Conto alla rovescia per il centro di aggregazione giovanile di Ventimiglia Alta

L’intervento è stato fortemente voluto dalla Regione Liguria e dal Comune di Ventimiglia al fine di limitare l’abbandono dei figli di frontalieri durante l’arco della giornata
Recenti fatti di cronaca culminati con la violenta aggressione ai danni di cinque immigrati hanno riportato alla ribalta il problema dell’abbandono dei giovani adolescenti di Ventimiglia Alta che, al di fuori dell’orario scolastico, hanno come unici centri di aggregazione i pochi bar del rione. In tal modo però respirano i germi corrotti di una subcultura che trasmette loro disvalori al posto dei sacrosanti valori morali in nome dei quali ogni giovanissimo ha diritto ad essere educato.
Conscia di tale grave emergenza educativa l’Amministrazione comunale della città di confine da tempo ha deciso di destinare gli ampi locali di Via al Capo, ove sino a qualche mese fa aveva sede il sestiere della “ Ciassa”, ad ospitare un moderno centro di aggregazione giovanile nell’ambito del progetto “ Giovane protagonista”. Grazie all’aiuto economico da parte della Regione Liguria, che ha sostenuto le spese di ristrutturazione dei locali, ora quel sogno per tanti anni vagheggiato da tutti gli educatori che in città si occupano di condizione giovanile, ed in primis dagli insegnanti della Scuola Media “ Cavour” che sorge nel quartiere, sta per diventare realtà. Con il mese di Maggio, infatti, il Centro aprirà i propri battenti ed una pattuglia di educatori sarà pronta ad ospitare i ragazzi che si spera proverranno non solamente dal Centro Storico ma pure dal resto della città di confine e dal comprensorio. Tutte le forze istituzionali cittadini in questi anni si sono prodigate per la realizzazione di questa struttura assolutamente necessaria a partire dal Sindaco Gaetano Scullino e dalla Coordinatrice del distretto socio- sanitario, la dottoressa Berrino, sino ad arrivare al Presidente della Regione Burlando che ripetutamente ha visitato l’antico quartiere proprio per rendersi conto delle difficili problematiche sociali che vi albergano. A Ventimiglia, ed in special modo nella città alta, infatti sono molte le famiglie in cui entrambi i genitori sono “ frontalieri” cioè lasciano la casa la mattina presto per recarsi al lavoro i8n Francia o nel Principato di Monaco e vi ritornano solamente quando il sole è tramontato da un pezzo.
I loro pargoli dunque rimangono abbandonati a se stessi per molte ore al giorno e, al di fuori dell’orario scolastico, non rimane loro, purtroppo, che l’alternativa della strada. Assimilano dunque una sub- cultura negativa per la loro crescita dominata dall’idealizzazione del cosiddetto “ branco”. Una distorsione valoriale assolutamente da correggere se si vuole evitare che prima o poi le sirene dei guadagni facili e della sopraffazione dell’altro abbiano in loro la meglio. Con la meritoria iniziativa del Comune di Ventimiglia, adeguatamente sostenuta dalla Regione Liguria, ora anche a questi ragazzi, “ cani perduti senza collare” li definirebbe il celebre scrittore francese Georges Bernanos, viene offerta un’irripetibile opportunità di crescita equilibrata negli anni decisivi per la formazione del loro carattere.
Sergio Bagnoli