Lo stalking e il suicidio sulla tragica morte della 45enne Loredana Genovese/COLPO DI SCENA




Loredana lavorava come operaia in una fabbrica di Montecarlo, non faceva uso di droghe, ma di alcol ed era vessata – stando a quanto riferito da alcuni conoscenti – da un uomo che le chiedeva del denaro e che la perseguitava.
Si profilano l’ombra dello stalking e quella del suicidio dietro la morte di Loredana Genovese, 45 anni, la donna trovata cadavere in una discarica abusiva, il 3 dicembre scorso, dietro a Villa Helios di Sanremo e per la quale si ritiene che possa essere deceduta per un’overdose. Figlia di una parrucchiera in via Tenda e di un ex finanziere, con un figlio di quattordici anni ospite di un istituto per minori, Loredana lavorava come operaia per una fabbrica di Montecarlo, non faceva uso di droghe, ma di alcol ed era vessata – stando alle confidenza di alcuni conoscenti – da un uomo che le chiedeva del denaro e che la perseguitava. Pare che quest’ultimo la minacciasse e che le rendesse la vita difficile.
Sempre secondo questa persona e’ probabile che Loredana non sia morta per un’overdose di eroina – nella zona, infatti, frequentata da tossicodipendenti, sono state rivenute delle siringhe – ma per un’overdose di barbiturici ingeriti allo scopo di suicidarsi. Le indagini, condotte dal commissariato di polizia di Sanremo, sono coordinate dalla locale Procura. Ieri, intanto, presso la Chiesa delle Gianchette, di via Tenda, sono stati celebrati i suoi funerali.
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