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Venerdì 11 presentazione del Dossier Statistico Immigrazione 2009 Caritas – Migrantes

4 dicembre 2009 | 11:18
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Venerdì 11 presentazione del Dossier Statistico Immigrazione 2009 Caritas – Migrantes

Anche nella nostra provincia pensiamo sia necessario guardare alla presenza degli stranieri come fattore di ricchezza collettiva, di occasione di confronto fra culture, fra religioni diverse

E’ programmata per venerdì 11 dicembre 2009, presso la Sala Giovanni Paolo II  in Via Pisacane, 2 a Sanremo la presentazione del Dossier Statistico Immigrazione 2009 Caritas – Migrantes, XVIIII Rapporto Aree di origine, presenze, inserimento, lavoro, territorio.

Il programma prevede:

Il saluto del Dott. Matteo Lupi  – Presidente del CESPIM e gli interventi  del Dott. Andrea Torre – Centro Medì (Genova) curatore della parte sulla Liguria del Dossier Statistico Immigrazione 2009 e del Dott. Otto Bitjoka – Fondazione Ethnoland (Milano) autore del libro “ImmigratImprenditori in Italia”
Coordinano la Prof.ssa Antonella Squillace (Mappamondo) e il Dott. Maurizio Marmo (Caritas)
Le conclusioni saranno affidate al Vescovo Diocesano S.E. Mons. Alberto Maria Careggio.

La realizzazione del Dossier Statistico Immigrazione da parte di Caritas Italiana e della Fondazione Migrantes ha l’obiettivo di approfondire la conoscenza del fenomeno dell’immigrazione, divenuto ormai fatto consolidato per il nostro paese e per la nostra provincia. Si tratta di informare, ed a volte anche di contro informare.
Qui di seguito elenchiamo alcuni aspetti sui quali concentrare l’attenzione:
– sono 4 milioni e 330 mila i cittadini stranieri presenti regolarmente, pari al 7,2% della popolazione italiana;
– sono 2 milioni i lavoratori che concorrono alla creazione della ricchezza del “sistema Italia” e aumentano ogni anno per supplire alle carenze della forza lavoro;
– sono 862 mila i minori figli di genitori stranieri, ormai un decimo della popolazione minorile, nella maggior parte dei casi nati in Italia, che giustamente considerano la loro terra;
– sono 629 mila le presenze a scuola in rappresentanza di tanti paesi, un vero e proprio mondo in classe;
– sono oltre 100 mila le persone che vengono ogni anno in Italia per ricongiungimento familiare nell’ottica di un insediamento stabile;
– sono 72 mila i nuovi nati in Italia nel corso dell’anno, che costituiscono un supporto indispensabile al nostro sbilanciato andamento demografico;
– sono 40 mila le persone che acquisiscono annualmente la cittadinanza italiana, a seguito di matrimonio o di anzianità di residenza, mostrando un forte attaccamento al nostro Paese;
– sono 24 mila i matrimoni misti tra italiani e immigrati, che costituiscono una frontiera complessa, suggestiva e promettente della convivenza tra persone di diverse tradizioni culturali e religiose;
– sono circa 6 mila gli studenti stranieri che si laureano annualmente in Italia, in buona parte destinati a diventare la classe dirigente nel Paese di origine.
Alla luce di questi dati, quando parliamo di immigrazione dobbiamo allargare lo sguardo e non limitarci a vedere solo gli sbarchi sulle nostre coste (dove peraltro arrivano molti richiedenti asilo), altrimenti resteremo incapaci di gestire responsabilmente l’Italia che si va costruendo, nella quale già adesso 1 ogni 14 abitanti è un cittadino straniero regolarmente soggiornante.
In occasione della presentazione del Dossier a Sanremo, oltre ad analizzare i cambiamenti in atto a livello nazionale e regionale, grazie alla presenza del Dott. Andrea Torre, del Centro Medì di Genova, che ha curato la parte relativa alla Liguria, intendiamo riflettere sulla presenza degli immigrati nel mondo del lavoro. Ci aiuterà il Dott. Otto Bitjoka, che si definisce “imprenditore Camerun-milanese con due lauree, fiero delle sue origini bantu”. In Italia dal 1976, ha sviluppato molte iniziate tra le quali la creazione della Fondazione Ethonland, che ha tra le finalità la promozione del concetto di uguaglianza, la valorizzazione dell’immigrato come risorsa sociale ed il sostegno dell’imprenditoria immigrata. La Fondazione ha pubblicato recentemente il rapporto ImmigratImprenditori, che ha messo in luce l’intraprendenza di molti immigrati che hanno costituito un’impresa, sono attualmente 187 mila, ed il numero è aumentato del 10% anche in questa fase di crisi. Se ad essi si aggiungono un numero quasi uguale di soci e amministratori e circa 200 mila dipendenti, arriviamo a una realtà occupazionale di mezzo milione di persone.
Come detto in precedenza tutti gli immigrati (e non solo gli imprenditori) rappresentano il 7% della popolazione residente ma contribuiscono al 10% della creazione di ricchezza nazionale, ciò significa che la loro presenza non costituisce una perdita né per l’Italia, né per i Paesi di origine, ai quali i migranti inviano dall’Italia 6,4 miliardi di euro come rimesse (un aiuto molto concreto al loro sviluppo a fronte delle promesse non mantenute a livello di politica internazionale).
Inoltre gli immigrati pagano annualmente almeno 4 miliardi di euro di tasse ma gravano, secondo una stima della Banca d’Italia, solo per il 2,5% sulle spese per istruzione, pensione, sanità e sostegno al reddito, all’incirca la metà di quello che assicurano in termini di gettito.
Anche nella nostra provincia pensiamo sia necessario guardare alla presenza degli stranieri come fattore di ricchezza collettiva, di occasione di confronto fra culture, fra religioni diverse, consapevoli che solo il dialogo e la maggiore conoscenza reciproca possono aiutarci a costruire una comunità più partecipe dei bisogni di ciascuno.
Chi sa ad esempio che a Sanremo sono presenti più di 4.000 stranieri? Ma soprattutto chi è al corrente che provengono da ben 93 paesi diversi? Avere il mondo in casa è una minaccia o una straordinaria opportunità per aprirci agli altri? Si tratta di una sfida che evidentemente deve essere colta e affrontata sia dagli Italiani che dagli stranieri.