Lettera da un cavaliere di San Bernardo di Seborga

21 maggio 2010 | 12:52
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Lettera da un cavaliere di San Bernardo di Seborga

Viva i Seborghini e i cavalieri che umilmente usano la spada come simbolo di pace e difesa spirituale, non per colpire alle spalle i cittadini di questo meraviglioso paese

In riferimento agli articoli che sono usciti in questi giorni sui principali  quotidiani online della riviera in riferimento alla non partecipazione dei  cavalieri di Seborga durante l’investitura del Principe S.A.S. Marcello I, desidero scrivere alcune precisazioni personali. In quanto io stesso Cavaliere  di San Bernardo, principale ordine riconosciuto dal Principe Giorgio I, spero che non venga più menzionato il Sig. Mario Benvenuti in qualità di gran Maestro, in quanto egli stesso fu cacciato dal Principato con ordinanza di S.A.
S. Giorgio I. Come ad oggi, abbia potuto rappresentare questo titolo, rimane un mistero, in quanto non dovrebbe nemmeno indossare il clamide. Sono sinceramente dispiaciuto che alcune persone si attribuiscano titoli o onoreficienze, o  addirittura come nel caso del Sig. Mario Benvenuti si autoproclamino. Tengo a precisare che il Marcello I è stato proclamato Principe per elezione popolare, e nulla hanno potuto, nonostante i tentativi di contrasto, questi ex cavalieri, di accapararsi quella gloria che di fatto non hanno mai avuto, poichè lo scopo del cavaliere, non è l’arroganza, ma l’umiltà. Mi scuso per l’intervento polemico, ma è triste vedere un vano tentativo di una persona che falsamente si è dichiarata amante del Principato di Seborga di boicottare un evento fiabesco
come l’inconorazione del Principe. Viva i Seborghini e i cavalieri che umilmente usano la spada come simbolo di pace e difesa spirituale, non per colpire alle spalle i cittadini di questo meraviglioso paese.

Gianni Regazzi