Curdi pestati a sangue dai “calabresi”: parte offesa scagiona Luciano Arsì: “Mai visto”

29 marzo 2010 | 21:06
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Curdi pestati a sangue dai “calabresi”: parte offesa scagiona Luciano Arsì: “Mai visto”
Curdi pestati a sangue dai “calabresi”: parte offesa scagiona Luciano Arsì: “Mai visto”
Curdi pestati a sangue dai “calabresi”: parte offesa scagiona Luciano Arsì: “Mai visto”

Oggi, sono stati ascoltati tre carabinieri che hanno partecipato alle indagini e uno dei giovani aggrediti, un immigrato di origine curda, che da oltre sei anni ormai vive a Ventimiglia Alta ed e’ sposato, fatalita’, con una donna calabrese.

E’ stato scagionato, oggi, all’apertura del processo, davanti al giudice monocrastico Anna Bonsignorio, da uno dei giovani curdi pestati: Luciano Arsi’, 36 anni, uno dei quattro ‘calabresi’, di Ventimiglia Alta, accusato di lesioni dolose aggravate, in concorso con Daniele Gentile, 24 anni; Calogero Sallia, 23 anni e Alexandro Pizzi, di 25 anni, finiti tutti in carcere, l’8 marzo scorso, perché sospettati di far parte del commando di circa dieci persone che ha massacrato di botte un gruppo di cinque immigrati turchi di etnia curda, colpevoli di giocare a pallone in un campetto del Funtanin, senza il loro consenso.

Oggi, sono stati ascoltati tre carabinieri che hanno partecipato alle indagini e uno dei giovani aggrediti, un immigrato di origine curda, che da oltre sei anni ormai vive a Ventimiglia Alta ed e’ sposato, fatalita’, con una donna calabrese. Quest’ultimo ha detto di non aver mai visto Arsì.

La rissa esplose, perche’ a detta degli aggressori, il bar nel quale erano andati i curdi la sera prima, poteva essere frequentato solo da calabresi. Secondo l’avvocato Marzia Ballestra, che difende tre dei quattro imputati (Arsi’, Gentile e Pizzi), non e’ detto che ci fossero loro sul luogo dell’aggressione e che, se anche fosse, non e’ comunque provato che siano stati loro a massacrare di botte e sprangate i cinque curdi. Il processo e’ stato aggiornato al 14 aprile prossimo per ascoltare le altre parti offese.