Gran Premio d’Italia Mini 6.50: secondo posto per Matteo Miceli e Giacomo Sabbatini

3 maggio 2010 | 11:04
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Gran Premio d’Italia Mini 6.50: secondo posto per Matteo Miceli e Giacomo Sabbatini

I due erano alla loro primissima esperienza in questa classe con un 6.50 di serie “Scusami le spalle”, appena acquistato da Sabbatini e con il quale non erano mai scesi in acqua

Con un recupero entusiasmante la nuova incredibile coppia di ministi composta da due “solitari”, il recordman atlantico Matteo Miceli (Y.C. Favignana) e il giovanissimo (19 anni) Giacomo Sabbatini (Y.C. Porto San Giorgio), è arrivata al secondo posto tra i “serie” nel Gran Premio d’Italia Mini 6.50.
I due erano alla loro primissima esperienza in questa classe con un 6.50 di serie “Scusami le spalle”, appena acquistato da Sabbatini e con il quale non erano mai scesi in acqua. “Scusami le spalle” era partito malissimo e a Capraia si trovava praticamente in fondo al gruppo, ma già alla Caletta di Siniscola era iniziato il grande recupero testimoniato da un passaggio in decima posizione. “Ci siamo dovuti affiatare e capire la barca – ha dichiarato questa mattina all’arrivo Matteo Miceli – che, ad onor del vero, è eccezionale con i venti leggeri ma un po’ meno quando c’è aria. Nella risalita abbiamo cominciato davvero ad andar forte senza compiere scelte tattiche particolari, ma semplicemente assecondando la barca aiutati dal vento leggero. Questa notte avevamo ancora quattro barche davanti a noi ma le abbiamo sfilate ad una ad una con una progressione che mi ha davvero entusiasmato. Giacomo Sabbatini è veramente un ragazzo incredibilmente preparato e insieme a lui mi sono trovato benissimo. Un velista da tener d’occhio, perché sicuramente avrà un grande futuro”.
Prima di Scusami le spalle, tra le barche di serie, è arrivata Intermatica, con la coppia Pendibene/Berenger. “Non potevamo contrastarli – ha concluso Miceli – Loro sono due professionisti di questa classe tanto e vero che ci hanno rifilato 11 ore di distacco, ma il fatto di essere arrivati davanti al gotha della classe mini nella nostra prima regata ci riempie veramente di orgoglio e soddisfazione”.
Battesimo di mare sui MINI 6,50 per Giacomo Sabbatini alla recente regata “Arcipelago 6,50” facente parte del Campionato Italiano, in coppia con Gianluca Brambati, a bordo del suo “Scusamilespalle”. La gara partita a mezzogiorno di venerdì 26 marzo con circa una ventina di nodi di poppa piena da Talamone lo ha visto girare la boa di disimpegno insieme ai primi 5 del gruppo che si e’ subito diviso quando i più forti hanno issato tutta la tela possibile con spi in testa d’albero e si sono allungati sul gruppo mentre Giacomo per non rischiare troppo preferiva scegliere uno spi medio armato a 7/8.
Durante il lato fino all’isola d’Elba il vento rinforzava e, a causa della minore invelatura, la barca, pur planando tra i dodici ed i tredici nodi, accumulava un certo ritardo rispetto al gruppo di testa.Il passaggio dell’isola d’Elba veniva effettuato con due strambate concluse con l’issata dello spi più grande dato che il vento nel frattempo era sceso sui 15 nodi scarsi e consentiva di raggiungere l’isola di Capraia entro la notte. Il doppiaggio dell’isola si rivelava più difficile del precedente a causa sia della nuova rotta che della forte differenza dell’intensità del vento sul tratto di mare non riparato. In pochi minuti i due navigatori erano costretti a prendere due mani di terzaroli alla randa riducendo anche la vela di prua per meglio fronteggiare le raffiche ed il mare molto formato e nelle miglia successive riescivano a superare un equipaggio francese.
La regata proseguiva facendo rotta di nuovo sull’isola d’Elba è proprio in questa fase che l’equipaggio di “Scusamilespalle” sottovalutando il calare del vento veniva a trovarsi in mezzo ad una bonaccia, mentre l’aurora annuncia l’alba, facendosi superare da tre avversari. Nonostante il debole vento di scirocco non restava altro da fare che puntare sull’isola di Giannutri procedendo di bolina e poi proseguire fino all’isola del Giglio. Tutta la giornata veniva impegnata in questa nuova rotta alternando numerose virate sui buoni e gli scarsi e le zone meno ventose fino al passaggio dell’isola del Giglio durante la seconda notte.
Con il doppiaggio dell’isola del Giglio entrava vento da sud e dopo una bolina con vento leggero si può issare lo spi e puntare al traguardo a Talamone e, cercando di sfruttare la rotazione favorevole del vento in brezza di terra, impostare una scelta tattica che consentiva a Giacomo di recuperare una posizione nella classifica finale. Il responso finale della classifica vede Giacomo Sabbatini nono in generale e settimo nella categoria barche di serie a circa 2 ore dal primo e migliore degli esordienti: un primo risultato che lo ha soddisfatto completamente considerato che l’intera navigazione era stata impostata in maniera conservativa e prudente allo scopo di accumulare miglia ed esperienze preziose anche in vista del prossimo appuntamento: a Genova il 17 Aprile per il Grand Prix d’Italia; 500 miglia in doppio, prima vera grande regata della stagione.

