Farmacie nei guai per un traffico di sostanze dopanti, terminate le conclusioni: il 29 la sentenza

21 aprile 2010 | 16:19
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Farmacie nei guai per un traffico di sostanze dopanti, terminate le conclusioni: il 29 la sentenza

Con una lunga udienza, davanti al Collegio del tribunale di Sanremo, che si è aperta alle 15, si è chiusa oggi la discussione al processo relativo alla maxi inchiesta su un ancora presunto traffico di sostanze dopanti con 9 persone a giudizio.

Con una lunga udienza, davanti al Collegio del tribunale di Sanremo, che si è aperta alle 15, si è chiusa oggi la discussione al processo relativo alla maxi inchiesta su un ancora presunto traffico di sostanze dopanti che, sul versante italiano, vede a giudizio nove persone, tra farmacisti, atleti e incaricati di pubblico servizio, di Ventimiglia, accusati a vario titolo di violazione della legge sul doping, somministrazione di medicinali in modo pericoloso.

Il giudice ha, poi, aggiornato il processo, al 29 aprile, per la lettura del dispositivo. Nel corso della recente requisitoria, il pm Marzo Zocco chiese: 2 anni di reclusione e 10mila euro di multa, per Massimo Barbieri e Antonella Rossi (farmacia di Latte); 2 anni e 6 mesi e 20mila euro di multa, per Nicoletta Biancorosso e Anna Morel (farmacia Morel); 2 anni e 3 mesi per Roberto Cavaletti, Anna Maria e Pier Paolo Quaglia (farmacia Quaglia) e 2 anni per Giuseppe Poggio e Claudia Graziosi (farmacia Internazionale).

In tutti i casi, la pubblica accusa ha ritenuto gli imputati colpevoli del capo relativo alla violazione della normativa sul doping, assorbendo nello stesso, quello della somministrazione di medicinali in modo pericoloso, mentre ha chiesto l’assoluzione per l’ipotesi di corruzione. I fatti risalgono al periodo tra il 2003 e il 2004. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, atleti francesi (soprattutto ciclisti, ma anche dei culturisti) si sarebbero rivolti a diversi farmacisti di Ventimiglia, anche attraverso intermediari, per acquistare quantita’ imponenti di farmaci, quali: ‘nandrolone’, ‘testosterone’, ‘boldenone’ e ‘ganabol’.

Tutte sostanze che venivano, poi, utilizzate o rivendute in Francia per migliorare le prestazioni sportive. Le indagini avevano preso le mosse dalla constatazione di uno smercio eccessivo di farmaci con effetti dopanti, che potevano essere rilasciati soltanto dietro precise prescrizioni mediche. Diverse le intercettazioni telefoniche – tra i presunti acquirenti e i farmacisti – dalle quali si evincerebbero le ordinazioni di medicinali. Nel corso delle precedenti udienze hanno già discusso gli avvocati della difesa e quelli di parte civile. In quest’ultimo caso, il Coni, rappresentato dai legali Guido Valori e Paolo Borfiga e Pier Paolo Bottino per l’Asl 1 Imperiese.