Dario Ballantini: non solo cabaret
Dario Ballantini: non solo cabaret
Dario Ballantini: non solo cabaret
Dario Ballantini: non solo cabaret
Dario Ballantini: non solo cabaret
Dario Ballantini: non solo cabaret

Il famoso trasformista di ‘Striscia la notizia’ oggi a Sanremo per illustrare la sua mostra di pittura ‘Identità artefatte’

Per la verità il titolo più veritiero avrebbe dovuto essere "Dario Ballantini: non solo pittura". Infatti se si leggono le note biografrica del poliedrico personaggio ( disponibili all’indirizzo di rete http://www.darioballantini.it/home.asp ), si scoprirà che prima di essere imitatore, il comico bolognese dipingeva, e anche bene, sin dallle scuole medie superiori, svolte presso il Liceo Artistico Sperimentale di Livorno, sua città natia.

Oggi Ballantini è a Sanremo insieme a suo figlio Nedo, sia per ritirare il premio ‘Personaggio UNICEF dell’anno’, sia per presenziare alla sua mostra pittorica ‘Identità Artefatte’.
"Ho iniziato ad avvicinarmi alla pittura grazie a mio padre e i miei zii, per poi continuare iscrivendomi al Liceo Artistico – commenta Dario appena arrivato da Bologna, e continua – d’altronde Livorno, città che mi ha dato i natali è anche città di pittori ( uno su tutti Gottuso).  Il mio stile, a tutt’oggi, ha essenzialmente influenze espressioniste. Per quanto riguarda questa mostra posso dire sono felice di essere tornato a Sanremo, questa volta nella veste di pittore e di ‘Personaggio UNICEF dell’anno." 

Parlando di Sanremo Ballantini aggiunge: " Sono molto legato alla città dei fiori, soprattutto dal punto di vista professionale, perchè per ben quattro anni sono stato ‘inviato-infiltrato’ al Festival per conto di Striscia’. Il Festival della canzone italiana mi ha anche dato lapossibilità di rispolverare molti dei miei personaggi musicali, come ad esempio Pappalardo e Morandi". Dario Ballantini personaggio poliedrico quindi, ci sarà anche la scultura nei tuoi prossimi progetti? " Sulla scultura ho molte perplessità, non perchè non apprezzi quest’arte figurativa, piuttosto la vedo come indifesa. Nel senso che nessuno tocca un quadro, lo rispetta e lo osserva da lontano con un certo timore reverenziale, mentre le sculture sono alla mercè di tutti, uomini, agenti atmosferici fino ai famigerati piccioni"