Il manifesto con un richiamo di natura sessuale sarà smantellato perchè … abusivo

“La vera notizia, che farebbe invidia ai creatori dell’agenzia in questione per la rilevanza che merita, è che il cartellone è abusivo. La sorpresa è che già a febbraio il comune aveva contestato all’agenzia l’impianto cartellonistico”
Ha suscitato perplessità e, in alcuni casi, rabbia il manifesto di grandi dimensioni che da un paio di mesi campeggia sul lungomare Trento Trieste a Sanremo. Il manifesto, come spesso avviene in pubblicità, gioca su un messaggio equivocabile, e il primo impatto riconduce non all’oggetto della pubblicità e cioè l’autopromozione dell’agenzia che lo ha ideato, ma al richiamo di natura sessuale di una ragazza in bikini accompagnata dalla frase “tutto questo può essere tuo”. La scritta campeggia su quello che oggi viene definito normalmente il Lato B, in onore al linguaggio mutuato dalla televisione più pecoreccia. A dire il vero, vista l’ambientazione esotica, potrebbe addirittura ricondurre il pensiero alla piaga del turismo sessuale.
Il compito della pubblicità è quello di informare attirando il più possibile l’attenzione, e in questo caso l’agenzia ritiene di essere riuscita nel proprio intento: resta l’eterno dilemma se il fine giustifica ogni mezzo..
A raccogliere la protesta montante di una parte del mondo femminile è stato il sito internet “Donne pensanti”, che ha iniziato un bombardamento via email all’agenzia responsabile del manifesto, ed ha esercitato pressione sul comune di Sanremo affinché venisse rimosso. Una lotta persa in partenza se si ragiona sul fatto che in confronto a quel che si vede ogni giorno in tv e sui giornali il cartellone contiene un messaggio tutto sommato banale, da educande.
Ma la vera notizia, che farebbe invidia ai creatori dell’agenzia in questione per la rilevanza che merita, è che il cartellone è abusivo. Ne è stata informata proprio la vice-sindaco Claudia Lolli, che aveva raccolto l’appello del movimento “Donne pensanti” e aveva chiesto consiglio agli uffici per vedere se esisteva una soluzione. La sorpresa è che già a febbraio il comune aveva contestato all’agenzia l’impianto cartellonistico, e il 14 aprile ne ha intimato la rimozione. La struttura che regge il cartellone oltre ad essere abusiva infrange anche il codice della strada. La proprietà non ha provveduto entro i dieci giorni intimati, ed ora il comune provvederà direttamente a smantellare il manufatto.
Chissà se anche tutto questo verrà considerato come un successo mediatico dall’agenzia che ha ideato il manifesto. Ai suoi creativi un solo piccolo appunto: hanno dichiarato ai giornali che “siamo un’agenzia di persone molto giovani, abituati a usare farina del nostro sacco..” Peccato. Avremmo preferito pensare a un mondo giovanile con più fantasia, o almeno con quella piccola dose sufficiente a non ricorrere al solito sedere di donna per attirare l’attenzione.
Alberto Guasco