Qualcuno in Costa Azzurra ha cercato di avvelenare i cani di Marina Berlusconi

8 marzo 2010 | 11:16
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Qualcuno in Costa Azzurra ha cercato di avvelenare i cani di Marina Berlusconi

La Gendarmeria della “ Capitale europea dei profumi” intanto ha aperto un’ inchiesta contro ignoti ipotizzando, al momento, screzi tra i vicini

Per la seconda volta, nel breve volgere di una settimana, sono state rinvenute, presso la villa che Marina Berlusconi possiede a Chateauneuf de Grasse in Costa Azzurra, alcune esche avvelenate destinate ai suoi cani da guardia. Il primo rinvenimento risale allo scorso ventotto Febbraio, il secondo a Giovedì scorso. Immediatamente la Gendarmeria di Grasse ha aperto un’inchiesta ipotizzando, al momento, però solamente una banale lite tra vicini come movente del delittuoso gesto. Nel villaggio ai piedi della piccola cittadina dell’entroterra di Nizza, conosciuta universalmente come “ Capitale europea dei profumi”, Marina Berlusconi suole trascorrere anche lunghi periodi di riposo insieme al marito Maurizio Vanadia ed ai figli Gabriele e Silvio, lo stesso nome del prestigioso nonno, rispettivamente di otto e sei anni. Il premier italiano invece vi appare assai più raramente: ultimamente, cioè nello scorso mese di Gennaio, approfittando degli ultimi giorni di convalescenza dopo il noto attentato subito in Piazza Duomo a Milano però la sua presenza accanto alla diletta figlia, in un momento per lui così delicato, non è passata inosservata anche perché il vulcanico Silvio ne ha approfittato per compiere, al fianco di Marina, del genero e dei nipotini, un lungo pomeriggio di shopping nella vicina Saint Paul de Vance. In quell’occasione la Sotto- Prefettura di Grasse, d’intesa con la Prefettura di Polizia di Nizza ed, ovviamente, con i servizi segreti italiani coordinò un articolato ed attento servizio di scorta e pattugliamento che sconvolse la tranquilla vita della piccola Chateauneuf. La cosa non fece piacere a parecchi abitanti e villeggianti del borgo, alcuni di loro veramente facoltosi fanno parte delle “ elites” economico- intellettuali della grande Nazione d’oltralpe, e forse qualcuno accecato dall’invidia e dall’odio ha cercato di farla pagare all’illustre rampolla, cercando di avvelenarle due dei suoi sette cani di grossa taglia. Altre piste, pur non venendo scartate a priori, non sono al momento battute anche se c’è chi non se la sente di escludere un collegamento con certi ambienti sovversivi del Nord- Italia, magari con quell’area antagonista torinese in questi giorni impegnata non solo in una violenta battaglia con le forze dell’ordine in Val di Susa nell’ambito delle proteste contro l’Alta velocità ferroviaria ma anche seriamente indiziata del compimento di alcuni attentati dinamitardi, per fortuna per ora senza conseguenze, proprio nel capoluogo subalpino. Parecchi dei suoi componenti appartengono alla cosiddetta “ Torino- bene” che possiede parecchi case di vacanza proprio in Costa Azzurra. Il fatto comunque che a procedere per ora siano gli uffici della Gendarmeria che abitualmente si occupano di criminalità comune dimostra però il poco credito che gli inquirenti assegnano alla pista politica.  

Sergio Bagnoli