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Conclusi i lavori del 34° Convegno nazionale delle Caritas diocesane

30 aprile 2010 | 08:30
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Conclusi i lavori del 34° Convegno nazionale delle Caritas diocesane

Si è parlato anche della sfida educativa di animare parrocchie e territori

Da lunedì 26 aprile a oggi circa 600 tra direttori e operatori delle 220 Caritas diocesane e della Caritas Italiana si sono incontrati a San Benedetto del Tronto nel 34° Convegno nazionale dal titolo “Educati alla carità nella verità. Animare parrocchie e territori attraverso l’accompagnamento educativo”.
Un confronto ricco di spunti e di proposte per orientare l’azione pedagogica della Caritas, declinando sui territori la sua opera di servizio e di prossimità.
Significativi i numeri della “galassia” Caritas. Il 97% delle Caritas diocesane hanno attivato un Centro d’ascolto, il 71% ha attivato un Osservatorio delle povertà e il 69% il Laboratorio per la promozione delle Caritas parrocchiali.
Sono 1273 in Italia i giovani in servizio civile in 82 Caritas diocesane, a cui si aggiungono 56 all’estero; nello scorso autunno sono stati immessi in servizio altri 987 giovani in Italia e 76 all’estero. Nel periodo 2001-2009 – a parte i Fondi di solidarietà per la crisi economica – Caritas Italiana ha accompagnato le Caritas diocesane alla realizzazione di oltre mille progetti in vari ambiti di bisogno: immigrati, famiglie in difficoltà, detenuti ed ex detenuti, anziani, vittime di violenza e tratta, malati terminali, senza dimora, richiedenti asilo. Invece i progetti specifici monitorati da Caritas Italiana a luglio 2009 e realizzati dalle Caritas diocesane per fare fronte alle conseguenze della crisi sulle famiglie sono stati 125. Circa 60 i paesi del mondo dove Caritas Italiana ha realizzato decine di progetti e 280 microprogetti.
Mons. Vittorio NOZZA, direttore di Caritas Italiana, facendo sintesi dei numerosi spunti emersi nelle giornate di confronto grazie ai relatori e ai partecipanti, ha delineato le prospettive di lavoro pastorale per le nostre comunità cristiane, chiamate a vivere ‘dentro’ la storia, a vivere ‘adesso’. “Il concetto di bene integrale della persona – ha sottolineato Nozza – esige di stare dentro un’ampia scelta educativa che chiede alcune attenzioni particolari: l’attenzione a ordinare le cose, i beni rispetto al bene, che è la persona; l’attenzione al corpo offeso, tradito, umiliato, venduto, violato, abbandonato, …; l’attenzione a una cultura, che impasti l’unità del sapere, assuma l’alterità, rispetti le differenze, eviti ogni chiusura identitaria”.
Tutto questo – ha aggiunto il direttore di Caritas Italiana – impegna a mettere in atto di alcuni percorsi educativi: la scelta pastorale delle relazioni, l’uso dei beni, i percorsi di incontro con i poveri; il ritorno alla partecipazione, la promozione dell’integrazione e dell’interculturalità; la proposta e la promozione di nuovi stili di vita.
A chiusura dei lavori si è svolta la Tavola rotonda “Testimoni nei nuovi cortili dell’educare alla carità nella verità”, coordinata da Alberto CHIARA di “Famiglia Cristiana”. In occasione dell’anno sacerdotale, a partire dai valori trasmessi da alcuni testimoni-simbolo come il vescovo Romero, don Milani, don Gnocchi e don Puglisi, c’è stato un confronto sui temi dei poveri, della scuola, della marginalità e della legalità. Hanno partecipato: S.E. Mons. Gregorio Rosa CHÁVEZ, vescovo ausiliare di San Salvador e presidente di Caritas El Salvador, Daniele ROCCHETTI, membro del comitato di redazione del mensile “Evangelizzare” (Edb), don Vinicio ALBANESI, condirettore della Caritas diocesana di Fermo e responsabile della Comunità di Capodarco, Maurilio ASSENZA, direttore della Caritas diocesana di Noto.

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