Campagna referendaria “L’acqua non si vende”: i luoghi dove si potrà firmare in provincia di Imperia

30 aprile 2010 | 07:58
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Campagna referendaria “L’acqua non si vende”: i luoghi dove si potrà firmare in provincia di Imperia

Si scrive acqua, ma si legge democrazia. Quella che stiamo iniziando è una battaglia di civiltà:tutti i cittadini sono invitati a partecipare, nessuno si senta escluso

Parte la campagna referendaria "L’acqua non si vende".
Ecco i luoghi nei quali,  il 1° maggio si potrà firmare in provincia di Imperia:

– Imperia Oneglia, sabato 1 maggio dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19 in Via S. Giovanni.

– Diano Marina, sabato  1 maggio dalle 15 alle 19 in P.za Comune.

– Taggia, sabato 1 maggio dalle 10 alle 18 ad Arma presso l’ex passaggio a livello/pista ciclabile.

-Sanremo, sabato 1 maggio dalle ore 10 alle ore 19, via Escoffier (traversa di Via Matteotti).

– Ospedaletti, sabato 1 maggio nei pressi del bar La Bussola in piazza IV novembre e alla biblioteca civica di Ospedaletti.

– Bordighera, Libreria Amico libro in Via Vittorio Emanuele II, 30, dal consigliere comunale Corrado Ramella, (negli orari di apertura).

– Bordighera, sabato 1 maggio dalle 10.30 alle 12.30 in  Piazza Garibaldi (mercato comunale coperto)

– Ventimiglia,sabato 1 maggio dalle 10 alle12 e dalle 15 alle 19 – Passeggiata Oberdan-Resentello.

-Vallecrosia, lunedì 3 maggio dalle 9 alle 12 per il  mercato settimanale, via Col. Aprosio-Solettone.

Per firmare è necessario avere un documento di identità.

Perché un referendum?

Perché l’acqua è un bene comune e un diritto umano universale. Un bene vitale che appartiene a tutti. Nessuno può appropriarsene, né farci profitti. L’attuale governo ha deciso di consegnarla ai privati e alle grandi multinazionali. Ora possiamo impedirlo mettendo la nostra firma sulla richiesta di referendum e votando SI quando, nella prossima primavera,
saremo chiamati a decidere. E’ una battaglia di tutti i cittadini.

Perché tre quesiti?

Perché vogliamo eliminare tutte le norme che in questi anni hanno spinto verso la privatizzazione dell’acqua. Perché vogliamo togliere l’acqua dal mercato e i profitti dall’acqua.

– Referendum 1: fermare la privatizzazione dell’acqua: riguarda l’abolizione dell’articolo 23 bis, il dispositivo della legge Ronchi che impone ai Comuni la messa a gara – e quindi la mercificazione – della gestione delle risorse idriche.

– Referendum 2: aprire la strada della ripubblicizzazione: riguarda l’eliminazione della gestione del servizio idrico da parte di società di capitali favorendo quindi la gestione attraverso enti di diritto pubblico (azienda speciale, azienda speciale consortile, consorzio fra i Comuni).

– Referendum 3:eliminare i profitti del bene comune acqua: riguarda la remunerazione del capitale investito. E’ quella quota del
7% che garantisce sempre e comunque il profitto alle società per azioni che gestiscono l’acqua. L’abolizione di questa norma comporterà come conseguenza il ritorno al sistema pubblico, poiché farà venir meno l’interesse delle imprese a gestire le risorse idriche ottenendo profitti nei propri bilanci.

Cosa vogliamo?

– Vogliamo restituire questo bene vitale alla gestione collettiva. Per garantirne l’accesso a tutte e tutti. Perché la gestione dell’acqua in mano ai privati porta – lo dice l’esperienza – aumento delle tariffe e qualità inferiore.

– Per conservarla per le future generazioni. Vogliamo una gestione pubblica e partecipativa.

Si scrive acqua, ma si legge democrazia. Quella che stiamo iniziando è una battaglia di civiltà. Tutti i cittadini sono invitati a partecipare. Nessuno si senta escluso.

Per ulteriori informazioni: Giorgio Caniglia tel. 348 6531452