Lettera del’associazione Legio Matutia al Sottosegretario Daniela Santanché

26 marzo 2010 | 09:09
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Lettera del’associazione Legio Matutia al Sottosegretario Daniela Santanché

La lettera è riferita al tema della legalizzazione della prostituzione

L’associazione Legio Matutia ha inviato una lettera al Sottosegretario Daniela Santanché in merito alla legalizzazione della prostituzione.

Questo il testo della lettera:

Egr. Ministro,

l’associazione culturale Legio Matutia è favorevole alla proposta di una regolamentazione o liberalizzazione della professione di escort e simili, così come avviene in altri paesi del mondo. All’avanguardia in questo caso l’Olanda, la Germania e la Spagna, dove, ad esempio, nei siti di annunci escort viene indicato anche il prezzo della prestazione ( sia sessuale che solo di accompagnamento) e sono inseriti persino gli indirizzi di alloggi che possono essere affittati alle escort.
Sembra che la legge Merlin, che ha abolito l’esercizio del meretricio nelle case di tolleranza, sia un totem inattaccabile, quando invece è una semplice legge che può essere abolita da un’altrettanta semplice legge votata dal Parlamento italiano. Varie proposte normative infatti giacciono in Parlamento ( pro e contro la prostituzione), ma non si sa bene perché non si interviene una volta per tutte sull’argomento.
La legge attuale e le norme dei vari codici sono alquanto equivoche sul tema, lasciando ampi margini discrezionali nella loro interpretazione; le stesse sentenze della giurisprudenza non sono omogenee.
In Italia il quadro normativo sulla prostituzione porta a fare queste considerazioni: prostituirsi non è reato, è reato lo sfruttamento e il favoreggiamento. Se una o due escort esercitano in casa, non è reato; se i condomini sono d’accordo, nulla osta all’esercizio in appartamento della prostituzione. Se ad esercitare la prostituzione sono più di due persone allora c’è la presunzione di sfruttamento; in quel caso bisogna capire chi sfrutta chi. Stare fermi sul ciglio della strada, di notte, non è reato; ma se da un’auto ci si ferma a parlare con la persona ferma, allora la si multa per intralcio al traffico, cosa che contrasta col codice della strada, nel quale sono previsti casi in cui è consentita la fermata temporanea. Se si mette un annuncio di tipo escort su un giornale o un sito non si deve fare riferimento alla prestazione in denaro, altrimenti si può essere puniti; c’è però il problema che chi lo mette è consapevole di quello che fa, quindi dov’è il reato? Gli stessi siti di annunci vengono a volte indagati e chiusi, salvo essere riaperti perché non vi si riscontra reato di favoreggiamento; tutto però serve a creare scandali massmediatici tanto per fare vendere i giornali. In alcuni centri benessere si esercita di fatto la prostituzione, con ragazze consapevoli, maggiorenni  e consenzienti: dov’è lo sfruttamento? Alcuni di questi vengono chiusi, gridando allo scandalo ( è successo recentemente ad Arma di Taggia),  spiattellando sui giornali gli sms che i clienti mandavano alle massaggiatrici per ringraziarli delle ore liete trascorse; clienti soddisfatti, massaggiatrici contente: dov’è il reato?Anche in questo caso tutto serve per far vendere i giornali. Nei club privée si attua lo scambio di coppie con prestazioni sessuali; se si è associati non vi è reato, se non  lo si è allora c’è la possibilità di chiudere il locale in caso di controllo.
Come si vede in Italia la situazione è ingarbugliata, dimentichi degli insegnamenti degli antichi Romani che le cose invece cercavano di semplificarle, e che nel campo del piacere erano maestri, con terme dove si esercitava l’arte dell’eros.
Il fatto di essere un paese formalmente cattolico non implica il fatto di doversi ipocritamente trincerare dietro un falso moralismo per non affrontare la questione. Ognuno ha una percezione della moralità e del buon costume soggettiva, che non può essere giudicata o punita pregiudizialmente da chi la pensa diversamente, e che magari fa di nascosto ciò che in pubblico ritiene riprovevole e vieta.
I bisogni sessuali sono eventi naturali dell’uomo così come della donna; ognuno può esercitarli come meglio crede, nel rispetto dei diritti e delle libertà altrui. Sono le stesse associazioni di prostitute che chiedono i riconoscimenti dei loro diritti, quindi crediamo che debbano essere coinvolte anche loro nel processo di legislazione sulla materia.
Lasciando tutto così com’è, si da  campo libero  allo sfruttamento che invece si deve combattere; sono alcuni esempi gli affitti in nero alle stelle per chi si prostituisce in casa e la riduzione in schiavitù da parte di clan che gestiscono la prostituzione soprattutto nelle strade di ragazze immigrate.
Lo sfruttamento della prostituzione potrebbe  essere inserito nel più ampio concetto del reato di riduzione in schiavitù, che implica quindi uno sfruttamento sia sessuale che di tipo lavorativo di persone non consenzienti e in difficoltà economiche e sociali.
Tutto il resto deve essere lecito nelle forme ritenute più opportune; che siano eros bar, strip bar, case di tolleranza , terme, centri benessere, appartamenti, annunci sui giornali o in rete e così via.
Siamo convinti che tutto ciò farebbe diminuire drasticamente anche i reati di abuso e violenza sessuale.
Chi vuole prostituirsi deve poterlo fare liberamente ed essere messo nelle condizioni di poter svolgere questa attività.
Se già la legge recita di fatto che prostituirsi non è reato, allora che si renda effettivo questo dettato, depenalizzando ciò che c’è da depenalizzare e creando poche norme ma  lineari e chiare.

Distinti Saluti.

Massimo Cascio