Con le biciclette sulla chiatta

La cura del particolare, dicevamo… A Sanremo, ormai da anni non si parla d’altro che della pista ciclabile come volano del turismo per tutta la provincia e oltre. Inaugurazioni a pioggia, presentazioni in pompa magna a Roma e a Londra….
“Il cambio può essere a 7 rapporti/freno contropedale o 21 rapporti/ruota libera.”
Dalla cura del particolare si può intuire la qualità dell’insieme. Pensavo banalmente a questo mentre sfogliavo il catalogo cartaceo consegnatomi gratuitamente a casa tre giorni dopo aver spedito una mail di richiesta informazioni al sito www.radurlaub.com , uno dei primi indirizzi che appaiono digitando “vacanze in bicicletta” o se preferite “bicicletta vacanze” su Google.
Parliamo di Austria e di ciclabili lungo il bel Danubio blu, e il sito ci introduce in un mondo parallelo al nostro ma distante anni luce. Le opzioni per una vacanza in bicicletta sono dettagliate al punto da indicare, dopo gli hotel con tutti i tipi di camere e prezzi, le strade, le locande, i punti di ristoro e quant’altro, anche il tipo di cambio alla ruota disponibile sui modelli di bici da affittare. Naturalmente si può prenotare tutto via Internet.
Pura fantascienza, soprattutto se subito dopo si cerca una qualche sito che parli della nostra ciclabile. Il sito www.pistaciclabile.com è gestito da un gruppo di appassionati ed è aggiornato al marzo 2009, con scarne informazioni su qualche hotel, pizzeria e noleggio bici. Un altro, www.sanremobike.it , molto bello, è realizzato a cura di una struttura ricettiva privata. Qualcosa in più sulla pista, grazie alle belle immagini di un servizio Rai, si trova casualmente in un link su www.bicitalia.org , ma senza la minima informazione turistica. Anzi, sfogliando il sito si capisce che la ciclabile ha un senso solo se inserita in un progetto più ampio.
La cura del particolare, dicevamo… A Sanremo, ormai da anni non si parla d’altro che della pista ciclabile come volano del turismo per tutta la provincia e oltre. Inaugurazioni a pioggia, presentazioni in pompa magna a Roma e a Londra, e chissà se ai potenziali turisti tutto questo interesserà.
Ma la ciclabile vista come volano del turismo porta a una riflessione sulla promozione della città nel suo insieme. Con la determinazione dimostrata in ogni occasione, il sindaco di Sanremo Maurizio Zoccarato in diretta televisiva nazionale ha mandato letteralmente a quel paese (la Corsica, per la precisione) i turisti che viaggiano in camper, rei di offuscare con la loro presenza la suggestiva bellezza della zona intorno al Casinò, piazzale Carlo Dapporto in particolare. L’intento era nobile e il problema dell’invasione in centro città dei camper non è certo imputabile all’attuale sindaco, ma l’attacco frontale al popolo dei camperisti ha lasciato perplessa la stessa conduttrice del programma, Barbara D’Urso, che si è immediatamente dissociata.
Per inciso, in altre realtà italiane ed europee il turismo all’aria aperta, come il camperismo, è considerato una risorsa: non è certamente un popolo di poveretti, verrebbe da dire. Un camper può costare dai quarantamila euro in su, poi c’è la manutenzione, il garage, bollo e assicurazione, insomma non è una scelta al risparmio, è una scelta di vita, e i camperisti sarebbero i primi ad essere felici di trovare a Sanremo un’area attrezzata con luce, acqua, servizi e controlli. Con i camperisti lavorano negozi, ristoranti, locali. E poi, dietro a ogni camper ci sono le biciclette..
Le lamentele di alcuni cittadini derivano più che altro dalla perdita di quei pochi posteggi liberi in centro, ma se qualcuno fosse ancora convinto che si tratta di un turismo povero deve ragionare su una evidente contraddizione: se il metro di giudizio sul “valore” di un turista è il mezzo con cui viaggia, come può una città che discrimina il turismo dei camper basare il proprio rilancio sul turismo delle biciclette? E ancora, come metterla con il turismo dei pullman, unica risorsa da anni per molti blasonati hotel sanremesi?
Dalle scelte di oggi deriva il futuro di Sanremo: nel giro di pochi mesi, sui grandi network la città dei fiori è stata descritta come un luogo dove si tolgono le panchine dalle piazze per allontanare i balordi, dove i camperisti rischiano la fine dei profughi sulle chiatte e dove l’accoglienza è a livello della pensione Mariuccia: una strategia, quella del sindaco, che si sviluppa attraverso immagini forti, e che probabilmente fa parte di un articolato progetto di comunicazione volto a rinverdire il blasone della città per sottrarla al grigiore accumulato negli anni.
Certamente è una strategia di non immediata comprensione, che richiede interventi rapidi per non radicalizzare l’immagine che ne sta uscendo: si potrebbe cominciare proprio dalla promozione della ciclabile, anche senza specificare il tipo di cambio alla ruota delle biciclette.