Precisazioni Associazione Amici di giardini botanici e Associazione Parco Marino Capo Mortola
La problematica sollevata sull’attracco delle barche da diporto e del divieto di utilizzo dell’area protetta è totalmente infondata e pretestuosa, contrariamente a quanto affermato le barche potranno meglio usufruire questa zona
Con riferimento agli articoli giornalistici riguardante l’Area protetta di Capo Mortola, l’Associazione Amici di giardini botanici Hanbury e l’Associazione Parco Marino Capo Mortola intendono precisare e sottolineare alcuni aspetti di questa vicenda che se non valutate rischiano di non fare percepire la reale valenza del progetto, progetto che non nasce per vietare tout court qualcosa ma bensì per valorizzare e renderlo più fruibile a tutti.
Intanto la problematica sollevata sull’attracco delle barche da diporto e del divieto di utilizzo dell’area protetta è totalmente infondata e pretestuosa, contrariamente a quanto affermato le barche con l’avvento dell’area protetta potranno meglio usufruire questa zona, occorre ricordare che in questa zona esiste un Sic,sito di interesse comunitario( gazzetta ufficiale n184 del 07-08-08 e legge regionale del 10 Luglio 2009 n. 28) proprio la legge regionale impone di proteggere le praterie di posidonia e allo stato attuale l’ancoraggio sulle praterie di posidonia sarebbe assolutamente vietato, mentre con la predisposizione di boe d’attracco si potrà meglio godere delle bellezze di questo tratto di mare, inoltre occorre osservare che nella regolamentazione dell’area protetta l’ancoraggio libero rimane in tutte le aree a fondale sabbioso, da evidenziare che sono le uniche zone dove attualmente è permesso l’ancoraggio.
Quindi le dichiarazioni lette sui giornali dimostrano un’assoluta mancanza di conoscenza dei fatti è di approccio superficiale alla questione.
Con riferimento all’esclusione dei pescatori in apnea occorre osservare una mancanza di lungimiranza, in quanto la perimetrazione dell’Area protetta, contenuta sulla totalità del Sic, ha lasciato zone a levante e a ponente libere da ogni regolamentazione, va da se che creando una zona di ripopolamento centrale le zone limitrofe non potranno che beneficiare di questo.
A tal proposito è opportuno ricordare alcuni dati sul pescato, da studi effettuati nella zona interessata nel 2003 nel primo semestre sono stati pescati 2.175 kg di pesce di varia natura mentre nel 2006 il pescato si è ridotto a 1.426 kg riconfermando il dato nel 2007 con 1.451 kg di pescato, è più che evidente che la zona è in stato di sofferenza , al di la dei dati basta chiedere a qualsiasi pescatore che frequenti questi posti per avere una conferma, questi dati meritano una riflessione e non possono essere sottovalutati.
Infine non va assolutamente dimenticato che l’APM di Mortola ha un’estensione estremamente ridotta (circa 400 ettari) e non può essere paragonata ad altri Parchi marini ben più ampi, in effetti se si fosse fatto l’area protetta su tutta il Sic arrivando sino alle grotte sotto il forte dell’Annunziata si sarebbe potuto ipotizzare zone a norme differenziate ma ciò avrebbe determinato maggiori limitazioni in generale e problemi con il futuro porto.
Alla luce di quanto detto riteniamo importante evitare ogni tipo di polemica strumentale ma invitiamo tutti gli uomini politici e tutti i cittadini a una riflessione, credendo che l’obbiettivo più importante per tutti sia quello di riuscire a legare all’unicità del patrimonio dei giardini Hanbury una area marina che valorizzi ulteriormente il grande patrimonio esistente.
Risposta all’emendamento n.1
La pesca sportiva subacquea.
Se analizziamo il nome riserva, esso vuol dire luogo ,dove si accumulano delle cose. Le riserve marine per quanto riguarda la fauna (animali) sono create affinché questi si possano riprodurre e quindi aumentare di numero, e dopo, una volta cresciuti espandersi nelle zone limitrofe, Voglio dire agli amici pescatori subacquei( anche io lo sono stata) che fra i vari equilibri che regolano la popolazione ittica, ce n’è uno che voglio citare come esempio per dimostrare la fragilità dei nostri ecosistemi e la necessità di proteggerli: La riproduzione dei pesci. Nella maggior parte delle specie di pesci gli individui cambiano di sesso nel corso della loro vita prendiamo per esempio la Cernia(una delle prede preferite dai pescatori subacquei, gli individui di piccola e media taglia sono femmine, quando crescono ed aumentano di taglia diventano maschi,. In un altro genere di pesci le Salpe quelle che in grandi branchi brucano le foglie della Posidonia. è il contrario. Se i grossi individui vengono uccisi., divenendo rari o assenti uno dei due sessi viene a mancare, quindi la riproduzione non avviene a scapito del ripopolamento di tutta l’area.
I pescatori subacquei quindi non devono considerare la perdita di qualche decina di ettari di mare e qualche chilo di pesce che perdono a causa dell’Area Marina Protetta, ma pensare al quello che potranno catturare nelle aree periferiche al Parco e sicuramente per lungo tempo, inoltre l’Amministrazione Pubblica deve sapere che
una buona gestione del mare è l’unico mezzo per assicurare la presenza di pesci per i pescatori.
Risposta all’emendamento n.2
Regole di ormeggio
Il motivo che ha portato alla creazione del Parco marino Area Protetta di Capo Mortola è dovuta alla massiccia presenza della Prateria di Posidonia ( Posidonia oceanica L.)La Posidonia è una pianta non una alga quindi è costituita da radici- rizzomi-foglie come una graminacea terrestre.
Le ancore quando vengono gettate sulla Posidonia per l’ancoraggio hanno lo stesso effetto di una zappa su una campo di gramigna, si impiglia ai rizzomi e quando viene salpata strappa e crea delle rotture nei rizzomi e nelle foglie. oltre all’ancora c’è anche la catena che precede l’ancora, essa si sposta sul fondo a causa dell’idrodinamismo (moto ondoso e correnti) strappando le foglie.
Da studi effettuati, l’ancoraggio di una imbarcazione da diporto (discesa, stazionamento, risalita della ancora) strappa in media dai 16 a 34 rizomi con relative foglie (fasci) di Posidonia oceanica. L’effetto è quindi di causare delle rotture che favoriscono l’erosione da parte dell’idrodinamismo provocando la distruzione della prateria. Ecco quindi la necessità per le barche superiori ai 5metri di non usare l’ancoraggio(Utilizzazione di un’ancora per la sosta) ma di un ormeggio(utilizzazione di un corpo morto) ovvero di una boa posizionata legalmente dalle autorità marittime in modo tale da non creare danni alla Posidonia.
Cosi anche i natanti superiori ai 5 metri potranno con questa accortezza sostare nel Parco ed avere la possibilità di nuotare e osservare i meravigliosi fondali nel magnifico scenario di Capo Mortola.
Ursula Salghetti Drioli Biologa Marina