Fipe boccia le iniziative a carico dei pubblici esercizi nella riforma del codice della strada

10 maggio 2010 | 07:28
Share0
Fipe boccia le iniziative a carico dei pubblici esercizi nella riforma del codice della strada

Secondo Fipe il testo che adesso passerà alla Camera cerca di scaricare sui pubblici esercizi colpe e responsabilità di un mancato presidio su un fenomeno sociale che non nasce certamente nel pubblico esercizio

Fipe boccia le iniziative a carico dei pubblici esercizi contenute nella riforma del codice della strada approvato ieri al Senato.
In particolare si contesta l’obbligo di impedire la somministrazione di bevande alcoliche a partire dalle due di notte e l’obbligo di detenere un precursore chimico o elettronico all’interno di tutti i locali pubblici che somministrano, cioè bar, agriturismi, circoli privati, bar negli hotel, villaggi turistici, campeggi, sagre, eccetera, per consentire la verifica dello stato di idoneità alla guida.
Molti interventi inseriti nel pacchetto sulla sicurezza stradale sono inefficaci per prevenire gli incidenti stradali collegati all’abuso di alcol e scaricano sul settore dei Pubblici Esercizi altri divieti, nuovi costi e burocrazia.
"L’anticipazione del divieto alle ore due – spiega il presidente provinciale Fipe Confcommercio Imperia, Enrico Calvi – favorirà nomadismo, trasgressione e abusivismo. L’introduzione generalizzata degli etilometri avrà effetti sui costi e sulla organizzazione del lavoro e l’obbligatorietà di cartellonistica introduce altra burocrazia inutile. È disarmante constatare come la Politica sia lontana dalla realtà e insista con provvedimenti pretestuosi che penalizzano tutta la filiera agro-alimentare e avranno effetti sulle dinamiche del Turismo nel nostro Paese. È deludente e mortificante per il settore dei pubblici esercizi constatare questo accanimento vessatorio, mentre il problema andrebbe affrontato inasprendo controlli e sanzioni, coltivando i buoni comportamenti, che toccano il ruolo educativo e formativo dello Stato, raccogliendo anche maggiore sensibilità e responsabilità tra operatori, ma tralasciando provvedimenti inutili e autolesionistici".
Secondo Fipe il testo che adesso passerà alla Camera cerca di scaricare sui pubblici esercizi colpe e responsabilità di un mancato presidio su un fenomeno sociale che non nasce certamente nel pubblico esercizio.