Ho visto gli ortaggi sorridere con Slow Food

27 maggio 2010 | 08:48
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Ho visto gli ortaggi sorridere con Slow Food

Permettete questa piccola esagerazione, ma è indicativa dell’atmosfera che l’altra sera ha animato la cena proposta dalla Condotta Slow Food Val Nervia e Otto Luoghi presso L’Aranceto, il Ristorante dell’albergo Villa Elisa in Via Romana 70 a Bordighera

Permettete questa piccola esagerazione, ma è indicativa dell’atmosfera che l’altra sera ha animato la cena proposta dalla Condotta Slow Food Val Nervia e Otto Luoghi presso L’Aranceto, il Ristorante dell’albergo Villa Elisa in Via Romana 70 a Bordighera, dedicata agli ortaggi dell’eccellenza.
L’ambiente, messoci a disposizione dalla nostra socia Signora Rita Oggero, La straordinaria quasi musicale varietà gastronomica elaborata dallo chef  Alessandro Cortese, i vini dell’amico Aimone, la simpatia e affetto con cui Francesco Guglielmi ci ha parlato del “suo” carciofo di Perinaldo, l’intrigante particolarità dell’asparago viola di Albenga illustrataci da “lucjen” Barbieri e l’atmosfera nella quale tutti gli amici intervenuti hanno portato calore e simpatia ha permesso la riuscita di una bella serata.
In questo contesto la  filosofia Slow Food: dare la giusta importanza al  cibo imparando a godere della diversità delle ricette e dei sapori, ha regnato – commenta Luciano Barbieri Fiduciario di Condotta- nella nostra condotta Val Nervia e otto luoghi siamo particolarmente attenti a questa filosofia; Slow Food aiuta le giovani generazioni a instaurare un rapporto corretto con il cibo; favorisce un turismo attento e rispettoso dell’ambiente; promuove iniziative di solidarietà. Sul territorio italiano Slow Food opera attraverso le Condotte e i Convivium, la nostra è una delle 750 condotte in tutto il mondo; siamo l’ultima Condotta Italiana prima del territorio Francese e, molto spesso, amici d’oltre confine di onorano della loro presenza, l’altra sera ne avevamo 6 a condividere questa piacevole esperienza; un particolare ringraziamento va a Francesco Ammirati, Presidente Federazione cuochi della Provincia di Imperia  e Presidente Nazionale della Associazione Amici di Escoffier, per la partecipazione. Questa Associazione è molto vicina a noi di Slow Food e alla nostra filosofia; nata nel lontano 1955 a New York, oggi è una grande istituzione no profit che prevede, tra le altre cose, di sostenere la formazione attraverso borse di studio, per proseguire gli standard di alta cucine e tradizione tramandateci da Auguste Escoffier.
La piacevolezza della serata ha avuto grande protagonista nel vino; la selezione offertaci da Giobatta Vio detto Aimone dell’azienda Biologica Bio Vio ha piacevolmente meravigliato tutti i presenti; l’approccio al Pigato di Albenga Ma Renè, per chi vi scrive, è stato particolare: il colore giallo paglierino carico, il profumo dall’ampio respiro vagamente aromatizzato di mandorla e il sapore secco intenso e persistente ti impongono attenzione; sembra volerti sussurrare: fermo, zitto, ora comunico io…difficile non ascoltare questa esortazione!
Per il secondo vino della selezione, U Bastiò, la percezione è diversa; il vitigno rossese cresce in zona Croasco a Bastia d’Albenga su terreno argilloso a 100 metri di altitudine, terra difficile dura che se trattata con amore con amore ci dona i suoi frutti; ecco l’amore… forse è quello che questo vino rosso rubino trasmette; l’amore che per 6 mesi, tra maturazione ed affinamento, questo rossese riceve dalla splendida famiglia di “Aimone” questo vino ci restituisce…lo senti nel profumo ai frutti di bosco e di rosa canina, lo gusti nel delicato elegante e morbido sapore…lo scopri nel retrogusto lievemente amarognolo che ti ricorda l’asperità dalla quale nasce; che dire…. questo è un vino che non impone il proprio carattere come il pigato Ma Renè…u Bastiò ti ammalia e ti avvolge… forse ti coccola!
Per il carciofo di Perinaldo la storia ci parla di conflitti spesso amaramente pagati dalle popolazione che li hanno subiti; Francesco Guglielmi questo ci ha raccontato, tra una meraviglia gastronomica e l’altra, l’orgoglio della propria storia che per un breve percorso ha attraversato quella di Napoleone che per almeno  un mese ha soggiornato ad Apricale al ritorno da una delle tante campagne di rafforzamento, la storia che Francesco ci ha fatto vivere racconta della diffidenza che il Grande Corso aveva per il cibo autoctono; diffidenza che lo induceva a portarsi il cibo ortaggi e verdure comprese al seguito, proprio parte di questo cibo ha lasciato in omaggio agli abitanti di Perinaldo.
Di quanto lasciato dal conquistatore Corso, proprio grazie all’amore per il proprio territorio e tradizione di Francesco ed alcuni amici, rimane il carciofo di Perinaldo, che in origine era il carciofo provenzale Francese, e che dopo attento lavoro di ricerca e attenta riproduzione ci propone oggi questo presidio d’eccellenza. Il carciofo cresce liberamente ad un’altitudine superiore a 500 metri sul livello del mare, di conseguenza, senza infestanti secondo i canoni dell’agricoltura biologica. Nata diversi decenni fà l’agricoltura biologica  è sorta come reazione all’utilizzo massiccio di concimi sintetici e fitofarmaci in agricoltura che procura conseguenze molto gravi sia all’ambiente che alla salute dell’uomo. Il criterio biologicamente corretto applicato ha , come ovvia conseguenza, nel carciofo di Perinaldo  un prodotto eccellente sia crudo che cotto, da gustare anche in purezza con olio d’oliva, eccezionale quello del territorio, senza spine come il Romano ma con suggestioni e sapori prettamente Liguri.
La serata si è conclusa simpaticamente con il dolce commiato offertoci dalla nostra socia e con l’appuntamento alla prossima “ lezione” di buon vivere nel rispetto dell’ambiente, del territorio, della sua storia e delle sue peculiarità con amici sempre più attenti e numerosi, grazie ancora a tutti!