Floricoltura: innovazione e ricerca per combattere la crisi del settore
L’istituto Regionale per la Floricoltura è un ente strumentale della Regione Liguria, che lo ha dotato degli strumenti finanziari ed organizzativi necessari. Nel corso degli anni ha assunto un ruolo fondamentale nel rilancio del settore.
Costituire un continuo sforzo di introduzione sistematica di innovazione di prodotto, di processo e di organizzazione sul territorio; individuare e rispondere a bandi europei o nazionali, per acquisire risorse destinate a promozione e ricerca dell’innovazione e favorire le attivita’ formative che si integrino in strategie territoriali. Sono i principali punti contenuti nel documento strategico operativo dell’istituto Regionale per la Floricoltura, illustrato questo pomeriggio, nella sede di Sanremo, al presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando e all’assessore alle Politiche Agricole, Giancarlo Cassini.
‘Sono tre le nostre grandi direttrici – ha affermato la direttrice del centro, Margherita Beruto – che quindi si intende seguire: la ricerca come strumento indispensabile per contrastare i produttori internazionali, l’assistenza tecnica mirata alle aziende locali ed infine la divulgazione dei risultati raggiunti, ad uso e consumo degli operatori. Ogni nuova sperimentazione viene affrontata in base alle richieste e all’andamento del mercato, cosi’ da rendere economicamente produttivi e immediatamente tutti gli sforzi della ricerca scientifica. Ogni nuova sperimentazione viene affrontata in base alle richieste e all’andamento del mercato, così da rendere economicamente produttivi e immediatamente tutti gli sforzi della ricerca scientifica. Imprescindibile in questo senso è quindi la cooperazione con le aziende attive sul campo, che vengono sempre sostenute e consigliate, mettendo a disposizione materiali, supporto tecnico e know-how, per valorizzare la produzione floricola, contrastare le malattie delle piante e limitare i costi di produzione. Solo migliorando al massimo la qualità dei prodotti si può renderli davvero competitivi nel mercato globale’.
L’assessore Cassini ha incentrato il proprio intervento sulla crisi che attanaglia il settore: ‘Questo e’ un settore in difficolta’ – ha affermato – dobbiamo vincere la scommessa ed abbiamo un potenziale alto. Dobbiamo fare sistema per contrastare la concorrenza. Bisogna proporre prodotti innovativi e abbattere i costi di produzione, cosa che puo’ diventare uno strumento validissimo per concorrere con quei Paesi dove la manodopera e le materie prime comportano spese nettamente inferiori. La divulgazione e’ fondamentale, perche’ tutte le attivita’ svolte devono essere fatte ricadere sugli operatori, a testimonianza dello stretto legame con il territorio. Gli investimenti della Regione non sono mancati, con finanziamenti annuali che prima erano di 400 mila euro e che sono aumentati via via, per diventare quest’anno 900 mila euro. Nel giro di quattro anni, inoltre, è stato investito un altro milione di euro per il rinnovamento delle strutture’.
Burlando ha, poi, affermato: ‘La crisi economica che colpito tutte le attivita’ produttive, e non sono in Italia, e’ intervenuta in un settore che gia’ di suo aveva momenti di disagio, essendo in difficolta’, sin da prima della crisi generale. Naturalmente e’ evidente che per reggere la competizione e’ importante lavorare su molti fronti, uno su tutti la ricerca che e’ fondamentale, perche’ senza innovazione e’ difficile competere. L’Istituto e’ punto di eccellenza per l’attivita’ in questo settore. Dobbiamo puntare sulle fonti rinnovabili, perche’ siamo un Paese arretrato su questo campo. Dobbiamo incentivare lo sviluppo di queste tecnologie. Abbiamo investito 26 milioni di finanziamenti europei. Sono tanti soldi per una Regione come la nostra. Di fronte al costo attuale dell’energia prodotta con il petrolio, il fotovoltaico diventa fondamentale. Le pale eoliche, poi, sono un’altra possibile forma di sviluppo per la creazione di energie alternative’. L’Istituto ha 13 dipendenti, dispone di 4 mila metri quadri di terreno all’aperto, 7 mila metri quadri in serra e 700 metri quadri di laboratori.
L’istituto, che è un ente strumentale della Regione Liguria, ha assunto un ruolo fondamentale nel rilancio della floricoltura locale. La Regione lo ha dotato degli strumenti finanziari ed organizzativi necessari per diventare il vero motore trainate di questo importante settore economico. Ma l’Istituto Regionale per la Floricoltura matuziano non è totalmente dipendente dalle sovvenzioni economiche regionali, ma riesce a reperire risorse proprie, derivanti dai diritti sulla vendita di qualità di fiori “creati” nei suoi laboratori. Senza dimenticare i numerosi servizi (a pagamento) offerti alle aziende locali, in fatto di assistenza tecnica, fornitura di materiali, consulenza.
Ha affermato il presidente, Michele Maglio: ‘Si è lavorato in particolare sulle specie tipiche del nostro territorio, che non possono essere coltivate in altre zone della Terra con gli stessi risultati. Ricerca scientifica per migliorare queste tipologie floricole, che rappresentano una vera e propria esclusiva ligure e della nostra provincia. L’intento è ritagliarsi uno spazio importante sui mercati internazionali. Alcune qualità di fiori peculiari della Riviera, come ranuncolo, elleboro, dalia, ortensia, margherita, per la loro specificità sono richiestissimi in tutto il mondo’.
“Sono tre le nostre grandi direttrici – dice Margherita Beruto – che quindi si intende seguire: la ricerca come strumento indispensabile per contrastare i produttori internazionali, l’assistenza tecnica mirata alle aziende locali ed infine la divulgazione dei risultati raggiunti, ad uso e consumo degli operatori.