La Croce Rossa in aiuto dei terremotati, storie a confronto con un obiettivo comune: la solidarietà

14 dicembre 2009 | 21:56
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La Croce Rossa in aiuto dei terremotati, storie a confronto con un obiettivo comune: la solidarietà
La Croce Rossa in aiuto dei terremotati, storie a confronto con un obiettivo comune: la solidarietà
La Croce Rossa in aiuto dei terremotati, storie a confronto con un obiettivo comune: la solidarietà

A Bordighera una serata dedicata alle esperienze dei tanti militi, pionieri e crocerossine, che hanno portato assistenza alle popolazioni terremotate de l’Aquila. Testimonianze anche fotografiche, di chi è partito in missione umanitaria.

‘La Croce Rossa della provincia di Imperia e’ intervenuta con 85 unita’, in Abruzzo, per l’emergenza del dopo terremoto, dal 6 aprile a settembre, rispondendo con entusiasmo e in forze anche in base alle richieste formulate dal Comitato Centrale’. Lo ha affermato il presidente provinciale imperiese della Croce Rossa, Vincenzo Palmero, questa sera, al Palazzo del Parco di Bordighera, nel corso di ‘Ricordi D’Abruzzo’, un incontro durante il quale: volontari, crocerossine e personale militare della Croce Rossa di Bordighera ha raccontato la propria esperienza in aiuto delle popolazioni terremotate. ‘La nostra forza dei volontari presenti in Abruzzo, nel periodo interessato, dunque dal 6 di aprile a settembre, e’ stata di 85 unita’ – ha affermato Palmero – complessivamente: suddivisi in 43 volontari del soccorso, 15 crocerossine, 11 appartenenti al corpo militare, 10 pionieri e 6 dipendenti. Con una percorrenza con i nostri mezzi per andare e tornare, pari a 7.500 chilometri e una presenza di 10.000 ore nelle zone terremotate. Siamo stati fino al momento dello smontaggio delle tendopoli, per il quale hanno partecipato alcuni nostri ragazzi di Imperia e Bordighera. Voglio sottolineare che la Croce Rossa Italiana ha avuto in consegna a livello nazionale la gestione del magazzino di tutto cio’ che arrivava in Abruzzo, a livello nazionale e internazionale. Sono contento ed entusiasta di queste persone che anche in momenti particolari e tristi rispondono sempre con grande entusiasmo e serenità’.

Paolo Riverso, ufficiale medico del corpo militare della Croce Rossa. ‘Sono stati nei primi venti giorni di maggio in Abruzzo. Hop avuto la responsabilita’ della sezione sanità del centro operativo misto ‘Com 5’ di Paganica, che era quello che aveva la sovrintendenza sui territori alle porte dell’Aquila. Precisamente quelli più colpiti: Onna, San Gregorio, Paganica stessa, dove avevamo la nostra base. E li’ abbiamo avuto tutte le competenze sulla parte sanitaria. Quindi, sia di assitenza sanitaria alla popolazione, sia di controllo igienico e sanitario sui campi che erano nel territorio. Ho avuto la possibilità di lavorare con due ufficiali di commissariato sempre del corpo militare, due giovani che sin dai primi momenti del sisma hanno partecipato ai soccorsi scavando proprio con le mani come potevano. E mi hanno raccontato proprio quei momenti del terrore. Uno di questi con un bimbo piccolo di un anno e mezzo e un altro di pochi mesi costretti a fuggire in piena notte con il buio totale, perche’ mancava l’energia elettrica, senza sapere se quando scendevano le scale avrebbero trovato una voragine ai loro piedi o meno. Cose che davvero facevano venire la pelle d’oca e forse nessuna delle immagini che abbiamo visto in televisione credo che possa rendere bene l’idea di quello che c’e’ stato. Altro aspetto molto positivo e’ stato la partecipazione di questi volontari che devo dire ci e’ stata invidiata da alcuni rappresentanti del fondo umanitario internazionale, che sono venuti a visitarci. C’erano canadesi, francesi, inglesi, australiani e il rappresentante italiano ha detto che dopo l’incontro erano rimasti meravigliati proprio da questo fatto, unico al mondo, questa partecipazione volontaria dei soccorsi e questa gestione degli stessi. Questa è la cosa che li ha colpiti particolarmente e che ha colpito anche me’.

