Carabinieri a rango di forza armata.
È uno scudo italiano di forma mistilinea rosso inquartato da una croce diminuita d’argento con al capo sfondo azzurro. Il rosso a significare l’ardire e il coraggio e il sacrificio; l’azzurro simboleggia il valore, la fedeltà e la patria, nonché il colore simbolo di Casa Savoia. Nel I e IV quadrante inquartato una mano destra recisa d’argento impugnante un serpente verde, con la testa e la coda rivolta a sinistra, allumato e linguato di nero. Il serpente simboleggia la cautela e il buon governo. Nel II e III quadrante inquartato invece una granata d’oro infiammata.
La granata è anche l’unico simbolo presente sulle divise (sul cappello e sul braccio) ed è da sempre simbolo di ordini militari moderni; infatti venne applicata per la prima volta come simbolo dai nobili Brugioni che avevano, ottenendo per questo il titolo, comandato l’artiglieria nella vittoria degli Estensi contro le truppe papali. Al capo è presente un leone illeopardito, passante, d’oro, allumato, linguato di rosso, armato d’oro e sostenuto dalla linea di partizione. Il leone indica la determinazione del buon governo. Sullo sfondo del leone il tronco di rovere d’argento con i rami doppiamente decussati con otto ghiande color oro. Il rovere significa glorie militari, decorazioni conseguite, antichità, costante rinverdimento, merito riconosciuto e animo forte e spirito guerriero.
Sotto lo scudo su lista svolazzante color azzurro scuro il motto, creato dal capitano Cenisio Fusi, a caratteri maiuscolo in lettere lapidarie romane colore oro spento NEI SECOLI FEDELE. L’intero scudo è timbrato da una corona color oro. La corona è turrita merlata alla guelfa, murata di nero, formata da cerchio rosso interno, con due cordoni di muro sostenenti otto torri di cui cinque visibili. Le torri a loro volta sono di foggia rettangolare merlate di dodici con quattro merli visibili e due angolari, chiuse e finestrate di uno di nero, il fastigio merlato di quarantotto di cui ventiquattro visibili e sei merli fra torre e torre.
La marcia di ordinanza dell’Arma dei Carabinieri è intitolata La fedelissima e fu composta nel 1929 dal direttore della banda dell’Arma, il maestro Luigi Cirenei.
L’esecuzione avviene generalmente in occasione della Festa dell’Arma dei Carabinieri, del concerto in onore del santo patrono (la Virgo Fidelis, il 21 novembre), della parata militare del 2 giugno (Festa della Repubblica), e dei giuramenti. L’esecuzione avviene anche quando Ufficiali Generali dell’Arma passano in rassegna reparti schierati. Così come tutte le marce d’ordinanza (e l’inno nazionale) anche La Fedelissima è spesso il brano conclusivo dei concerti della Banda Musicale del Corpo.
Prima della sua adozione il Corpo veniva rappresentato da un’altra marcia d’ordinanza scritta dal maestro Luigi Cajoli che fu il direttore della disciolta Banda della Legione Allievi Carabinieri.
Il motto dell’Arma dei Carabinieri è «nei secoli fedele».
Venne creato nel 1914, per il primo centenario dell’Arma, e concesso come motto araldico ai carabinieri da Vittorio Emanuele III il 10 novembre 1933, in applicazione della legge 24 marzo 1932 n. 293, che riguarda i motti araldici per l’Esercito Italiano.
Contrariamente a quanto si crede, non fu Gabriele d’Annunzio a coniarlo, ma il capitano Cenisio Fusi.
Il motto andò a sostituire il precedente, "Usi obbedir tacendo e tacendo morir" (versi tratti dal poema "La Rassegna di Novara", di Costantino Nigra), da molti considerato alquanto gramo a causa del richiamo funesto, sebbene si dovette attendere ben oltre dopo la seconda guerra mondiale perché il nuovo riscuotesse sufficiente diffusione.
La Festa [modifica]
La data del 5 giugno è stata assunta come Festa dell’Arma dei Carabinieri, in celebrazione del 5 giugno 1920, data in cui la Bandiera dell’Arma fu insignita della prima Medaglia d’oro al Valor Militare per la partecipazione dei Carabinieri alla Prima Guerra mondiale.
La patrona dell’Arma dei Carabinieri è la Virgo Fidelis, appellativo cattolico di Maria, madre di Gesù, scelta quale patrona dell’Arma dei Carabinieri l’11 novembre 1949, data della promulgazione di un apposito Breve apostolico da parte di papa Pio XII.
La ricorrenza della Patrona è stata fissata dallo stesso papa Pio XII per il 21 novembre, giorno in cui cade la Presentazione della Beata Vergine Maria e la ricorrenza della battaglia di Culqualber.
La preghiera del carabiniere
La preghiera del carabiniere viene recitata nelle cerimonie militari solenni che riguardano l’Arma o i suoi appartenenti. Fu scritta dallo stesso arcivescovo, Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone, che nel 1949, come ordinario militare, sollecitò la scelta della Virgo Fidelis come patrona.
Dolcissima e gloriosissima Madre di Dio e nostra,
noi Carabinieri d’Italia,
a Te eleviamo reverente il pensiero,
fiduciosa la preghiera e fervido il cuore!
Tu che le nostre Legioni invocano confortatrice e protettrice
con il titolo di "VIRGO FIDELIS".
Tu accogli ogni nostro proposito di bene
e fanne vigore e luce per la Patria nostra.
Tu accompagna la nostra vigilanza,
Tu consiglia il nostro dire,
Tu anima la nostra azione,
Tu sostenta il nostro sacrificio,
Tu infiamma la devozione nostra!
E da un capo all’altro d’Italia
suscita in ognuno di noi
l’entusiasmo di testimoniare,
con la fedeltà fino alla morte
l’amore a Dio e ai fratelli italiani.
Amen!