Recensione di “Acclami la terra”ultima fatica musicale di Davide Tepasso da parte di Mariano Martina

10 novembre 2009 | 09:05
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Recensione di “Acclami la terra”ultima fatica musicale di Davide Tepasso da parte di Mariano Martina

Mariano Martina è Maestro di Cappella della Cattedrale di Susa (To) nonchè Incaricato Diocesano per la Musica Sacra

“Tibi laus Domine, tibi gloria in coelestibus aedibus!”. Non  è  certo messo a caso il titolo dell’ultima fatica musicale liturgica del M.° Davide Tepasso, carissimo amico, stimato collega di lavoro e ammirato confratello nel servizio liturgico. Le acclamazioni sono infatti i cardini su cui ruota tutta questa nuova raccolta edita da Rugginenti, ricca, come sempre accade in queste pubblicazioni, di materiale, spunti, elementi pratici e allo stesso tempo accattivanti e provocatori assolutamente necessari a chi svolge un ministero liturgico musicale secondo un corretto e universale sensus ecclesiae.
Acclamazione è “grido a gran voce”, clamare ad, “verso”, gridare a gran voce presso, sino a, in vista di, allo scopo di, rispetto a, in confronto di, a seguito di, relativamente a,…e pare che qui il M.° Tepasso abbia voluto compiere l’intero percorso del grido “rivolto” nei momenti più importanti della preghiera liturgica. 
Anzitutto perciò vi troviamo l’acclamazione per eccellenza del rito della Messa, il Canto al Vangelo, presentato qui come dovrebbe sempre essere: con il versetto proprio della Liturgia che si celebra, e con una stringa alleluiatica incisiva, robusta, sufficientemente breve ma affatto banale, armonicamente originale e lontana dagli ormai usurati e usuranti moduli “passepartout”…!
Con la puntualità dettata anche dalla sua felice necessità (!) l’Autore ha poi approntato le acclamazioni previste dal nuovo Rito del Matrimonio, contributo quanto mai utile per dare nuova dignità al servizio musicale di questo Sacramento, per anni vituperato e ridotto a mero “intrattenimento” classico, pop o gospel, quando non peggio… in questo senso la liturgia del Matrimonio risulta spesso l’esempio più “brillante” di musica assolutamente separata dal Rito, e per questo non liturgica.
Di stile acclamativo sono pure l’ottimo salmo introitale Jubilate Deo, in forma responsoriale, dove l’Autore alterna a un trionfante ritornello in latino i versetti del Salmo 99 distribuiti su una lineare ma ricercata salmodia, e il mottetto acclamativo Ecce Sacerdos Magnus, scritto per l’Ordinazione episcopale di S.E. Mons. Vittorio Lupi, Vescovo di Savona-Noli, autore tra l’altro della confidenziale e illuminata introduzione al fascicolo, testimonianza di una fraternità sincera nella dinamica, costante e zelante ricerca del bene liturgico nella Chiesa di Ventimiglia San Remo.
Di ottimo effetto universale è poi la scelta di alternare spesso ritornelli in lingua latina, prassi peraltro già ampiamente elogiata al M.° Tepasso dall’insigne M.o Jean-Paul Lécot, Maestro di Cappella dei Santuari di Lourdes: oltre al già citato Jubilate Deo, si vedano l’intimo canto di comunione alternato all’antifona Ave verum Corpus, con versetti sapientemente assemblati – come ci insegnano i libri liturgici! – su temi evangelici, i due Magnificat, i cui movimenti ternari riportano facilmente l’orecchio a felici esempi in ambiente francese e all’universalità di Lourdes, l’accorata lauda Giardino di pace e di speranza e l’interessante invocazione Ora pro nobis, Maria.
