Ricoverato per un infarto, muore dissanguato: difesa medici imputati chiede perizia al giudice

Sotto accusa i medici: Luigi Russo, Anna Ros, Guido De Angeli, Carlo Bonino e Valentino Pardini. La vicenda riguarda la morte di Mario Umana, entrato in ospedale, a Sanremo, per un attacco cardiaco e deceduto per un’emorragia dopo una caduta in corsia.
Si e’ conclusa, stamani, davanti al gup Maria Grazia Leopardi, di Sanremo, con la richiesta della difesa di una perizia, l’udienza al processo per omicidio colposo che vede sul banco degli imputati cinque medici del Reparto di ortopedia dell’ospedale di Sanremo, in merito alla morte avvenuta, nel settembre del 2008, di un uomo di 82 anni, Mario Umana, entrato in ospedale, a Sanremo, per un attacco cardiaco e deceduto per un’emorragia interna non diagnosticata. Si tratta dei medici dell’Asl 1 Imperiese: Luigi Russo, Anna Ros, Guido De Angeli, Carlo Bonino e Valentino Pardini.
Alla scorsa udienza, l’avvocato di parte civile, Gabriele Cascino, che difende il figlio della vittima, aveva chiesto di citare a giudizio anche l’azienda sanitaria, oltre che i medici singolarmente. Da una ricostruzione dei fatti, sembra che l’anziano, entrato al pronto soccorso per un malore, sia stato fatto sdraiare su una lettiga dell’ospedale. Lettiga che si apri’, provocando la caduta del paziente che si ruppe un femore.
Ricoverato in Ortopedia, mori’ una quindicina di giorni dopo e dall’autopsia emerse che il decesso venne causato da un lento sanguinamento allo stomaco. Emorragia, che a detta della parte civile, non venne diagnosticata, malgrado il tasso di emoglobina nel sangue fosse molto elevato. Secondo l’accusa, sostenuta dal pubblico ministero Marco Zocco, i medici si sarebbero preoccupati di curare l’infarto e il femore, senza però accorgersi del processo degenerativo allo stomaco.
Di parere diverso è l’avvocato della difesa, Alessandro Mager (che assiste quattro dei 5 medici imputati), secondo una cui consulenza di parte – elaborata dal dottor Andrea Giannelli Castiglione – i fatti sarebbero andati diversamente. Ed e’ stato proprio Mager a chiedere al giudice la perizia (il magistrato si e’ riservato di decidere sull’istanza), nella convinzione che l’accusa si regge unicamente su una consulenza di parte del pubblico ministero.