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Processo a Luca Delfino, il giudice Paolo Luppi conferma la multa di 85 euro per minacce

13 novembre 2009 | 09:11
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Processo a Luca Delfino, il giudice Paolo Luppi conferma la multa di 85 euro per minacce
Processo a Luca Delfino, il giudice Paolo Luppi conferma la multa di 85 euro per minacce
Processo a Luca Delfino, il giudice Paolo Luppi conferma la multa di 85 euro per minacce
Processo a Luca Delfino, il giudice Paolo Luppi conferma la multa di 85 euro per minacce
Processo a Luca Delfino, il giudice Paolo Luppi conferma la multa di 85 euro per minacce
Processo a Luca Delfino, il giudice Paolo Luppi conferma la multa di 85 euro per minacce

La vicenda riguardava, in particolare la frase ‘Ve la faro’ pagare’, che Delfino aveva rivolto alla madre di Antonella che la vigilia di Natale del 2006, si era rifiutata di farlo salire in casa Frase che Delfino disse al citofono. Delfino era presente.

Il giudice monocratico, Paolo Luppi, del tribunale di Ventimiglia (sede distaccata di Sanremo), ha confermato, stamani, in Appello, la sentenza di primo grado del giudice di Pace, che il 5 dicembre del 2007 aveva condannato il killer genovese Luca Delfino, di 35 anni, al pagamento di 85 euro, per le minacce rivolte a Rosa Tripodi, madre di Antonella, l’ex fidanzata che aveva accoltellato e ucciso, l’8 agosto 2007, in via Volta, a Sanremo.

La conferma della condanna in Appello e’ giunta, dopo una breve discussione delle parti – il pubblico ministero Barbara Bresci; l’avvocato di parte civile, Marzia Ballestra, per Rosa Tripodi e l’avvocato della difesa Riccardo Lamonaca – e una altrettanto breve Camera di Consiglio del giudice. La vicenda riguardava, in particolare la frase ‘Ve la faro’ pagare’, che Delfino aveva rivolto alla madre di Antonella che la vigilia di Natale del 2006, si era rifiutata di farlo salire in casa Frase che Delfino disse al citofono.

I DETTAGLI DELL’UDIENZA, GLI INTERVENTI DELLE PARTI E DEL GIUDICE

Il pm Barbara Bresci chiede la condanna di Delfino: “La dichiarante e’ stata precisa nel ribadire la presenza di Delfino sul luogo dei fatti – afferma -. Quindi riteniamo che la prova sia stata raggiunta in primo grado per i fatti delittuosi in oggetto e non ci sono elementi per ritenere che abbia dichiarato il falso”.

Parla la parte civile, con l’avvocato Marzia Ballestra: “Per la parte civile, in rappresentanza della signora Tripodi – afferma – chiedo la conferma della sentenza del giudice di pace. Si tratta di una situazione particolare in cui la testa e parte lesa, signora Tripodi, e’ stata precisa. Si trattava di una situazione in crescendo, quella avvenuta il 24 dicembre. C’erano Tripodi Rosa con il marito e la povera Antonella, quando suona Luca Delfino. Apre Antonella che immediatamente manifesta disagi e chiede “cosa sei venuto a fare qua”. La Tripodi riferisce che quando ha sentito urlare la figlia. Ha detto al marito di chiamare carabinieri e Delfino ha chiesto di non chiamarli, perche’ “senno’ mi rovini”. Poi se ne va e torna suona al citofono e dice alla madre: “questa ve la faro’ pagare, tutto cio’ che succede e’ colpa vostra”. Poi racconta della situazione di persecuzione avuta prima e dopo. I carabinieri fermano, in seguito, Delfino per strada, quindi, viene chiamata Antonella che conferma che non vuole avere nulla a che fare con l’ex fidanzato e l’episodio finisce”. Si parla, dunque, dell’episodio del 30 dicembre, che spinge la signora Tripodi e la stessa Multari, a sporgere querela per l’episodio di molestie culminato con la condanna”. Conclude la Marzia Ballestra: “Si ribadisce la piena attendibilità della teste. Alcuni dettagli sono stati dimenticati, ma si tratta di dettagli irrilevanti, trovandoci tra l’altro di fronte a una persona terrorizzata. Concludo con la richiesta di conferma della sentenza di primo grado”.

Il giudice Paolo Luppi, chiede al pm perche’ nel capo di imputazione non si fa rifierimento alla gravita’ delle minacce. Il pm risponde dicendo che si tratta di una contestazione generica del fatto.

Parla l’avvocato della difesa di Delfino, Riccardo Lamonaca: “Concordo sul fatto che sia irrilevante la circostanza che la signora Tripodi abbia visto o meno i regali, ma e’ rilevante pensare che non deve essere un processo diverso, solo perche’ l’imputato e’ Luca Delfino. Questa e’ una circostanza significativa. Non posso negare l’evidenza: gli stessi carabinieri dicono che Delfino era giunto con intenzioni pacifiche. I carabinieri, il papa’ e magari anchwe la madre hanno visto i regali. La signora ha visto i pacchetti, e’ pacifico che gli abbia visti, ma per ragioni che sfuggono ha negato la circostanza. Cio’ e’ significativo, per le implicazioni processuali. Questo teste, dunque la mamma, non e’ un teste attendibile. La frase (ve la faro’ pagare, ndr), e’ stata sentita solo dalla madre, una frase percepita come una piccola aggiunta. E’, dunque possibile che si tratti di un ricordo sbagliato£”.
Il giudice si ritira in Camera di Consiglio.