Davide Pozzi Sacchi di Santa Sofia si candida a Principe di Seborga; ora i pretendenti salgono a 4

19 gennaio 2010 | 20:33
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Davide Pozzi Sacchi di Santa Sofia si candida a Principe di Seborga; ora i pretendenti salgono a 4

Il suo nome e’ stato proposto dall’avvocato Adolfo Miani, studioso di storia e collaboratore di vari ordini cavallereschi. Sale cosi’ a quattro il numero dei candidati successori di Giorgio I, al secolo Giorgio Carbone, scomparso il 25 novembre scorso.

Il Gran Principe Davide Pozzi Sacchi di Santa Sofia si candida alla carica di Principe dell’autoproclamato Principato di Seborga. Il suo nome e’ stato proposto dall’avvocato Adolfo Miani, studioso di storia e collaboratore di vari ordini cavallereschi. Sale cosi’ a quatto il numero dei candidati successori di Giorgio I, al secolo Giorgio Carbone, scomparso il 25 novembre scorso, dopo una lunga malattia. Tra altri pretendenti: il regista Pepi Morgia e il sanremese, Francesco Buscaglia, presidente della societa’ di Salvamento.

‘L’avvocato Miani – e’ scritto in una nota – gia’ amico del compianto Principe Giorgio I ha pensato che per un rilancio del Principato sia necessario un Principe giovane, con esperienza politica ed amministrativa. Il Principe di Santa Sofia e’ stato, infatti, in passato, sindaco di un paese italiano. Egli e’, inoltre, in contatto con diverse Case Reali europee e non solo, ha contatti col mondo politico italiano e potrebbe, in caso di elezione, rilanciare turismo ed economia di Seborga grazie a joint-ventures e finanziamenti europei. Potrebbe inoltre fare di Seborga un centro di incontro di vari ordini cavallereschi e questo porterebbe turismo e, ovvio, denaro al borgo ed ai commercianti locali’.

I consiglieri del Principe, che da anni si occupa della minoranza greca d’Albania, potrebbero inoltre sfruttare tale esperienza per fare di Seborga la "Monaco" italiana. In origine Seborga era un borgo appartenente ai conti di Ventimiglia. Nel 959 venne ceduto ai monaci benedettini di Lerino, che nel 1660 vi istituirono una zecca (per battere moneta) che cessò l’attività trent’anni dopo, nel 1686. I monaci poi nel 1729 cedettero definitivamente il borgo a Casa Savoia. Con la Liguria Seborga entrò quindi a far parte del Regno di Sardegna prima, del Regno d’Italia e della Repubblica Italiana poi; la legittimità di tali cessioni è però giuridicamente dubbia e taluni giuristi le ritengono prive di validità. Parte della comunità di Seborga rivendica pertanto l’indipendenza dalla Repubblica Italiana in virtù dell’ antico status di principato di cui la località anticamente godeva. Secondo gli abitanti, vari documenti storici testimonierebbero il diritto all’indipendenza del borgo. La località – di cui si sono ripetutamente occupati negli anni novanta numerosi media – viene considerata da alcuni storici britannici la "prima Monarchia costituzionale al mondo".

I cittadini di Seborga eleggono il "Principe", (dal 1963 fino al 25 novembre 2009, data della sua morte, ha "regnato" Giorgio I, al secolo Giorgio Carbone) che è coadiuvato da un consiglio di 15 "Ministri". Il "Principato" conia una "moneta", chiamata Luigino, senza alcun valore legale, ma utilizzata come "buono" spendibile in città; il valore dato al cosiddetto Luigino è fissato in 6 dollari USA. La polizia municipale, dotata di poteri identici a quelli di tutte le altre polizie locali italiane, viene detta guardia ed è dotata di pittoresche uniformi. Seborga ha delle proprie "targhe automobilistiche" che, però, non possono essere utilizzate se non a latere di quelle italiane. Tali targhe sono applicate solo da chi lo desidera. Vengono anche distribuiti ai richiedenti "passaporti" e "patenti di guida" recanti l’effigie e i timbri del "principato"; alcuni di questi documenti hanno funzione di documento legale del principato mentre altri hanno unicamente funzione folcloristica e di promozione turistica.