A tal proposito merita particolare menzione la tenera devozione mariana del M.° Tepasso che, in ogni pubblicazione, riserva sempre qualche piacevole sorpresa! Spesso si tratta di miniature, brevi invocazioni spontanee, come nel caso appena citato riguardo la Regina Montis Regalis (ma come non ricordare qui anche “Ave, o Mamma di tutte le mamme”?), altre volte sono veri e propri inni come il popolare Vergine di Lourdes, il cui andamento spontaneo e slanciato lo rende valido “concorrente” del repertorio di quei santuari…!
D’interesse tutto particolare è invece la Mésa di münti, in onore del Redentore sul Monte Saccarello. Il senso pratico da sempre contraddistingue le scelte di Davide Tepasso, che scrive musica e testi per la Chiesa viva, non per quella dei visionari o dei nostalgici: l’impianto corale è perciò da intendersi “a cappella” o con lo scarno “raddoppio” che può rimediarsi in montagna. Gli slanci melodici, liberi da inutili fronzoli, ricordano quei rari manoscritti d’autore spesso ignoto che ancora si conservano in alcune parrocchie, ormai abbandonate, sulle montagne della nostra Val Susa: note ispirate a quei silenzi, a quelle raffiche di vento gelido, a quella vita dura dove il tempo, prima che cali il sole, è sempre poco e neppure le parole si sprecano. Nell’episodio acclamativo del Gloria, nel Sanctus e nell’Agnus Dei il ritmo “pastorale” caratterizza ancora meglio le intenzioni e l’ambiente in cui si celebra. L’uso del latino pare ricordare le preghiere, magari biascicate, dei nostri vecchi montanari, che, però, non sapevano pregare in altra lingua! Anche nella concezione di messa “di montagna” non è preclusa la partecipazione dell’assemblea, che può unirsi alla Schola in tutti i momenti acclamativi e nelle risposte litaniche del Kyrie e dell’Agnus Dei. Tale partecipazione è auspicabile non solo per ragioni liturgiche ma anche di resa musicale: l’assemblea infatti, intervenendo sull’armonizzazione sobria della Schola, non fa che rafforzare l’effetto squisitamente “popolare” di una Chiesa che prega direttamente sotto le volte…del cielo!      
Le figure dei Santi, sin dai tempi delle prime composizioni, hanno da sempre ispirato la poetica di questo Autore, sensibile e fragile come uno di quei meravigliosi fiori che in quella terra ligure crescono, trovano il loro profumo e i colori. Se il primo pensiero in questo senso va al nostro comune “amico” Silvio Dissegna, non posso non citare i due esempi pubblicati nel fascicolo: Vi aspetto tutti in paradiso, con quel susseguirsi di crome che quasi ricordano i tanti passi che le grosse scarpe di don Bosco hanno percorso con fiducia attraverso le nostre strade piemontesi per “portare le anime al Signore”, e infine Ti rendiamo grazie, o Padre, scritto in uno stile musicale giovanile esemplare, a dimostrazione che il ritmo sincopato può anche rivelarsi utile se non esasperato o maltrattato.
A tal proposito mi pare illuminante un’affermazione del vostro ecc.mo Vescovo, mons. Careggio, che sintetizza, a mio avviso, in modo insuperabile le intenzioni e gli sforzi del M.° Tepasso e di molti altri autori di musica liturgica: “Il desiderio e l’auspicio rimane sempre quello di poter «sentire» il popolo dei fedeli cantare in unità di cuori e d’intenti, tutti partecipi alle celebrazioni eucaristiche senza precludere nessuno, specie coloro che, non potendo correre dietro ai ritmi forsennati dei complessini parrocchiali e ai canti spesso neppure approvati, sono costretti al silenzio e al rimpianto” (Cfr. Introduzione alla “Messa della Famiglia” di D. Tepasso).
Ringraziamo dunque il Signore, poiché grazie all’opera e allo zelo di uomini come il Vescovo Alberto Maria e il M.° Davide l’incontro tra Cristo e la sua Sposa, la Chiesa, continuerà ancora per molto tempo ad essere una festa per tutti!             

Mariano Martina
Maestro di Cappella della Cattedrale di Susa (To)
Incaricato Diocesano per la Musica Sacra