Assoluzione di Bianchi e Gilardino: la cronaca della mattinata
Prima è arrivata la sorprendente richiesta di Di Giovanni, avvocato di Gilardino, di accedere al rito abbreviato, poi è giunta l’assoluzione dei due dalle accuse di corruzione. Questa mattina era attesa la sentenza per il Capo L del maxi-processo.
Piero Gilardino, Giuseppe Bianchi e la Bianchi Costruzioni sono stati assolti ai sensi dell’articolo 530 del codice di procedura penale perché il fatto non sussiste. Doppio colpo di scena questa mattina al processo ribattezzato dalla stampa ”Tangenti&Mattoni”, che si celebra presso il tribunale di Sanremo. Prima è arrivata la sorprendente richiesta di Di Giovanni, avvocato di Gilardino, di accedere al rito abbreviato, poi è giunta l’assoluzione dei due dalle accuse di corruzione. Questa mattina era attesa la sentenza per il Capo L del maxi-processo che vede imputati ex politici e imprenditori del Ponente, per un complesso intreccio di affari contestati dai pm, relativi a circa dieci anni di edilizia ad Taggia. Si attende ora la pubblicazione delle motivazioni della decisione. Il pm Marco Zocco aveva chiesto 3 anni e 6 mesi di reclusione nei confronti di entrambi gli imputati.
Questa la cronaca della mattinata. Entrambi gli imputati non sono presenti in aula. L’avvocato di Gilardino, Bruno Di Giovanni, chiede un giorno di rinvio e preannuncia la volontà di utilizzare il rito abbreviato in virtù di una recente sentenza della Corte Costituzionale del 14 dicembre 2009, pubblicata poi il 18 dicembre (come riportato questa mattina dal quotidiano Repubblica, terza pagina), che ha dichiarato illegittime alcune disposizioni degli articoli 516 e seguenti del codice di procedura penale, che non consentivano di utilizzare il rito alternativo anche quando nel corso del dibattimento fosse intervenuta una una nuova accusa (in questo caso alla corruzione si era aggiunta la concussione). Venuto meno il divieto, Di Giovanni ha quindi presentato l’istanza. Il collegio si ritira per constatare e la veridicità di quanto riportato dai giornali e decidere in merito. Per richiedere il rito abbreviato è necessaria la presenza in aula dell’imputato, o una procura speciale, ma Gilardino è contumace; l’avvocato Di Giovanni ha tuttavia chiesto non di accedere oggi stesso al rito abbreviato, ma un giorno di rinvio per poterne formalizzare la richiesta. La parte civile, la difesa di Bianchi e la pubblica accusa si rimettono alla decisione del collegio. Dopo mezzora di ritiro il collegio annuncia che l’istanza viene rigettata data la sua tardività.
Si passa alla discussione. L’avvocato di Bianchi, Pisapia, quindi, come da programma, inizia l’ultima arringa in difesa del suo assistito, accusato di corruzione, con la possibilità, già annunciata dal collegio giudicante, di considerare in alternativa l’ipotesi della concussione a carico di Gilardino. La difesa di Pisapia, infatti, punta all’assoluzione, con la dimostrazione che nei confronti di Bianchi c’è stata concussione, quindi che l’imprenditore è da considerarsi vittima del politico Gilardino. Nel corso del suo intervento l’avvocato riassume tutti i passaggi della vicenda, relativa al Capo L del processo in discussione oggi, l’ormai ben nota questione della vendita, da parte di Bianchi a Gilardino, di un appartamento presso le Torri di Colombo ad Arma di Taggia, appartamento che l’ex sindaco di Taggia, dopo una intricata trattativa ha ottenuto a prezzo molto più basso di quello di mercato. “Bianchi – spiega Pisapia – non ha ottenuto vantaggi da quell’operazione, solo svantaggi, ovvero perdita economica. I vantaggi sono stati tutti di Gilardino. La volontà di Bianchi è stata fortemente coartata, l’imprenditore non voleva portare a termine la vendita a quelle condizioni, ma non ha potuto fare diversamente”. Per questa ragione l’avvocato chiede l’assoluzione del suo cliente.
Terminata l’arringa di Pisapia, il collegio si ritira. Dopo circa mezzora di valutazioni i giudici emergono dalla camera di consiglio con una sentenza assolutoria per Piero Gilardino, Giuseppe Bianchi e la Bianchi Costruzioni.