Questo il resoconto di Andrea Messersì:

Siamo partiti da Genova con un vento da nord, giusto giusto per una bella impoppata piena fino a Capraia, a circa 90 miglia ….. si parte piano, con calma, mentre i primi si affrettano a partire stile Campionato Mondiale noi rimaniamo nel gruppo, poco distante per girare la vicina meda di Sturla. Passiamo la meda senza problem a metà gruppo e dopo alcune strambate raggiungiamo i primi. Verso sera quando piano piano il gruppo si "dilata" in lungo e in largo rimaniamo piu a est di tutti, insieme ad altri due mini. Nella notte il vento salta e noi rimaniamo di bolina quasi fermi mentre dalla radio sentiamo che gli altri mini a ovest stanno camminando bene…La prima notte non è delle migliori … siamo dietro al gruppo che nel frattempo ha sfruttato il vento alle andature portanti mentre noi lo avevamo di bolina. All’alba siamo con vento leggero di poppa nei pressi di Capraia dove rimaniamo per molto tempo a causa del poco vento, ma comunque sempre di poppa. La Corsica è in vista e verso sera rimaniamo al traverso dell isola in attesa della termica del giorno dopo, ma non troppo vicino a causa dell’altezza di alcune alte montagne proprio sulla costa. Di notte il vento rinforza e di poppa teniamo spi grande e tutta randa. Planate a 13 nodi e l’adrenalina che ti tiene sveglio…fantastico….Il giorno dopo, appena prima dell’alba il vento cala e scopriamo che nella notte abbiamo recuperato ben 3 barche e sfruttando al meglio il frullone con le prime luci ci mettiamo paralleli alla costa e iniziamo l’inseguimento al gruppone che scopriamo essere parecchio lontano, all’orizzonte. Le Bocche di Bonifacio non si smentiscono e passandole al traverso le onde iniziano a formarsi belle cattive e il vento sale, con raffiche oltre i 25 nodi…Frullone e una mano di terzaroli alla randa e si plana che e’ una meraviglia. Verso le 17 di sera, siamo a la Caletta, girando la boa di bolina, con il vento irregolare ruotato da sw… il gruppo e’ vicino e giriamo praticamente attaccati alle ultime imbarcazione che ci precedevano…Nella notte il vento gira a ovest e ci permette di metterci in rotta diretta e di planare, le onde sono grandi e gli spruzzi non ci risparmiano.. bagnati fradici vediamo le luci all’orizzonte sempre piu vicine… capisco subito che lì davanti il vento non c’è ed inizio a cercare di portarmi fuori rotta per lasciarmi le barche avanti sulla dritta. Recuperiamo un po’ ma mentre iniziamo a lasciarci alcune barche sulla nostra dritta a poche miglia di distanza, il vento cala anche per noi. Matteo e’ al timone e dopo due ore di dormita torno in coperta e siamo ancora nelle posizioni precedenti. Prima dell alba iniziando a scorgere la prima luce e il vento piano piano cresce, e diventa un nord est (bolina secca fino a giannutri) 4 o 5 nodi di bolina. Pesi sotto vento e galoppare al timone ….. con l’onda alta ma in calo della sventagliata della notte precedente. Recuperiamo le poche barche avanti che ci erano rimaste sulla dritta e piano piano iniziamo una bolina perfetta, con la barca che va una meraviglia. Si vira intorno a mezzogiorno, rotta per Giannutri, ma il vento ci gira di poppa piano piano. La virata azzeccata perfettamente da me e Matteo ci porta al primo posto di tutto il gruppone che abbiamo passato la notte precedente ….. passiamo Giannutri verso il tramonto e boliniamo sino sotto il promontorio dell’Argentario, scegliendo il bordo a terra. La