Alle elementari di Via Volta a Sanremo i bambini mangiano frutta biologica

15 marzo 2010 | 13:06
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Alle elementari di Via Volta a Sanremo i bambini mangiano frutta biologica

L’ iniziativa, che durerà sino alla fine di maggio, intrapresa proprio mentre a Bruxelles si dava il nulla- osta alla coltivazione, per scopi non- alimentari, della patata transgenica

Dallo scorso dieci Marzo i bambini che frequentano la Scuola Elementare di Via Volta, dipendente dal primo circolo didattico diretto da Sergio Maria Conti, possono, qualora lo vogliano o meglio lo desiderino i loro genitori, mangiare frutta biologica. Gli scolaretti potranno gustare i prodotti frutticoli coltivati con metodi biologici in sei giorni del mese di Marzo, in sette del mese di Aprile ed in ulteriori sei del mese di Maggio; ovviamente chi non intende usufruirne potrà continuare a mangiare la frutta consueta. Il primo circolo didattico di Sanremo al pari di tantissimi altri circoli didattici sparsi in tutt’Italia ha, infatti, aderito ad un’iniziativa del Ministero italiano dell’agricoltura che, di concerto con quello della Pubblica istruzione, intende migliorare la qualità del cibo consumato nelle mense scolastiche della penisola, favorendo il consumo di prodotti e piatti nazionali, specchio della nostra cultura e civiltà. Ovviamente si spera che, trattandosi di cibi nati e cresciuti in Italia siano anche perfettamente tracciabili e quindi venga fortemente diminuito il rischio di trovarsi di fronte a prodotti adulterati. Sinora, e ci riferiamo alla prima settimana di esperimento, la novità è stata accolta con grande favore dai giovanissimi alunni, specialmente da quelli frequentanti le prime classi. Arance, uva e fragole consumate certi giorni alla mensa scolastica di Via Volta dunque saranno di provenienza biologica e, per uno strano caso del destino, l’iniziativa parte proprio nei giorni in cui una contestatissima decisione dell’Unione europea, fortemente voluta dal suo commissario alla salute il maltese John Dalli, ha stabilito di dare il proprio nulla- osta alla coltivazione, sul territorio della confederazione a ventisette stati, per scopi industriali e non- alimentari della patata geneticamente modificata. Tale statuizione, fortemente avversata da alcuni stati- membri tra i quali l’Italia, apre comunque la porta alla coltivazione pure per necessità alimentari di cibi transgenici anche perché, si mormora a Bruxelles, il potente Commissario europeo all’Agricoltura, il romeno Dacian Ciolos, pare sia da sempre favorevole agli Ogm. Se da una parte tantissime associazioni di buongustai stigmatizzano l’ingresso nella catena alimentare umana dei prodotti Ogm c’è anche chi, come il Vaticano, vede nella loro diffusione a livello planetario un decisivo passo verso la debellazione della fame nel mondo. Slow- food invece, per esempio, ritiene che la diffusione delle coltivazioni Ogm, in Italia sono vietate da circa un decennio, porterà ad una maggiore dipendenza dei contadini poveri del terzo mondo dal volere delle multinazionali. Per il momento comunque ai pargoli del primo circolo didattico ci si limita a proporre una dieta a base di frutta coltivata biologicamente, un prodotto al dettaglio certamente più costoso rispetto a quello che biologico non è: in tal modo anche chi non proviene da famiglie che si possono permettere l’acquisto quotidiano di tali generi di prodotti, potrà alimentarsi con cibi qualitativamente validissimi.        

Sergio Bagnoli