Curdi massacrati di botte per aver frequentato bar di calabresi: alla sbarra 4 di Ventimiglia Alta

Secondo l’avvocato Marzia Ballestra, che difende tre dei quattro imputati (Arsì, Gentile e Pizzi), non è detto che ci fossero loro sul luogo dell’aggressione e che, se anche fosse, non è comunque provato che siano stati loro a picchiare.
Si apre lunedi’ prossimo (29 marzo), davanti al giudice Anna Bonsignorio, di Ventimiglia il processo per lesioni dolose aggravate, che vede sul banco degli imputati: Luciano Arsi’, 36 anni; Daniele Gentile, 24 anni; Calogero Sallia, 23 anni e Alexandro Pizzi, di 25 anni, i quattro calabresi abitanti nel centro storico di Ventimiglia – e con numerosi precedenti per reati contro la persona e il patrimonio e per spaccio di sostanze stupefacenti – finiti in carcere, l’8 marzo scorso, perché sospettati di far parte del commando di circa dieci persone che ha massacrato di botte un gruppo di cinque immigrati turchi di etnia curda, colpevoli di giocare a pallone in un campetto del Funtanin, senza il loro consenso. Gli stessi immigrati, che la sera prima erano stati cacciati da un bar del centro storico, aperto ai soli “calabresi”. Secondo l’avvocato Marzia Ballestra, che difende tre dei quattro imputati (Arsì, Gentile e Pizzi), non è detto che ci fossero loro sul luogo dell’aggressione e che, se anche fosse, non è comunque provato che siano stati loro a massacrare di botte e sprangate i cinque curdi. Il legale annuncia che non chiederà alcun rito alternativo.