Katia Biamonti, dell’Ispettorato di Bordighera: ‘Ho dato la mia disponibilità alla Croce Rossa e sono stata mandata al campo di Assergi, un paesino ai piedi del gran Sasso, dal 14 al 25 luglio. E’ stata un’esperienza molto toccante e si e’ trattato di aiutare le persone nelle loro esigenze pratiche, persone che erano nel campo e dare un sostegno morale anche alla popolazione che e’ stata li’ subito dopo la prima scossa, fino alla fine di agosto. Essendo un paesino di montagna, al campo di Assergi erano soprattutto anziani, gente semplice di montagna che tuttavia e’ stata in grado di far fronte a questa esperienza da campo. E’ stata un’esperienza di vita spartana. Abbiamo condiviso i pasti, anche le tende. A dimostrazione di come si puo’ vivere con poco e di poco. In futuro spero di fare altre missioni se ce ne fosse bisogno, anche se l’auspicio e che fatti del genere non accadano più’.

Raffaella Sogliano
, 45 anni: ‘Ho avuto la fortuna di fare questa esperienza in missione in Abruzzo. Quasi un mese dopo che e’ successo il sisma, verso il 17 di maggio, siamo partiti con un gruppo della Liguria, da Bordighera fino a Genova. Io personalmente sono stata inviata al campo di raccolta di Avezzano, dove li’ ho fato un’esperienza un po’ diversa, in quanto a trurno ci siamo occupati dello smistamento della merce nei vari magazzini, c’erano tre tipi di magazzini: uno per l’abbigliamento, uno per la merce alimentare e un terzo con i generi di prima necessita’. A turno avevamo diversi compiti, tipo la corve’ in cucina, un’esperienza originale che neppure mi aspettavo. Ci siamo improvvisati aiuto cuochi, preparando la mensa alla quale noi stessi mangiavano e ci siamo anche occupati di pulire i bagni e i container. Ci siamo occupati anche della carraia, registrando tutti i movimenti che entravano e uscivano in questo grande campo: dai tir agli altri veicoli, anche i piu’ piccoli. Noi non siamo stati a contatto con la gente ma un aneddoto particolare e’ stato conoscere un bambino di 18 mesi, Alessio, il piu’ piccolo del campo di Paganica, che era vivo per miracolo, anche detto dai suoi genitori che tre giorni prima della scossa piu’ importante avevano deciso di dormire in auto, perche’ avevano talmente paura di queste scosse che gia’ da tempo si facevano sentire. Avranno avuto un’illuminazione, in effetti la loro casa e’ stata tanto danneggiata.

Tonozzi Lando, 62 anni: “Sono un volontario della Croce Rossa di Bordighera ed ho assolto due mandati, uno ad aprile, fino ai primi di maggio. E’ stata una grande esperienza, sempre ai magazzini di Avezzano, dove c’era un centro smistamento merci e noi caricavamo la merce. Poi venivano fatti dei pallet che erano smistati nei vari campi, a seconda degli ordini. Ed io facevo l’autista, portando questa merce nei vari campi della zona. E’ stata un’esperienza molto dura, perche’ era il primo mese e c’era da lavorare otto-dieci ore al giorno. Non si sentivano ne’ feste, ne’ domeniche, eravamo sempre sotto. Poi ho ripetuto come corpo militare, a fine agosto primi di settembre, e li’ ho fatto il campo, un’esperienza molto dura, ma bella, a contatto con la gente, con anziani che andavi a portare alle tende e poi li accompagnavi a pranzo oppure portavi loro, per dire, anche una camomilla. In particolare, e’ un’esperienza unica, che a raccontarla non rende. C’era tanta tristezza a vedere tutta questa gente con lo sguardo perso nel vuoto. Avevano paura di tornare nelle loro case, ma nello stesso tempo a loro mancava una casa. Sono tutti episodi che ti prendono al cuore e ti lasciano una sensazione forte. Si faceva di tutto ed era un po’ come tornare indietro al militare, sono ritornato a vivere dopo tanti anni la vita militare. Io tra l’altro, all’Aquila avevo fatto anche il Car di quaranta giorni e sono tornato dopo 41 anni a vedere la mia caserma e per me è stata un’altra grande emozione, con la gente che ti aiuta molto, anche come morale. Quasi quasi sono loro che cercano di darci un appoggio, dall’alto della loro dignità’.