Iniziativa volta a sensibilizzare tutti sul tema delle pari opportunità anche nelle retribuzioni

14 aprile 2010 | 09:02
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Iniziativa volta a sensibilizzare tutti sul tema delle pari opportunità anche nelle retribuzioni

Le difficoltà che le donne incontrano nel mondo del lavoro, si traducono in un minor reddito complessivo, in minori contributi previdenziali (e quindi in minori pensioni future), nonché in una ridotta autonomia economica della famiglia

In Italia lavora fuori casa solo il 47% delle donne, il dato più basso dell’Europa a 27 (esclusa Malta).
In media, per ricevere la stessa paga settimanale di un uomo, una donna dovrebbe lavorare sino al martedì successivo. In un anno significa 53 giorni di lavoro in più a adeguare il loro reddito annuale a quello dei maschi guadagnato già al 31 dicembre. Considerando il reddito lordo annuo, le donne percepiscono tra il 50 e il 70% di ciò che guadagna annualmente gli uomini
Le motivazioni di questa disparità salariale di genere sono molteplici tra cui la mancanza di asili nido e il fatto che i bambini non vanno a scuola tutto il giorno, la cura degli anziani, influiscono naturalmente sulla possibilità di conciliazione tra famiglia. La differenza è del 17.9% e solo per il 4,9% è attribuibile alla diversa composizione dell’occupazione femminile, concentrata prevalentemente in posti che offrono una retribuzione minore.  Esiste inoltre “una discriminazione sul mercato del lavoro”, che fa sì che le donne che lavorano part-time, hanno meno accesso ai posti dirigenti. Le donne tendono, infatti, a lavorare meno ore (per il mercato) rispetto agli uomini, perché scelgono orari di lavoro più corti, sono maggiormente occupati part-time e sono meno disponibili al lavoro straordinario, un’ulteriore differenza è dovuta al fatto che le donne presentano percorsi lavorativi più frammentati che rallentano le progressioni di carriera.
Le difficoltà che le donne incontrano nel mondo del lavoro, si traducono quindi in un minor reddito complessivo, in minori contributi previdenziali (e quindi in minori pensioni future), nonché in una ridotta autonomia economica della famiglia.
L’eliminazione delle disparità di genere nell’occupazione potrebbe condurre ad un incremento potenziale del PIL compreso fra il 15% e il 45%.
L’iniziativa lanciata a livello europeo punta a sensibilizzare tutti sul tema delle pari opportunità anche nelle retribuzioni. La Cisl propone di aprire tavoli concertativi per avviare un confronto con tutti i soggetti istituzionali e non, per individuare sperimentazioni concrete propedeutiche ad eliminare queste differenze.

Stefania Di Michele
Segretaria Confederale
Cisl Imperia