scelta è azzeccata poichè verso l’isola del Giglio c’è quasi ferma l’imbarcazione Janaina che in quel momento era seconda, molto piu avanti di noi. Nella notte il vento arriva da terra, pensiamo alla classica “termica” ma verso mezzanotte cala inesorabilmente. Per avere un po’ d’aria dobbiamo aspettare le 10 di mattina, anche se il vento non si alza a piu di 6 nodi di poppa piena verso Genova. Nella notte due nostri inseguitori(Adrenalina e Mademoiselle Iodee) ci raggiungono mentre il gruppone composto da almento 6 barche rimane sempre ben visibile alle nostre spalle a meno di 2 miglia, tutti attaccati. Nel canale di Piombino siamo consapevoli della nostra ottima posizione anche se sappiamo che farsi raggiungere da 8 mini vicini alle nostre spalle non è cosìdifficile… Quindi massima concentrazione sotto spi, strambate ad ogni scarso e nervi saldi. La barca cammina poco, 3 o 4 nodi che ci bastano per passare lo stretto e tornare in mare aperto. Nel primo pomeriggio, appena passato Piombino il vento ci gira in prua e cala. Bolina con un alito di vento, pesi tutti avanti e sottovento. Prendo il timone, convinto che sfruttando al meglio quel refolo di vento riusciremo a staccare i nostri inseguitori, inizio a timonare piu concentrato del solito. Verso sera, aiutati dalla rotazione del vento ci lasciamo il gruppone e gli altri due inseguitori alle spalle, fuori dal nostro campo visivo. Siamo in seconda posizione a circa 100 miglia all’arrivo. Nella notte il vento ci ruota al traverso. Mentre dormo Matteo mi chiama e facciamo subito un cambio tra frullone e spi grande. Cala la notte mentre siamo vicini a Gorgona e scegliamo di passargli interni, lasciandola a sinistra anche se siamo sottovento, per non allungare troppo la rotta. L’ultima notte è fantastica: la luna illumina a giorno la barca e per vedere lo spi neanche abbiamo bisogno delle luci! Fantastico. Il vento nella notte aumenta sempre di poppa piena e ci costringe ad alcune strambate per non andare troppo fuori rotta. Le prime navi in vista ci dicono che ormai siamo vicini a Genova e durante la notte siamo costretti a diversi cambi di rotta per non entrare in rotta di collisione con questi giganti, che a confronto dei mini sembrano montagne vere e proprie. Verso l’alba il cielo si scurisce e nubi grigie sovrastano Genova. Il vento aumenta e si ricomincia a planare sui 13 nodi, aiutati più dalle onde che dalla pressione del vento.Verso le 9 di mattina cerchiamo di metterci in contatto con il Comitato di Regata e sentiamo Adrenalina che naviga a circa 6 miglia di distanza da noi… Cerchiamo la meda di Sturla tra la foschia e le nuvole basse e grige di Genova. Eccola! La vedo sottovento finalmente! Decidiamo di ammainare lo spi con calma, facciamo l’ultimo tratto tra la meda e il porto a vele bianche, consapevoli che il risultato da noi raggiunto è d’avvero fantastico! Appena suona la tromba dell’arrivo ci rilassiamo, respiro profondo e via, giu la randa! Io e Matteo ci guardiamo, ci facciamo i complimenti a vicenda e ci liberiamo della tensione sfoderando un sorriso difficilmente descrivibile! Bravi tutti e due dunque! Siamo una bella coppia, partita maluccio la prima notte ma con una progressione da motore diesel di vecchio stampo! A terra aspettiamo Adrenalina con Andrea e Tommaso per una colazione veramente abbondante, dopo aver sistemato la barca e le vele, che ci hanno accompagnato in questa bellissima avventura.