Consiglio Comunale di Sanremo, convocato in adunanza urgente: no al dialetto al Festival
Sono 25 i presenti, 6 invece gli assenti. tra i quali Massimo Donzella, ultimamente al centro di voci su una sua eventuale uscita dal Pdl. La contrarietà del dialetto al Festival tiene ancora banco: il Consiglio approva una nuova manifestazione ad hoc.
Si è aperto il Consiglio comunale di Sanremo, convocato in adunanza urgente. È prevista la trattazione del seguente ordine del giorno:
1.Interpellanze, interrogazioni ed ordini del giorno;
2.Settore territorio/servizio edilizia residenziale pubblica – Programma Locale per la Casa (PLC) di Social Housing 2009 dell’ambito “sanremese” che comprende il Comune di Sanremo, in qualità di Comune capofila, e i Comuni di Taggia, Ospedaletti, Riva Ligure e Santo Stefano al Mare. Approvazione
Sono 25 i presenti 6 gli assenti. tra i quali Massimo Donzella, ultimamente al centro di voci su una sua eventuale uscita dal Pdl. Il presidente del Consiglio Marco Lupi da il via alla seduta, ricordando che le deleghe in materia di "Informagiovani", per volontà del sindaco, spettano all’assessore Solerio e non rientrano in quelle dell’assessorato ai Servizi Sociali e Politiche Giovanili di Gianni Berrino. Il primo a parlare è il consigliere di opposizione Tinelli: l’intervento verte sul servizio di sicurezza a Pian di Poma a cura della Cooperativa Il Cammino. Risponde l’assessore Ghersi. Si parla poi dell’Università delle Tre Età e dei problemi di spazio di questa organizzazione, con un interpellanza del consigliere Gorlero del Pd e risposta dell’assessore Berrino.
C’è contrarietà alle Canzoni in dialetto in gara. Ben 16 consiglieri di maggioranza (tutto il Pdl) chiedono al sindaco di non ammettere le canzoni in dialetto al Festival, ovviamente tenendo conto dei desideri della Rai, e chiedono una manifestazione apposita. Parla il consigliere Leuzzi, seguito da Trucco.
“C’è il rischio di alterare la natura della manifestazione – dicono – non è battaglia politica, non siamo noi che abbiamo venduto la decisione del direttore artistico di aprire a lingue diverse dall’italiana. Non vorremmo che cambiamento dopo cambiamento si arrivasse a spostare da Sanremo il Festival della Canzone Italiana”.
Risponde Marco Lupi della Lega che ha caldeggiato la proposta dialetto al Festival: “Questa storia del dialetto ci ha già fatto tantissima pubblicità, trasmissioni televisive, articoli di giornale. È stata una grande operazione di marketing, prima nessuno parlava del Festival già a ottobre e novembre. E da un punto artistico e culturale può funzionare? Anche il premio Nobel Dario Fo sostiene l’idea. Perfino Mogol e il tenore Bocelli, che sono convinti della bontà dell’operazione. È un’iniziativa che può alzare il livello della manifestazione. Mi fido di più del giudizio di gente come Fo, Mogol e Bocelli che dei consiglieri Leuzzi e Trucco. E in ogni caso non me la sento di mettermi contro il direttore artistico della Rai Gianmarco Mazzi e dire che ha sbagliato. È una scelta Rai: volete che domani si dica che il Consiglio Comunale di Sanremo si è messo contro la direzione artistica del Festival? La Lega, lo dico già, voterà contro.
L’assessore Pino di Meco dice che l’assessorato e Sanremo Promotion stanno pensando ad una manifestazione dedicata al dialetto che andrà in scena poco prima del Festival, ma non ci sono ancora dettagli, se ne sta parlando e devono ancora essere chiusi degli accordi.
Anche Leandro Faraldi è dell’idea di proporre una manifestazione parallela dedicata al dialetto, senza alterare la natura tutta italiana del Festival. “Se l’assessorato sta già pensando ad una simile manifestazione – dice – allora in qualche modo l’ordine del giorno è superato. Però – aggiunge – il fatto che Dario Fo abbia un suo parere a noi non riguarda, il Consiglio ha diritto di esprimersi, anche in contrarietà alle idee dei presentatori o degli organizzatori del Festival”.
Sindoni raccomanda prudenza. "Il Festival è la nostra manifestazione più importante – sottolinea – certe cose nascono per scherzo poi però diventa difficile fermarle". Anche Tinelli si scaglia contro l’idea del dialetto.
L’ordine del giorno è approvato per alzata di mano: 18 favorevoli, 2 contrari, 4 astenuti.