Sono 2.123 i liguri che risiedono nei paradisi fiscali e in particolare nel Principato di Monaco

22 ottobre 2009 | 17:51
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Sono 2.123 i liguri che risiedono nei paradisi fiscali e in particolare nel Principato di Monaco

Tra le province liguri, e’ in testa Imperia, con 876 soggetti, seguita da Genova con 845 unita’, Savona con 294 e La Spezia con 108.

Sono 2.123 i cittadini liguri che risiedono nei paradisi fiscali e in particolare nel Principato di Monaco. E’ quanto emerge dai dati dell’Agenzia delle Entrate, che classificano la Liguria al quarto posto tra le regioni italiane per numero di cittadini che hanno scelto di spostare la propria residenza in Paesi con fiscalita’ privilegiata. Tra le province liguri, e’ in testa Imperia, con 876 soggetti, seguita da Genova con 845 unita’, Savona con 294 e La Spezia con 108. Secondo le ultime stime dell’Aire, l’Anagrafe degli italiani all’Estero, le mete preferite sono il Principato di Monaco, con 1327 liguri residenti, l’Uruguay con 217 e l’Ecuador con 161. ‘Un’incidenza cosi’ forte rispetto alle altre regioni italiane – dice il direttore regionale dell’Agenzia, Franco Latti – si spiega, specialmente per la provincia di Imperia, con la vicinanza al Principato di Monaco’. In concomitanza con l’introduzione dello scudo fiscale, i cui termini per l’adesione scadranno il prossimo 15 dicembre, l’Agenzia delle Entrate ha intensificato la propria attivita’ di contrasto nei confronti dell’evasione ed in particolare delle false residenze all’estero. ‘Abbiamo a disposizione strumenti sempre piu’ incisivi come le indagini finanziarie – sottolinea Latti – ma soprattutto abbiamo una forte comunicazione tra le banche dati ed una collaborazione sempre piu’ accentuata con gli altri organi dello Stato come i Comuni e le questure’. ‘Lo scudo – prosegue Latti – e’ un provvedimento importante, soprattutto perche’ e’ stato emanato nei tempi giusti, dopo l’accordo Ocse che ha messo dei paletti precisi a comportamenti che prima erano non solo tollerati ma anche incoraggiati da alcuni stati esteri. Con lo scudo si vuole sanare in parte il periodo pregresso per ripartire con un rapporto nuovo tra il fisco ed i contribuenti’.