Bordighera: da sabato 24 aprile Francesca Borgia espone all’Accademia Balbo

22 aprile 2010 | 11:53
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Bordighera: da sabato 24 aprile Francesca Borgia espone all’Accademia Balbo
Bordighera: da sabato 24 aprile Francesca Borgia espone all’Accademia Balbo
Bordighera: da sabato 24 aprile Francesca Borgia espone all’Accademia Balbo

La mostra sarà ospitata nella Galleria dell’Accademia fino al 9 maggio e aperta tutti i giorni dalle 16 alle 18

Sabato 24 aprile  alle  ore 18 si inaugura presso l’Accademia Balbo di Bordighera una personale dell’artista siciliana  Francesca Borgia. Patrocinata dalla Provincia di Imperia e dal Comune di Bordighera, la mostra si inserisce nell’ambito di una serie di iniziative artistiche ideate dal Sodalizio Siculo Savonese ed unificate nel progetto “Un altro ponte” che prevede un percorso itinerante  attraverso varie sedi espositive, circoli artistici e gallerie.  Dopo Savona,Quiliano, Albisola, Calice, Carcare, l’ulteriore tappa sarà Bordighera e quella conclusiva Nizza. Ideatore del progetto nonché animatore delle iniziative che lo delineano è il socio del Sodalizio Nat Russo che ha trovato presso l’Accademia bordigotta l’entusiasmo e la disponibilità   necessari.
La mostra sarà ospitata nella Galleria dell’Accademia fino al 9 maggio, aperta tutti i giorni dalle 16 alle 18. Non si tratta di un’ospitalità a senso unico: è previsto lo scambio presso la sede espositiva del Forte S.Jachiddu di Messina ( vedi Note sull’artista)- dove saranno esposte una cinquantina di opere di un gruppo scelto di artisti dell’Accademia- dal 26 giugno al 18 luglio.

Nata nel 1958 a Messina dove vive e lavora, Francesca Borgia vanta un curriculum artistico intenso e innervato da un costante e produttivo impegno etico e politico. Diplomata in arte applicata e formatasi professionalmente come operatrice culturale, nel 1980 fonda la cooperativa culturale Kunsertu, che si occupa di studi sulla Poesia siciliana, tradizioni popolari e rielaborazioni del teatro popolare di strada, curando eventi su tutto il territorio nazionale quali gli interventi di teatro popolare di strada e nelle scuole in occasione di due edizioni(1981 e 1982) del Carnevale di Venezia.
Gli anni ‘90 porteranno invece Francesca Borgia ad indagare, con la pittura, il complesso mondo dell’handicap,  con laboratori  dove l’arte, che guida e accoglie le reazioni emotive e razionali dei ragazzi, diventa mezzo di esplorazione e socializzazione.  
Nel contempo, nel 1997,  insieme ad un gruppo di artisti che operano nella città, intende proseguire l’impegno atto a privilegiare l’indagine problematica intorno ai temi dell’arte, della ricerca artistica, della  committenza pubblica, del rapporto degli artisti con la città e con lo spazio urbano. E’ il momento dell’ Associazione culturale “Arti  visuali città di Messina”.
 Ma all’attività artistica F. Borgia ha sempre affiancato un instancabile lavoro politico che si è manifestato in tutti quegli accadimenti sociali provenienti “dal basso”, promuovendo manifestazioni, dibattiti, incontri utili a penetrare “l’immobilismo atavico” dei suoi concittadini.: “Penso sia necessario ridare al cittadino il senso della partecipazione politica-  ha dichiarato – passare dall’opera di testimonianza al protagonismo, dove fare cultura, ad esempio, diventa una sfida alla disoccupazione e alla miseria morale”.
Nel 2004 si rafforza la collaborazione col Forte S. Jachiddu, e si dà vita ad Arte/Forte:  una iniziativa nata dall’incontro di artisti ed operatori di spazi no-profit in un territorio naturale ricco di storia, contenitore che si pone come mediatore tra galleria privata e istituzione a gestione pubblica . Qui l’impegno politico diventa “creare le condizioni per liberare autenticamente quelle energie culturali ed economiche che sono state “usate” dal potere politico-  spiega l’artista – ed è qui che la mia pittura incarna la necessità del cambiamento, invita a vedere, ad avviare cioè processi di anticipazione, intuizione, contemplazione.”
Nel 2005 Francesca Borgia è fra i promotori dell’associazione  artisti visivi “senza chiedere il permesso”. E’ con questa associazione che si conducono le battaglie più aspre verso l’amministrazione  pubblica, incapace di gestire eventi artistici sul territorio e di tutelarne il patrimonio storico-artistico. Oggi però l’artista si riconosce un raggiunto equilibrio rispetto alla sua isola e alla sua città: “In fin dei conti ho deciso di vivere conficcata in questo territorio, nel bene e nel male, cercando di utilizzare l’arte come uno strumento utile e necessario a far riflettere, a ironizzare, a contemplare e compenetrare la natura che mi circonda”. Gli ultimi lavori sono dedicati al mare e ai suoi miti, stratificazioni di colore che abbracciano tutte le tonalità di questo fascinoso elemento. Registrano il passaggio “da una figurabilità allarmante ad un allarmato testo pittorico”. Quadri dove ampi campi di colore ci trasmettono evocazioni memoriali e esperienze simboliche del vissuto. L’immagine drammaticamente allusiva, viene come assorbita da un tessuto pittorico incombente, testimonianza di un malessere non individuale ma collettivo di cui l’artista si fa carico.